Marte (divinità): differenze tra le versioni

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Alcuni studiosi del passato (Wilhelm Roscher, Hermann Usner, e soprattutto Alfred von Domaszewski) hanno parlato di Marte anche nei termini di divinità "agraria", legata all'agricoltura, soprattutto sulla scorta del testo di una preghiera rimastaci nel ''[[De agri cultura]]'' di [[Marco Porcio Catone|Catone]], che lo invoca per proteggere i campi da ogni tipo di sciagura e malattia. Come dimostrato in seguito da [[Georges Dumézil]], in realtà il collegamento fra Marte e l'ambito campestre non fa di lui una divinità neanche parzialmente legata alla terra, in quanto il suo ruolo è esclusivamente di difensore armato dei campi da mali umani e soprannaturali, senza diversificazione dalla sua natura intrinsecamente guerresca.
 
{{Citazione necessaria|Il dio, inoltre, rappresentava la virtù e la forza della natura e della gioventù, che nei tempi antichi era dedita alla pratica militare. In questo senso era posto in relazione con l'antica pratica italica del ''uer sacrum'', la Primavera Sacra: in una situazione difficile, i cittadini prendevano la decisione sacra di allontanare dal territorio la nuova generazione, non appena fosse divenuta adulta. Giunto il momento, Marte prendeva sotto la sua tutela i giovani espulsi, che formavano solo una banda, e li proteggeva finché non avessero fondato una nuova comunità sedentaria espellendo o sottomettendo altri occupanti; accadeva talvolta che gli animali consacrati a Marte guidassero i ''sacrani'' e divenissero loro eponimi: un lupo (''hirpus'') aveva guidato gli Irpini, un picchio (''picus'') i Piceni, mentre i Mamertini derivavano il loro nome direttamente da quello del dio. Sempre a Marte era dedicata la legio sacrata, cioè la legione Sannita, detta anche linteata, poiché era bianca.}}
 
Marte, nella società romana, assunse un ruolo molto più importante della sua controparte greca ([[Ares]]), probabilmente perché considerato il padre del popolo romano e di tutti gli italici in generale: Marte, accoppiatosi con la [[vestale]] [[Rea Silvia]] generò [[Romolo e Remo]], che fondarono [[Roma]].<ref name="StraboneItaliaV3.2">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V 3.2.</ref> Di conseguenza Marte era considerato il padre del popolo romano e i romani si chiamavano tra loro ''Figli di Marte''. I suoi più importanti discendenti, oltre a Romolo e Remo, furono [[Pico (mitologia)|Pico]] e [[Fauno]].