Cipriano Castro: differenze tra le versioni

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[[File:Caricature of Cipriano Castro.jpg|thumb|left|Caricatura di Cipriano Castro, di [[William Allen Rogers]], pubblicata sul ''[[New York Herald]]'', gennaio 1903]]
La [[Crisi venezuelana del 1902-1903]] consistette in un blocco navale di parecchi mesi imposto al Venezuela da [[Regno Unito]], [[Impero germanico|Germania]] e [[Regno d'Italia|Italia]]<ref>{{cita news |url=https://www.academia.edu/19440292/Italia_y_el_bloqueo_naval_de_Venezuela_1902-1903_ |titolo=Italia y el bloqueo naval de Venezuela (1902-1903)|cognome=Fonzo |nome=Erminio |rivista=Cultura Latinoamericana. Revista de estudios interculturales, n. 21 (1), 2015, pp. 35-61 |accesso=9 febbraio 2017 |lingua=es}}</ref> a causa del rifiuto di Castro di pagare i debiti esteri e i danni sofferti dai cittadini europei nella recente guerra civile venezuelana.
Castro riteneva che la [[Dottrina Monroe]] avrebbe voluto che gli [[Stati Uniti d'America]] si fossero schierati contro eventuali interventi militari europei nelle Americhe. Tuttavia allora il governo del [[Presidente degli Stati Uniti|Presidente]] [[Theodore Roosevelt]] sostenne che la Dottrina<ref>{{en}} Brian Stuart McBeth, ''Gunboats, Corruption, and Claims: Foreign Intervention in Venezuela, 1899-1908''</ref> riguardava l'occupazione di territori, piuttosto che gli interventi milkitarimilitari da soli: se questi interventi non implicavano occupazione di territori da parte di potenze europee, gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti. Il blocco vide la rapida messa fuori combattimento della debole marina venezuelana, ma Castro si rifiutò di cedere e pretese di sottoporre la questione a un arbitrato internazionale, ma la Germania vi si oppose.
[[File:Cipriano Castro and cabinet in 1902.jpg|thumb|right|Cipriano Castro e il suo gabinetto nel 1902]]
Quando la stampa internazionale reagì negativamente agli incidenti causati dal blocco, compresi gli affondamenti di due navi venezuelane e il bombardamento delle coste, Gli Stati Uniti fecero pressioni sulle parti affinché si mettessero d'accordo, richiamando la loro attenzione sulla flotta statunitense presente a Porto Rico e comandata dall'ammiraglio [[George Dewey]]. Con il rifiuto di Castro di cedere, le pressioni di Roosevelt e le reazioni sempre più negative della stampa statunitense e di quella britannica, le nazioni che esercitavano il blocco accettarono la ricerca di un compromesso, ma mantennero il blocco durante i negoziati in dettaglio. Ciò condusse alla firma di un accordo il 13 febbraio 1903, che vide la rimozione del blocco e il Venezuela, rappresentato dall'ambasciatore statunitense [[Herbert W. Bowen]], concedere il 30% delle sue entrate doganali alle potenze del blocco. Quando un arbitrato successivamente riconobbe un trattamento preferenziale alla potenze del blocco a scapito delle richieste di altre nazioni, gli Stati Uniti temettero che ciò avrebbe incoraggiato futuri interventi europei. L'episodio contribuì allo sviluppo del ''[[Corollario Roosevelt]]'' alla Dottrina Monroe, sostenendo il diritto degli Stati Uniti a intervenire per "stabilizzare" gli affari economici dei piccoli stati dei Caraibi e del Centro America, se essi non fossero stati in grado di pagare i loro debiti internazionali, al fine di impedire che un intervento europeo provvedesse in merito.