Dialetto milanese: differenze tra le versioni

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== Proverbi, modi di dire e filastrocche in milanese ==
 
'''La meînestraminestra di dej'alter l'è semper la pussee bonabòna''' = La minestra del vicino è sempre più buona.
 
'''El Signor prima jaie fa e poeu jaiea combina''' = Il Signore prima li fa, poi li mette insieme
 
Non sempre le ciambelle escono con il buco, così pure le famiglie. Quando i due sposi manifestano dei limiti, di qualsiasi genere, le malelingue si scatenano e le più delicate si limitano a questa considerazione.
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Il detto sta a indicare, nel modo in cui anticamente il formaggio costituiva la portata finale del pasto, che il senso di fame non può essere placato finché non si è gustato qualche tipo di latticino come ''dessert''.
 
''' Fa via la nev e mazzà la gent a l'è unon lavuràlavorà per nient''' = Spalare la neve e ammazzare la gente è un lavoro inutile
 
Tanto la neve si scioglie da sola e la gente muore naturalmente
 
'''Te sétseet andaa a scoeula de giovedì''' = Sei andato a scuola di giovedì
 
Alcuni decenni fa il giovedì non si andava a scuola, e per questo dire a una persona che è andata a scuola solo di giovedì è come dire che è ''un ignorante''.
 
'''Voeuja de lavorà saltom adòss che mi me spòsti''' = Voglia di lavorare saltami addosso che io mi sposto
 
Usato nei confronti di persone scansafatiche che cercano sempre di evitare il lavoro.
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È utilizzato quando si vuole indicare di fare qualcosa in tempi opportuni
 
'''Quand gh'è scappaa el porscellporscèll, sarrensaren sù el stabiell''' = Quando è scappato il maiale, chiudono il porcile
 
È indicato in situazioni in cui si sottolineano rimedi presi troppo tardi
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Indica che spesso coi metodi gentili e cauti si ottiene poco
 
'''In agost el el va in del bosch''' = Ad agosto il sole va nel bosco
 
Indica la possibilità di avere brutto tempo nel mese di agosto
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(esortativo) Per invitare a non occuparsi di attività delle quali non si è esperti
 
'''Chi vusavosa pussee la vacavacca l'è soa''' = La mucca è di chi urla di più (durante la compravendita del bestiame)
 
Usato nei confronti di coloro che vogliono avere ragione più con gli strepiti che con buoni argomenti
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Utilizzato in condizioni acquazzoni, ove le "''uova''" non sono altro che le gocce grosse di pioggia al momento della loro "esplosione" al contatto con il terreno
 
'''Te gh'heet l'oeuccoeugg pussee grand del boeucc''' = Hai l'occhio più grande dello stomaco
 
Detto di chi si serve più cibo di quanto ne possa mangiare. In alcuni casi è utilizzato per definire chi fa il passo più lungo della gamba.
 
'''A Milan i moron fanfann l'uga''' A Milano i gelsi fanno l'uva,
ricalcato sul detto ''I moron fanfann minga l'uga'' (''i gelsi non fan l'uva)'' per dire che a Milano ogni cosa è possibile.<ref>Emilio Magni ''A Milan i murun fan l'uga'' Milano 2011 Edizioni Mursia</ref>
 
'''Fa minga la figura del ciccolateeciccolattee''' = Non far la figura del cioccolataio; cioè non fare brutta figura.
 
'''LàsellLassell in del sò broeud''' = Lascialo nel suo brodo, cioè lascialo perdere, non dargli spago
 
'''LàsellLasell faa de luu''' = Lascialo fare da solo (anche in senso buono, confidando nelle sue capacità)
 
'''Cent coo, cent crap, cent cuu, dusent ciapciapp''' = Cento menti, cento teste; cento culi, duecento chiappe. Indica la moltitudine dei modi di vedere delle persone, alcune delle quali non hanno proprio buon senso.
 
'''Tucc i can menan la coa, tucc i cojon disen la soa''' = Tutti i cani scodinzolano, tutti gli sciocchi vogliono dire la propria opinione.
 
'''QuelQuèll che voltavòlta el coo a Milan, volta el cuu al pan''' = Volti le spalle a Milano, volti le spalle al pane. Usato per dire che solo a Milano ci si guadagna da vivere.
 
'''Va a dà via i ciapp''' = Un po' come dire "vai a quel paese".
 
 
Vedi pagina facebook: Scuola di Milanese
 
== La somiglianza col francese ==