Bruno di Querfurt: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Bruno di Querfurt, Bonifacio quando divenne [[Monachesimo|monaco]], proveniva da una dinastia di nobili di Querfurt, imparentata con la famiglia imperiale sassone. Era uno dei quattro figli di [[Bruno il Vecchio]], il primo signore riconosciuto della Rocca di Querfurt nello [[Hassegau]] e della di lui moglie Ida.<br />Fu educato nella famosa [[Scuola cattedrale|scuola del Duomo]] di [[Magdeburgo]], dove incontrò e divenne amico del compagno [[Tietmaro di Merseburgo|Titmaro di Merseburgo]],<ref>{{Cita libro|autore=Tietmaro di Merseburgo|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|pp=16 e 17|capitolo=Introduzione all'opera|ISBN=978-8833390857}}</ref> e a 20 anni di età era già cappellano di corte dell'[[Ottone III di Sassonia|imperatore Ottone III]]. Già dopo un anno egli rinunciava alla sua molto promettente posizione e, dopo aver accompagnato nel [[996]] l'imperatore nel suo viaggio di incoronazione a [[Roma]], divenne [[Congregazione dei Camaldolesi|monaco camaldolese]] nel [[Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio|convento dei santi Alessio e Bonifacio]], proprio come il vescovo [[Adalberto di Praga]], suo predecessore nel martirio.<br />Dopo cinque anni di vita nel convento si unì a [[Romualdo di Camaldoli|Romualdo]], il grande combattente contro la rilassatezza che aveva preso piede in molti conventi. Non appena giunse in Italia la notizia della morte nel martirio di Adalberto (23 aprile [[997]]), Bruno decise di seguire il suo esempio, che tuttavia non poté mettere in pratica allo stesso modo.<br />Nel [[1004]] Bruno fu consacrato in [[Merseburg]] arcivescovo per le missioni in oriente, ma non trovò appoggi presso l'[[Enrico II il Santo|imperatore Enrico II]], che stava conducendo un'audace guerra contro il duca polacco Boleslao I. Egli si recò dal [[re di Ungheria]] [[Stefano I d'Ungheria|Stefano]], senza tuttavia trovare sostegno cosicché si recò a [[Kiev]] presso il granduca russo Vladimir I. Di là volle andare in missione presso i [[Peceneghi]], che vivevano fra il [[Don (fiume Russia)|Don]] inferiore ed il [[Danubio]] inferiore.<br />Durante il suo soggiorno di cinque settimane nella loro terra, gli riuscì di convertire una gran parte della popolazione, ma dopo la sua partenza essi rinnegarono nuovamente la fede. Tuttavia egli era riuscito almeno a riportare la pace fra loro ed il granduca.
 
Nel [[1008]] egli cambiò il suo obiettivo principale e si recò dal re dei polacchi Boleslao. Poiché nel frattempo una nuova guerra era scoppiata fra l'imperatore Enrico e il duca Boleslao, egli inviò un suo compagno in [[Svezia]], ove il re [[Olof III di Svezia|Olaf Skötkonung]] si lasciò battezzare insieme a una gran parte del suo popolo. Quindi egli fece ancora un ultimo tentativo di riconciliare Enrico con Boleslao, indirizzando una lettera all'imperatore, ma anche questo tentativo fu inutile ed egli infine si incamminò verso la terra dei [[prussiani|Pruzzi]]<ref>È questo l'antico nome dei prussiani, che allora risiedevano nell'area del [[Mar Baltico|Baltico]] orientale. </ref>.