I promessi sposi: differenze tra le versioni

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Linguisticamente, Manzoni abbandona il ''composto indigesto'' linguistico dell'edizione precedente per avvicinarsi al toscano in quanto è ritenuta dal Manzoni, per il suo lessico "pratico" utilizzato sia presso gli aristocratici che i popolani, la lingua più efficace per dare un tono realistico e concreto al suo romanzo<ref>{{Cita|Tellini|pp. 173-174}}.</ref><ref>{{Cita|Macchia|p. 113}}:{{Citazione|Aiutato dai Dizionari (il Cherubini, il Vocabolario della Crusca), cominciando a lavorare, egli...badò...agli scrittori popolareggianti, realistici, satirici, volgarizzatori, memorialisti, cronisti o addirittura ai poeti [[Francesco Berni|berneschi]], per gettar le basi di una lingua comune, semplice, quotidiana.}}
</ref>. Manzoni, che in famiglia parlava o il francese (lingua della nobiltà e delle classi colte) o il dialetto milanese, tra il 1824 (ancor prima del termine della stesura) e il 1827 cercò di imparare il toscano attraverso strumenti linguistici, utilizzando il [[Francesco Cherubini|dizionario Cherubini]] (italiano-milanese) e il ''Grand dictionnaire français-italien'' di François d'Alberti de Villeneuve per la traduzione in italiano dei lemmi francesi<ref>{{Cita|Tellini|pp. 174-175}}.</ref>. Non era tuttavia soddisfatto del risultato ottenuto, poiché il linguaggio dell'opera era ancora troppo debitore delle proprie origini lombarde, e quindi artificioso. Nello stesso 1827, si recò a [[Firenze]], per "risciacquare – come disse – i panni in [[Arno]]" e sottoporre il romanzo ad un'ulteriore e più accurata revisione linguistica, affrancandola dal dialetto toscano in generale, e rendendola aderente al dialetto fiorentino, visto ancor più adatto al realismo che si prefiggeva<ref>{{Cita|Ferroni|pp. 64-65}}.</ref>. Una scelta destinata ad incidere profondamente nella nascita dell'italiano ''standard'' del neonato [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], grazie alla relazione che il Manzoni stesso inviò, nel 1868, al ministro per l'istruzione [[Emilio Broglio|Broglio]] per l'insegnamento dell'italiano nelle scuole statali<ref>{{Cita|Tellini|pp. 45-46}}.</ref>.
 
=== La quarantana ===
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{{Citazione|la voce che narra distingue nettamente se stessa dai personaggi, dalle loro azioni, dalla realtà rappresentata, ne conosce dall'esterno i caratteri, gli aspetti centrali, le motivazioni più interne, fruendo di uno sguardo "centrale" che pare avere l'ampiezza di uno sguardo divino.|{{Cita|Ferroni|p. 60}}}}
 
==== La funzione del romanzo: l'<nowiki/>''utile'', il ''vero'' e l'''interessante'' ====
[[File:Francesco Hayez 040.jpg|thumb|Ritratto di [[Alessandro Manzoni]] a opera di [[Francesco Hayez]]]]Manzoni, nella sua ''[[Sul romanticismo|Lettera Sul romanticismo al Marchese Cesare D'Azeglio]]'' del 1823, aveva dichiarato esplicitamente che la funzione dell'arte e della letteratura, per lui, deve orientare i lettori secondo tre coordinate estetico-paideutiche ben precise:{{Citazione|[…] Il principio, di necessità tanto più indeterminato quanto più esteso, mi sembra poter esser questo: Che la poesia, e la letteratura in genere debba proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto, e l'interessante per mezzo.|[[Alessandro Manzoni]], ''Lettera sul romanticismo''<ref>[http://ww2.bibliotecaitaliana.it/xtf/view?docId=bibit000247/bibit000247.xml&chunk.id=d89e128&toc.depth=1&toc.id=d89e128&brand=bibit&#124; Lettera al marchese Cesare d'Azeglio]</ref>}}
Nel caso del romanzo, il veicolo morale dunque deve passare attraverso una narrazione che attiri l'attenzione del lettore per la veridicità delle vicende (scelta del Seicento) in cui, grazie all'infusione della finzione narrativa, si è capaci di rendere attraente e piacevole al lettore la vicenda narrata, purché vi sia ''l'utile'' come finalità. Tale scopo è quello di elevare moralmente il lettore che legge il romanzo, eliminando qualsiasi parte sconveniente o che possa, in qualche modo, traviare la sensibilità di determinati lettori. Questo proposito è soprattutto esposto nel ''Fermo e Lucia'', come risulta dalle stesse parole del Manzoni:
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==== Analisi interiore ed evoluzione ====
[[File:2366 - Corti, Costantino (1823-1873) - Monumento a Federigo Borromeo, Milano - Foto Giovanni Dall'Orto, 1 febbraio 2014.jpg|miniatura|Costantino Corti, ''Monumento a Federigo Borromeo'', Milano. Anche nei personaggi storici, Manzoni ritaglia degli spazi trascurati dalla storia per inserirvi monologhi o pensieri in linea col carattere del personaggio]]
Già delineati nel corso del riassunto della trama, i personaggi manzoniani sono soggetti, costantemente, ad un'acuta analisi delle proprie dinamiche interiori, quel "guazzabuglio del cuore umano" tanto caro all'autore. Ciò emerse in special modo nelle figure di Renzo e dell'Innominato, ma in modo più sottile anche in personaggi che appaiono già "positivi" fin dal principio come padre Cristoforo - di cui si è stilato un ''excursus'' giovanile in cui il futuro cappuccino appariva simile in tutto ai suoi coetanei nei modi spagnoleggianti -, fino a giungere al personaggio di Lucia<ref>{{Cita|Papini-Fioretti-Spignoli|p. 44 e sgg.}}.</ref>. Questa, apparentemente, per via del suo carattere dimesso, sembra non subire un processo di maturazione nel corso dei due anni in cui si sviluppa la vicenda; in realtà, il suo "far luce" nel cuore dei personaggi che la circondano da un lato, e la maturazione progressiva che spingerà Manzoni a metterle in bocca il senso finale della sua filosofia della storia indicano come questo personaggio dal carattere "dimesso" e "antieroico" (rispetto alla tradizione letteraria italiana)<ref name=":6">{{Cita|Ferroni|p. 62}}.</ref> sia centrale nel concetto di ''bildungsroman'' che il Nostro aveva in mente.
 
==== Gli umili, i grandi e l'invenzione ====
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== I promessi sposi nella cultura di massa ==
L'influsso del romanzo nella cultura popolare, oltre che in una serie di parole ed espressioni entrate nell'uso comune,<ref group="N">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/manzonismi_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|titolo=manzonismi in "Enciclopedia dell'Italiano"|autore=Ilaria Bonomi|sito=www.treccani.it|accesso=2018-05-20}}</ref> ha dato origine a tutta una serie di prodotti editoriali dalle cartoline alle [[figurine Liebig]], ai fotoromanzi<ref group="N">{{Cita libro|nome=Raffaele De|cognome=Berti|titolo=Dallo schermo alla carta: romanzi, fotoromanzi, rotocalchi cinematografici : il film e i suoi paratesti|url=https://books.google.it/books?id=8l6M7ysVf1IC&printsec=frontcover&vq=i+promessi+sposi&hl=it#v=onepage&q=i%20promessi%20sposi&f=false|accesso=2018-05-20|data=2000|editore=Vita e Pensiero|lingua=it|ISBN=9788834306369}}</ref> e ai fumetti. Nel 2017, al "museo del fumetto e dell'immagine" di Milano è stata allestita una mostra intitolata "''Alla scoperta dei Promessi Sposi. Il romanzo di Alessandro Manzoni raccontato in 190 anni di illustrazioni e fumetti da Francesco Gonin a Paperino''."<ref group="N">{{Cita web|url=http://www.comune.lecco.it/index.php/area-stampa/comunicati-stampa/3759-alla-scoperta-dei-promessi-sposi-al-museo-del-fumetto-di-milano|titolo=Alla scoperta dei Promessi Sposi al Museo del Fumetto di Milano|autore=Ufficio Stampa|sito=www.comune.lecco.it|lingua=it|accesso=2018-05-20}}</ref>
 
=== Adattamenti artistici ===