Storia della Sicilia islamica: differenze tra le versioni

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Bisogna anche specificare che la dominazione musulmana nell’isola non fu uguale, la divisione nelle tre valli serviva anche a distinguere i differenti approcci di governo. La Sicilia occidentale infatti era maggiormente islamizzata e la presenza numerica degli arabi era molto maggiore rispetto alle altre parti. Nel Val Demone poi le difficoltà nella conquista e le resistenze della popolazione determinarono una dominazione perlopiù concentrata nel mantenimento delle tasse e dell’ordine pubblico.<ref name=":1">{{cita|Costantino 2005|p. 63}}.</ref>
 
I combattenti o ''giund'' nel conquistare le terre ottenevano i 4/5 come bottino (''fai’'') e 1/5 era riservato allo Stato o al governatore locale (''khums''), ciò seguendo le regole del [[Fiqh|diritto islamico]]. Tuttavia questa regola non venne sempre rispettata e in molte aree come in quella di Agrigento i nuovi proprietari non ne avrebbero avuto il diritto. Ma c’è da dire che questa distribuzione delle terre determinò la fine del latifondo e la possibilità di uno sfruttamento migliore delle terre. Vennero così introdotte nuove coltivazioni laddove da secoli si coltivava solo il grano. Comparve la canna da zucchero, gli ortaggi, gli agrumi, i datteri e i gelsi e si avviò anche uno sfruttamento minerario.<ref>{{cita|Costantino 2005|p. 64}}.</ref>
 
==== La monetazione ====
La moneta introdotta dagli arabi era il ''dinar'', in oro e dal peso di 4,25 grammi. Il ''dirhem'' era d’argento e pesava 2,97 grammi. Gli aghlabiti introdussero il ''solidus'' in oro e il ''follis'' in rame. Mentre a seguito della conquista di Palermo nel 886 venne coniata la ''kharruba'' che valeva 1/6 di ''dirhem''.<ref>{{cita|Costantino 2005|p. 89}}.</ref>
 
==== La decadenza ====
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|capitolo=Il monachesimo greco in Sicilia }}</ref>
Tuttavia i governanti normanni seguirono costantemente una politica di latinizzazione (intesa come conversione dell'isola al [[Cristianesimo]] romano) e una delle più evidenti testimonianze in tal senso resta l'avvio nel 1130 della costruzione della [[Cappella Palatina (Palermo)|Cappella Palatina]], all'interno dell'antico Palazzo emirale, diventato palazzo regio dei Normanni, per volere di re [[Ruggero II]]<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.palermoviva.it/la-cappella-palatina/|titolo = La Cappella Palatina|accesso = |data = }}</ref> consacrata il 28 aprile [[1140]] come chiesa privata della famiglia reale. I lavori furono completati nel [[1143]].<ref>[http://www.ars.sicilia.it/tour/default.jsp?page=2 Assemblea Regionale Siciliana - Il Palazzo dei Normanni<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><br />
Alcuni musulmani finsero di convertirsi: un rimedio che poteva fornire protezione individuale, ma non consentire la sopravvivenza di una comunità.<ref name=Dalli160>{{Cita | Dalli | p. 160 | 1 }}.</ref>
 
Negli [[anni 1160]] iniziarono i ''[[pogrom]]'' "longobardi" (intesi nel senso di "[[lombardi di Sicilia]]", in realtà genti che provenivano dall'odierno [[Piemonte]], oltre che dall'attuale [[Lombardia]])<ref>Fu la loro forte presenza a determinare in varie località dell'Isola l'affermarsi dei cosiddetti "[[Dialetti gallo-italici di Sicilia]]. Cfr. [[Michele Amari|M. Amari]], ''Storia dei musulmani...'' cit., pp. 224-239.</ref> contro i musulmani<ref name=Dalli160/> che in Sicilia furono sempre più separati dai cristiani, anche dal punto di vista geografico.
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I ribelli musulmani dell'isola si schierarono con i signori della guerra tedeschi, come [[Marcovaldo di Annweiler]].
In risposta, [[Innocenzo III]] proclamò una crociata contro Marcovaldo, sostenendo che aveva stretto una diabolica alleanza con i [[Saraceni]] di Sicilia.
Nondimeno, nel 1206 lo stesso papa tentò di convincere i leader musulmani a rimanere leali.<ref>{{Cita | Dalli | pp. 160-161 }}.</ref>
A quell'epoca, stava assumendo proporzioni critiche la ribellione dei musulmani, che controllavano [[Iaitas|Jato]], [[Entella (città antica)|Entella]], [[Platani]], [[Celso]], [[Calatrasi]], [[Corleone]] (presa nel [[1208]]), [[Guastanella]] e [[Cinisi]].
In altre parole, la rivolta musulmana si era estesa ad un intero tratto della Sicilia occidentale.
I ribelli erano guidati da [[Muhammad ibn 'Abbad|Muḥammad b. ʿAbbād]]; che si proclamò "comandante dei credenti", coniò sue monete e tentò di ottenere aiuto da altre parti del mondo musulmano.<ref name=Dalli161>{{Cita | Dalli | p. 161 }}.</ref><ref>{{cita libro
|cognome= Aubé
|nome= Pierre