Nennio: differenze tra le versioni

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Alcuni elementi suggeriscono che la ''Historia Brittonum'' era una raccolta di diverse fonti, alcune delle quali citate solo da Nennio, mentre altre no. Alcuni esperti dicono che questa non era la prima compilazione della storia dei Britanni e che si basava in gran parte sul ''[[De Excidio Britanniae]]'', scritto circa due secoli prima da [[Gildas]]<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 7</ref>. Atre fonti includevano la ''Vita di Germano'' e diverse genealogie reali<ref name="FS75-6">[[Frank Stenton|Stenton, Frank]]. ''Anglo Saxon England''. New York: Oxford UP, 1971. 75–76</ref>. La maggior parte delle altre fonti non è sopravvissuta e quindi non può essere confermata. I manoscritti superstiti della ''Historia Brittonum'' appaiono redatti da diverse versioni perdute:le informazioni su Nennio contenute nel '''Prologo'' e quelle presenti nella ''Apologia'' divergono. Il ''Prologo'' contiene una forma espansa di ''Apologia'', che si trova solo nelle edizioni copiate durante il XII secolo, portando gli esperti a credere che le versioni successive del documento siano state alterate<ref>Lee, Sidney, ed. "Nennius." ''Dictionary of National Biography''. XL. London: Smith, Elder & Co., 1894. 218-19</ref>. La più grande edizione conosciuta contiene settantasei sezioni tra cui il ''Prologo'' e la ''Apologia''. Il lavoro è stato tradotto in irlandese da Giolla Coemgin attorno al 1071 ed è il primo esempio dell'originale ''[[Historia Brittonum]] ''<ref>Lee, Sidney, ed. "Nennius." ''Dictionary of National Biography''. XL. London: Smith, Elder & Co., 1894. 219</ref> che include il nome dell'autore, Nennio<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 9</ref>.
 
All’inizio scritta come una storia dei [[Britanni]] nel tentativo di documentare un passato legittimo, la ''Historia Brittonum'' contiene storie di leggende e superstizioni allo stesso tempo.<ref name="Gransden, Antonia 1974">Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 11</ref>. L'accuratezza storica dell’opera è a dir poco discutibile, ma il documento è internamente coerente e fornisce informazioni direttamente e indirettamente sulle fonti di Nennio<ref name="FS75-6" />. Alcuni storici sostengono che l'opera offra una buona visione del modo in cui i britannici del IX secolo consideravano se stessi e il loro passato<ref>Marsh, Henry. ''Dark Age Britain: Some Sources of History''. Hamden, Connecticut: Archon Books, 1970. 8</ref>. Nennio fa diversi tentativi per trovare tracce della storia dei Britanni prima dei Romani e anche dei [[Celti]] attraverso delle osservazioni empiriche di ciò che egli chiama "Le meraviglie" o "Meraviglie della Gran Bretagna"<ref name="Gransden, Antonia 1974"/>, che includono rovine, punti di riferimento e altri aspetti della campagna britannica che Nennio ritiene meritevoli di documentazione. La sua spiegazione dei punti di riferimento fisici e delle rovine assume un'interpretazione mistica, sebbene Nennio sia un [[monaco]] cristiano. All'interno della scrittura di Nennio c'è un senso di orgoglio nazionalista, che tenta di legittimare il popolo britannico e abbellire il suo passato attraverso la leggenda, proprio come i Romani usavano la storia di [[Romolo e Remo]] per legittimare la fondazione di Roma<ref>Gransden, Antonia. ''Historical Writing in England''. Ithaca, New York: Cornell UP, 1974. 8</ref>. Uno di questi esempi sono i suoi racconti su [[re Artù]] e le sue dodici battaglie. L'opera di Nennio sarebbe la base da cui attinsero autori successivi come [[Geoffredo di Monmouth]], che avrebbe scritto la ''[[Historia Regum Britanniae]]'', una delle prime [[cronache gallesi]] e storia romanzata su Re Artù<ref name=lambdin /><ref>Marsh, Henry. ''Dark Age Britain: Some Sources of History''. Hamden, Connecticut: Archon Books, 1970. 65</ref> .
 
==Note==