Carlo Emanuele III di Savoia: differenze tra le versioni

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{{Citazione|No, io non sono solito né saprei ridurmi a fare le cose dimezzate od imperfette, la mia divisa è tutto o niente. Potrei non approvare le decisioni di mio figlio, ne nascerebbero dissapori, l'unità del comando ne risulterebbe rotta e il decoro della corona offeso}}
 
[[File:Castellorivoli5.jpg|thumb|left|Il [[castello di Rivoli]], ove Vittorio Amedeo II visse durante la sua reclusione.]]
Dopo poco tempo passato a [[Chambéry]], Vittorio Amedeo riprese a dare ordini e consigli al figlio, che tuttavia ripristinò balli, feste e lussi presso la corte torinese. Il padre fu colto da un malore nella notte del 4 febbraio [[1731]], ma si riprese e meditò di tornare sul trono. Nell'estate del [[1731]], mentre Carlo Emanuele III si trovava a Chambéry, lo coprì d'ingiurie davanti al Consiglio dei Ministri, tacciandolo di inettitudine.
 
[[File:Carlo emanueleIII.jpg|thumb|Re Carlo Emanuele III ritratto da [[Maria Giovanna Clementi]]]]
Vittorio Amedeo decise quindi di riprendersi il trono. Tornò in Piemonte e confermò i ministri. La reazione però non fu quella che lui si aspettava e che aveva anticipato al ministro [[Carlo Vincenzo Ferrero d'Ormea|marchese d'Ormea]].{{Citazione|Ognun giubila in cor suo, poiché sa che col mio ritorno il governo riprenderà quello splendore offuscatosi così repentinamente}}
Carlo Emanuele, informato delle mosse del padre, convocò in seduta straordinaria il Consiglio dei Ministri, che decretò che Vittorio Amedeo II andava arrestato ed imprigionato. Si temeva un'inframmettenza dell'Imperatore, nella sua qualità di signore della "''Reichsitalien''" comprendente tutta l'Italia settentrionale - con l'esclusione di Venezia - e quindi pure il Principato del Piemonte, poiché proprio all'imperatore Vittorio Amedeo II aveva minacciato d'appellarsi. Una scorta di soldati venne dunque spedita ad arrestare il vecchio Re, che fu chiuso nel [[castello di Rivoli]], dove restò fino alla morte.