Bonapartismo: differenze tra le versioni

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Autoritarismo + Militarismo + Populismo = Cesarismo (Dunque, non c'è bisogno di menzionarlo se le ideologie che lo compongono sono già citate)
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I bonapartisti hanno sempre dissentito da questa classificazione, in quanto uno dei fondamenti del bonapartismo in quanto ideologia è il rifiuto di aderire a una definizione destra/sinistra, vista come ostacolo al benessere e all'unità della nazione. Martin S. Alexander<ref>Nel suo libro ''French History since Napoleon'' (Londra, Arnold, New York, Oxford University Press, 1999)</ref> annota che il bonapartismo come idea non avrebbe mai avuto un forte impatto se fosse stato classificabile a destra o a sinistra. La storica francese Jean Sagnes fa notare come il futuro imperatore dei Francesi abbia diffuso i propri scritti politici tramite editori di estrema sinistra<ref>{{cita libro|autore=Jean Sagnes |titolo= Les racines du socialisme de Louis-Napoléon Bonaparte |città= Tolosa |editore= Privat |anno= 2006}}</ref>
 
Attualmente la filosofia bonapartista si potrebbe inserire nello spazio politico occupato in Francia dal [[Partito Socialista (Francia)|Partito Socialista]], dal [[Movimento Democratico (Francia)|Movimento Democratico]], dal [[Nuovo Centro]], e dalla sinistra dei conservatori dell'[[Unione per un Movimento Popolare]], in quanto questi occupano l'area ideologica compresa tra i partiti che predicano la lotta di classe e quelli che invocano politiche razziali, concetti entrambi irricevibili per i bonapartisti, in quanto contrari all'ideale di unità nazionale e tolleranza etnico-religiosa. Ciò è dimostrato dalla politica napoleonica sulle dispute industriali, un'espressione della quale fu il divieto di sciopero, come scrive Frank McLynn, mentre al contempo la polizia vigilava affinché le paghe non fossero troppo basse<ref>{{cita|McLynn|p. 482|McLynn}}.</ref>; un'altra dimostrazione è la politica napoleonica di assimilazione e protezione degli [[ebrei]].
 
La teoria marxista di bonapartismo "di destra" e "di sinistra" si può considerare esemplificativa di ciò cui MacLynn si riferisce quando descrive Napoleone in uguale misura debitore sia alla destra che alla sinistra<ref>{{cita|McLynn|p. 667|McLynn}}.</ref> e di ciò che Vincent Cronin descrive come "via di mezzo", o governo "moderato".<ref>{{cita libro|autore=Vincent Cronin |anno=1994 |titolo=Napoleon |editore=HarperCollins|p=301}}</ref> Napoleone III pose il bonapartismo (o l'"idea napoleonica") tra i radicali e i conservatori (rispettivamente la sinistra e la destra) nel suo ''Des Idées Napoléoniennes'', pubblicato nel 1839. Spiegò questo punto dicendo che il bonapartismo, come praticato da suo zio Napoleone I (e da lui stesso rappresentato), si trovava a metà fra «due partiti ostili, uno dei quali guarda solo al passato, l'altro solo al futuro», e combinava le «vecchie forme» dell'uno e i «nuovi principi» dell'altro.
 
== Note ==