Storia di Siracusa in epoca greca: differenze tra le versioni

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Queste lotte trascinarono Siracusa in quella che si potrebbe definire una sorta di [[guerra civile]]. I suoi partiti, già da tempo in lotta tra loro, trovarono adesso maniera di manifestare, in maniera violenta, i loro reciproci dissensi che scaturirono in una guerra per stabilire quale partito dovesse ottenere la guida della città.
 
I due cittadini siracusani più in vista in questo periodo furono [[Sosistrato di Siracusa|Sosistrato]] ed [[Eraclide (condottiero)|Eraclide]], posti a capo dell'oligarchia guidavano l'esercito. Soccorsero [[Crotone]] quando questa chiese loro aiuto contro i [[Bruzi]]<ref name=Agatocle>{{Cita|Pareti|p. 317}}</ref>, ma non furono soli, infatti con loro vi era anche un giovane condottiero, [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]], militare dell'esercito siracusano schierato ostinatamente dalla parte democratica, si scontrò più volte contro l'agire di Sosistrato ed Eraclide, che egli accusò come due "''aspiranti tiranni''".<ref name=Agatocle/> Gli oligarchici allora chiamarono in loro aiuto Corinto, che per risposta mandò un capitano di nome Acestoride<ref>{{Cita|De Sanctis|p. 210}}</ref>, giunto in Sicilia capì che il suo nemico era il comandante dell'ersercito democratico, Agatocle. Così lo fece processare con le accuse di essersi comportato da pirata durante le sue missioni militari e poi, non avendo avuto effetto la prima accusa, cercò di assassinarlo e infine, avendo fallito, lo esiliò. Agatocle si rifugiò nella [[Sicilia centrale]], dove chiese ed ottenne l'aiuto dei Siculi. Nel frattempo in queste lotte tra fazioni vi si intromise anche [[Cartagine]], la quale, chiamata ad intervenire dalla parte siracusana degli oligarchici, accettò subito la richiesta poiché la capitale punica aveva ben più interesse a fare in modo che non vincesse la pericolosa, perché molto accesa, parte democratica siracusana. Quindi i cartaginesi si schierarono apertamente dalla parte di Sosistrato<ref>{{Cita|De Sanctis|p. 209}}</ref> Agatocle, ottenuto il favore del popolo, ottenne pure la pace con [[Amilcare II]] che, vedendo l'evolversi della situazione, preferì evitare uno scontro che andava direzionandosi verso le sue terre in Sicilia e accettò piuttosto la vittoria dei democratici siracusani.<ref>{{Cita|De Sanctis|p. 212}}</ref> Agatocle, ottenuti i pieni poteri di ''stratega'', si comportò in maniera crudele con i suoi nemici, facendo giustiziare con un processo farsa i senatori e uccidendo parte della popolazione civile.<ref name=Agatocle1>{{cita web|url=http://www.galleriaroma.it/1b%20Sito%20Dinamico/I%20grandi%20Temi/Personaggi%20Famosi/Pagine%20Personaggi/Agatocle.htm|titolo=Galleria Roma= Agatocle, scritto dal Cav. Pasquale Panvini|accesso=19 settembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130921055216/http://www.galleriaroma.it/1b%20Sito%20Dinamico/I%20grandi%20Temi/Personaggi%20Famosi/Pagine%20Personaggi/Agatocle.htm|dataarchivio=21 settembre 2013|urlmorto=sì}}</ref> Subito dopo, si narra che Agatocle si mostrò pentito dicendo che egli si comportava così perché voleva liberare la città da coloro che volevano opprimerla. Infine dichiarò che egli voleva solo essere lasciato libero di vivere la sua vita da privato cittadino. Ciò ovviamente non accradrà, Agatocle infatti arriverà ad essere il nuovo tiranno della polis.
 
Fa notare lo scrittore Pasquale Panvini nella sua descrizione del futuro tiranno: