Emigrazione italiana: differenze tra le versioni

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Gli [[italiani di Odessa]] sono menzionati per la prima volta su documenti del [[Duecento]], quando sul territorio della futura [[Odessa]], [[città dell'Ucraina]] meridionale sul [[mar Nero]], fu collocato l'ancoraggio delle [[Repubblica di Genova|navi commerciali genovesi]], che venne chiamato "Ginestra", forse dal nome della pianta di [[ginestra (vegetale)|ginestra]], molto diffusa nelle [[steppa|steppe]] del mar Nero. L'affluenza degli [[italiani]] nel sud dell'[[Ucraina]] crebbe particolarmente con la fondazione di [[Odessa]], che avvenne nel 1794. Tutto ciò fu facilitato dal fatto che alla guida dell'appena fondata capitale del bacino del mar Nero ci fosse un napoletano di origine spagnola, [[José de Ribas|Giuseppe De Ribas]], in carica fino al 1797. Nel 1797 si contavano a Odessa circa 800 italiani, pari al 10% della popolazione totale: si trattava per lo più di commercianti e di marinai napoletani, genovesi e livornesi, a cui poi si aggiunsero artisti, tecnici, artigiani, farmacisti e insegnanti<ref>{{Cita libro |autore = Elena Dundovich |autore2 = Francesca Gori |autore3 = Emanuela Guercett |url = http://books.google.it/books?id=57hb64WZLKQC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false |titolo = Gulag. Storia e memoria |editore = Feltrinelli |città = Milano |anno = 2004 |isbn = 88-07-81818-3 |pagina = 187 |accesso = 9 giugno 2015}}</ref>. La [[Rivoluzione d'ottobre|rivoluzione del 1917]] fece partire molti di loro verso l'Italia, o per altre città dell'Europa. In [[Unione Sovietica|epoca sovietica]] di italiani di Odessa ne rimasero solo poche decine, la maggior parte dei quali non conosceva più la propria lingua. Con il tempo si sono fusi con la popolazione locale, perdendo le connotazioni etniche di origine.
[[File:Roman Catholic Church in Kerch, Ukraine.jpg|miniatura|sinistra|Chiesa cattolica di Santa Maria Assunta a Kerč', riferimento per gli italiani di [[Crimea]]]]
 
Gli [[italiani di Crimea]] sono una [[minoranza etnica]] residente nella [[Penisola di Crimea|penisola omonima]], il cui nucleo più consistente si trova nella città di [[Kerč']]. Il primo flusso migratorio italiano giunse a Kerč' all'inizio dell'Ottocento. Nel 1820 in città abitavano circa 30 famiglie italiane provenienti da varie regioni. Il porto di Kerč' era regolarmente frequentato da navi italiane ed era stato aperto anche un consolato del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]. Fra il 1820 e la fine del secolo giunsero in Crimea, nel territorio di Kerč', emigranti italiani provenienti soprattutto dalle località pugliesi di [[Trani]], [[Bisceglie]] e [[Molfetta]], allettati dalla promessa di buoni guadagni, dalla fertilità delle terre e dalla pescosità dei mari. Gli italiani si diffusero anche a [[Feodosia]] (l'antica [[colonia genovese]] di [[Feodosia#Caffa|Caffa]]), [[Simferopoli]], [[Odessa]], [[Mariupol]] e in alcuni altri porti russi e ucraini del [[Mar Nero]], soprattutto a [[Novorossijsk]] e [[Batumi]]. Secondo il ''Comitato statale ucraino per le nazionalità'', nel 1897 gli Italiani sarebbero stati l'1,8% della popolazione della [[provincia di Kerč]], percentuale passata al 2% nel 1921; alcune fonti parlano specificatamente di tremila o cinquemila persone<ref>{{cita web|url=http://www.salogentis.it/2012/04/12/lettera-alle-cariche-dello-stato-per-il-riconoscimento-dello-stato-di-deportati-per-gli-italiani-di-crimea/|titolo=Lettera della residua comunità italiana a Kerč' alle cariche dello stato per il riconoscimento dello stato di "deportati" per gli Italiani di Crimea|accesso=12 febbraio 2018}}</ref>. Con l'avvento dell'[[Unione Sovietica]], alcune famiglie fuggirono in Italia via [[Costantinopoli]], mentre gli altri furono perseguitati con l'accusa di simpatizzare per il [[fascismo]]. A metà degli anni venti del Novecento gli emigrati italiani antifascisti rifugiati in [[Unione Sovietica]] furono inviati a Kerč per "rieducare" la minoranza italiana. A seguito di ciò, nel censimento del 1933, la percentuale degli italiani risultava scesa all'1,3% della popolazione della provincia di Kerč. Infine, tra il 1935 e il 1938, le [[purghe staliniane]] fecero sparire nel nulla molti italiani di Crimea, arrestati con l'accusa formale di [[spionaggio]] a favore del fascismo e di praticare attività controrivoluzionarie. Nel 1942, durante la [[seconda guerra mondiale]], a causa dell'avanzamento della [[Wehrmacht]] in [[Ucraina]] e in Crimea, la minoranza italiana presente sul territorio sovietico finì deportata con l'accusa di [[collaborazionismo]], seguendo il destino dei [[tedeschi del Volga]], già deportata nell'agosto 1941 durante l'[[Operazione Barbarossa]]. La popolazione degli italiani di Crimea ammonta nel 2017 a circa cinquecento persone, anche se un censimento ufficiale non è mai stato effettuato. La maggior parte di loro risiede a Kerč, dove nel 2008 è stata costituita l'associazione "C.E.R.K.I.O." (''Comunità degli Emigrati in Regione di Crimea - Italiani di Origine'')