Medaglia d'oro al valor militare: differenze tra le versioni

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Fronte russo, fiume Don, fiume Dnieper, 17 dicembre 1942 - 20 febbraio 1943"</ref>)
* [[8º Reggimento bersaglieri]] (1941-42<ref>"Strumento di guerra, nel quale agilità e potenza sono contemperate e fuse, animi e corpi protesi in ferreo blocco al sacrificio ed alla gloria, in circa due anni di guerra sanguinosa in territorio desertico ha dato prove fulgidissime di eroico valore. In continuo contatto con il nemico più forte ed implacabile ha opposto alla maggiore forza il coraggio, all'implacabilità la fermezza stoica e ne ha avuto, in ogni confronto, schiacciante ragione. Mai arrestato dal piombo avversario nelle sue marce vittoriose ha sempre saputo, opponendo le sue armi ed i suoi petti, stroncare inesorabilmente le iniziative del nemico. Il sangue generoso dei suoi Ufficiali, Sottufficiali, Bersaglieri, continuatori eroici di una tradizione che non ha macchia, ha irrorato e fecondato le sabbie del deserto: El Mechili, Tobruk, Passo Halfaja, Sollum, Capuzzo, Bir El Gobi, Dakar El Aslagh, nomi legati alle glorie della Patria, sono le tappe gloriose del reggimento, due volte sacrificatosi nell'estremo olocausto, due volte risorto nel nome dei suoi eroici figli caduti. Lo stesso nemico, ha espresso la stupita ammirazione per i fanti piumati del reggimento, espressione purissima delle virtù guerriere dell'italica stirpe - Africa Settentrionale, Aprile 1941-settembre 1942"</ref> e 1943<ref>"Dopo aver data all'azione comune eccezionale contributo di fede e di sangue, in sette giorni di titaniche gesta, respingeva le preponderanti forze avversarie e manteneva le proprie posizioni oltre i limiti delle possibilità umane. Battaglia del Mareth (Tunisia) marzo-aprile 1943</ref>)
* [[5º Reggimento alpini]] (1940-41<ref>Sul fronte greco, in cinquanta giorni di lotta senza tregua contro un nemico più forte di numero, di artiglierie, di armi automatiche, il 5º reggimento alpini, con I suoi battaglioni “Morbegno”, “Tirano” ed “Eolo”, fusi in un blocco granitico di forze spirituali e materiali, superando asprissime difficoltà di clima e di terreno, teneva testa eroicamente all'avversario, contestanfogli il terreno a palmo a palmo e con contegno risoluto ed aggressivo. Malgrado le fortissime perdite che lo avevano ridotto ad un pugno di eroi, continuava ostinatamente a combattere per l'onore della Patria e perchèperché così vuole la forte tradizione alpina. Successivamente, su un altro importante settore montano, fermo ed incrollabile sulle posizioni affidategli, riaffermava con gloriose tenaci difese e con vittoriosi ardimenti offensivi, senza mai contare i sacrifici, la sua fama di preclaro valore guerriero. Magnifico esempio, nei capi e nei gregari di altissime virtù militari. - Alture di Morava – Dushar – Varri Lamit – Cuka e Liqerit – Cuka e Greves – Guri i Orer – Bregu i Math – Sqimari, 14 novembre - 30 dicembre 1940 – Pupatit – Guri i Topit, gennaio-aprile 1941</ref> e 1942-43<ref>In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava grantica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferree volontà e di leggendario ardimento. Durante una difficilissima manovra di ripiegamento sul fronte del Don, sempre vittoriosamente tenuto, I suoi battaglioni “Morbegno”, “Tirano” e “Edolo”, malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, le asperrime estenuanti marce lungo le sterminate distese di neve, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Scororyb, a Scheljakino, a Wawarowka, a Nikitowka, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti, stroncavano sempre nuove soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco un cui l'avversario, rabbiosamente deciso ad annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in mobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio con I battaglioni del reggimento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano e ne arginavano l'irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità. Primi nell'offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, I tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore , il loro eroico passato di guerra. - Fronte russo: Scarerjb - Scheljakino – Nikitowka – Nicolajewka, agosto 1942 – febbraio 1943</ref>)
* [[8º Reggimento alpini]] (1940-41<ref>Per la superba condotta dei battaglioni "Tolmezzo", "Cividale", "Gemona", durante la guerra italo-greca: irruenti nell'attacco, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale dei Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri alpini, furono sui monti di Grecia e di Albania ben degni dell'eroico e vittorioso loro passato di guerra. - Fronte greco - Pindo - Mali Scindeli - Golico, 28 ottobre 1940 23 aprile 1941.</ref> e 1942-43<ref>Fedele ad una superba tradizione di gloria, coi suoi granitici battaglioni "Tolmezzo", "Gemona", "Cividale" e 41ª compagnia controcarro, respingeva con gagliardo impeto reiterati violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre trenta giorni, nell'aperta e ghiacciata steppa russa, resisteva con incrollabile tenacia alla diuturna formidabile pressione del nemico grandemente superiore per numero di uomini e di mezzi, lo inchiodava sul terreno, lo contrattaccava con aggressiva violenza, gli infliggeva gravissime perdite, dando prova sublime di eroismo ed immolandosi per l'onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi un varco attraverso l'accerchiamento nemico confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli alpini d'italia - Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1 febbraio 1943</ref>)
* [[9º Reggimento alpini]] (1940-41<ref>Per la superba condotta dei battaglioni "Vicenza" e "L'Aquila", durante la guerra italo-greca: irruenti nell'attacco, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale dei Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio, la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri alpini, furono sui monti di Grecia e di Albania ben degni dell'eroico e vittorioso loro passato di guerra - Fronte greco - Pindo - Mali - Scindeli - Golico, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941</ref> e 1942-43<ref>Fedele ad una superba tradizione di gloria, con suoi granitici battaglioni "Vicenza", "L'Aquila", "Vai Cismon" e 83ª compagnia cannoni controcarro respingeva con gagliardo impeto reiterati violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre trenta giorni, nella aperta e ghiacciata steppa russa, resisteva con incrollabile tenacia a diuturna formidabile pressione dei nemico grandemente superiore per numero di uomini e mezzi, lo inchiodava sul terreno, lo contrattaccava con aggressiva violenza, gli infliggeva gravissime perdite, dando prova di sublime eroismo ed immolandosi per l'onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi il varco attraverso l'accerchiamento nemico confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli Alpini d'italia - Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1º febbraio 1943</ref>)
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* [[Bulucbasci|Buluc-basci]] di coperta [[Mohammed Ibrahim Farag]] (Eritrea, 1941)<ref>"Imbarcato da pochi giorni su Cacciatorpediniere, prendeva parte, distinguendosi per bravura, al disperato tentativo di attacco a Base Navale avversaria, durante il quale l'unità veniva sottoposta ad incessanti attacchi aerei che ne causavano l'affondamento. Trovatosi naufrago su imbarcazione a remi con oltre sessanta superstiti, rinunziava al proprio posto per assicurare l'altrui salvezza, restando per l'intera notte aggrappato fuori bordo. Esaurito dallo sforzo, anziché chiedere il cambio, si allontanava dall'imbarcazione dopo aver ringraziato il Comandante ed affrontava sicura morte, dando luminoso esempio di virtù militare, di spirito di sacrificio e di abnegazione. Mar Rosso, 4 aprile 1941"</ref>
* Volontario [[Vate Prela]] (Albania, 1941)<ref>"Albanese volontario di guerra, catturato con l'arma alla mano dal nemico, che aveva occupato la sua regione e interrogato perché fosse armato, rispondeva fieramente di voler difendere il suo paese. Condannato alla fucilazione, affrontava impavido la morte. Dukagjini (fronte greco), 20 aprile 1941"</ref>
* Volontario [[Kolé Qerimi]] (Albania, 1941)<ref>"Albanese volontario di guerra partecipava valorosamente a vari combattimenti, riuscendo a catturare una mitragliatrice, che impiegava contro il nemico. BenchèBenché due volte ferito, sprezzante d'ogni pericolo, persisteva nella lotta finché trovava morte gloriosa sul campo. Dukagjini (fronte greco), 14-22 aprile 1941"</ref>
 
== Tabella ricompense ==