Giudicato di Arborea: differenze tra le versioni

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|didascalia = Carta del [[1935]]
|lingua=[[lingua sarda|Sardo]], [[lingua latina|Latino]]
|capitale principale=[[Tharros]] fino al [[1070]]<ref>{{Cita|Francesco Cesare Casula|p.143|Casula}}.</ref><br />[[Oristano]] fino al [[1410]]<br />[[Sassari]] fino al [[1420]]
|forma di stato = [[Giudice (Storia della Sardegna)|Giudicale]]
|governo= [[Monarchia elettiva]], poi ereditaria, anche in linea femminile (portatrice di titolo): i ''donnos'' fondiari attribuivano il potere allo ''Iudex sive rex'' tramite la [[Corona de Logu]] a seguito di un giuramento, detto ''bannus consensus'', espresso durante l'assemblea solenne di intronizzazione.<br />La [[Corona de Logu]] sceglieva il successore qualora alla morte del giudice non vi fossero eredi designati.
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==== Pietro I de Lacon Serra ====
Nel 1185, la [[Corona de Logu]], seguendo i diritti dinastici, insediò Pietro I Lacon Serra, figlio legittimo di Barisone, ma Agalbursa sostenne i diritti di Ugone I. Secondo gli studiosi, seguì un periodo incerto in cui pare che per ottenere il potere Pietro I si sia alleato con Pisa, mentre Ugone I, consigliato da Agalbursa, chiese aiuto a Genova. Ne seguì una sorta di ''condominio'' in cui entrambi i sovrani avevano la pienezza dei poteri mantenendo però l'unità dello Stato<ref>{{Cita|Francesco Cesare Casula|p.147|Casula}}.</ref>. Secondo l'uso bizantino comandava l<nowiki>'</nowiki>''autocrator'' cioè Pietro, perché Ugone era minorenne. Nel [[1195]] Pietro fu sconfitto da [[Guglielmo I Salusio IV]] di Calari e catturato assieme al figlio Barisone II. Ugone scappò assieme al vescovo Giusto, Oristano fu distrutta assieme alla cattedrale. Salusio IV si fece incoronare, ma senza approvazione ecclesiastica. Pietro morì a Pisa.
[[File:Coat of arms of the House of della Gherardesca.svg|thumb|upright=0.6|Guglielmo da Capraia era imparentato con la potente famiglia dei [[della Gherardesca]].]]
 
=== Dinastia de Serra Bas ===
{{Vedi anche|De Serra Bas}}
Ugone I Bas Lacon Serra sposò nel [[1206]] Preziosa, figlia di [[Guglielmo I Salusio IV]]. Il 30 ottobre si accordò col suocero rivedendo i confini tra i due regni e cedendo parte della [[Marmilla]] nord orientale. Morì nel [[1211]] lasciando il figlio Pietro II aspirante al trono. Morto Salusio IV nel [[1214]] Barisone II ne sposò la figlia Benedetta, diventando giudice del regno di Calari con il nome di Barisone Torchitorio IV di Calari; Pietro II Bas Lacon Serra regnò in condominio con lo zio Mariano Lacon Gunale di Torres, il quale ricostruì la cattedrale di Oristano. Dal [[1228]] Pietro II regnò da solo. Morì nel [[1241]] lasciando il figlio minorenne Mariano II, natogli dalla seconda moglie Sardinia. Lo zio Guglielmo da Capraia, figlio di secondo letto della vedova di Pietro I, morto a Pisa, assunse la reggenza<ref>{{Cita|Gian Giacomo Ortu|p.183|Ortu}}.</ref>. Costui era imparentato con i [[Della Gherardesca]], conti di [[Donoratico]] e con i [[Visconti di Pisa]]. Il 29 settembre [[1250]] ottenne dal [[papa Innocenzo IV]] il riconoscimento della sovranità sull'Arborea, ma senza il consenso della Corona de Logu.<ref>Boscolo, p. 60</ref>
 
Nel [[1257]] l'Arborea partecipò alla guerra che gli altri regni isolani - tutti filo-pisani - avevano mosso contro il giudicato filo-genovese di Calari che venne sconfitto dopo 14 mesi di guerra. [[Santa Igia]], la "capitale" del regno, venne completamente distrutta ed il territorio giudicale diviso in quattro parti: l'[[Ogliastra]] e il [[Sarrabus]] andarono al giudice di Gallura, il pisano [[Giovanni Visconti di Gallura|Giovanni Visconti]]; le curatorie di Gippi, [[Nuraminis]], [[Trexenta]], Marmilla inferiore, Dolia, [[Gerrei]] e Barbagia di Seulo, andarono all'Arborea; i distretti amministrativi di [[Sulcis]], Cixerri, [[Nora (Italia)|Nora]] e Decimomannu spettarono a Gherardo e [[Ugolino della Gherardesca]], conti di Donoratico; la città di Cagliari invece al comune di Pisa. L'Arborea allargò così ulteriormente i propri confini, aumentando il suo peso all'interno dei giochi di potere per il controllo dell'isola.<ref>Carta Raspi, p. 42</ref>
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Il 15 giugno [[1354]] sbarcò in Sardegna, ad Alghero, lo stesso [[Pietro IV d'Aragona|Pietro il Cerimonioso]] per stroncare la rivolta sarda, ma la missione fu un fallimento<ref>Arrigo Solmi in ''Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo'', a pagina 396 descrive il fallimento dell'assedio ad Alghero da parte di Pietro IV di Aragona e le sfavorevoli condizioni di pace che questi dovette accettare.</ref>. Il re ottenne con la diplomazia [[Alghero]] il 16 novembre [[1354]], ma alle dure condizioni di Mariano IV. L'Arborea, alla fine del 1354, riuscì a controllare l'intera isola, a parte Cagliari, Alghero e Sassari, quest'ultima governata da [[Brancaleone Doria]]. La pace di Sanluri dell'11 luglio [[1355]] riportò lo ''status quo''<ref>Ortu</ref>, ma fruttò un altro periodo decennale di pace, che rafforzò gli Arborea. Mariano riprese la guerra nel [[1365]] attaccando il castello di Sanluri. Il sovrano oristanese aveva chiesto al [[papa Urbano V]] di essere infeudato del regno di Sardegna e Corsica al posto di Pietro il Cerimonioso, che non pagava il censo dovuto al Papato.<ref>Cuccu, p. 150</ref>.
 
Nel [[1368]] il re inviò in Sardegna un corpo di spedizione con a capo Pietro Martinez de Luna. Giunto rapidamente nei pressi di Oristano questi fu sconfitto nella cruenta battaglia di Sant'Anna dove morì combattendo sul campo. Tale sconfitta costò successivamente anche la perdita di Sassari e [[Osilo]]. Oramai solamente i rifornimenti via mare garantivano la sopravvivenza di [[castel di Castro]] e di Alghero, unici lembi di territorio isolano in mano aragonese<ref>{{Cita|Francesco Cesare Casula|p.203|Casula}}.</ref>. Le grandi manovre belliche si fermarono a causa della virulenta epidemia di [[peste]] che nel [[1375]] falcidiò gran parte della popolazione isolana, tra cui lo stesso Mariano IV che, nel 1375, morì all'età di 57 anni.
 
==== Ugone III d'Arborea ====