Disobbedienza civile: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 12:
 
Un altro saggio fondamentale fu ''[[Disobbedienza civile (saggio)|Disobbedienza civile]]'' (''Civil Disobedience'') dell'[[Stati Uniti d'America|americano]] [[Henry David Thoreau]], datato [[1849]]: primo testo a parlare espressamente di ''disobbedienza civile'', e destinato successivamente ad ispirare, tra gli altri, [[Mahatma Gandhi]]. Negli Usa i diritti civili dei neri, pur concessi sulla carta, sono stati resi effettivi solo dalle campagne di disobbedienza civile di massa degli [[anni 1960|anni sessanta]] del novecento. L'emancipazione nazionale indiana non sarebbe stata possibile senza le azioni di disobbedienza civile di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], che parlava anche di resistenza civile. Lo stesso Gandhi affermava: "noi cessiamo di collaborare coi nostri governanti quando le loro azioni ci sembrano ingiuste. Questa è la resistenza passiva".<ref>M.K. Gandhi - "Teoria e pratica della non violenza" ed. Einaudi- pag.&nbsp;14.</ref>
In Italia si può far riferimento a tutta l'opera di Aldo Capitini e di Danilo Dolci.
 
In Italia ebbe una buona notorietà il saggio del [[1965]] ''L'obbedienza non è più una virtù'' di [[Lorenzo Milani|Don Lorenzo Milani]], che appoggiava l'[[obiezione di coscienza]] contro il servizio militare.In seguito all'obbiezione di coscienza di religiosi e laici che comportava l'infrangere della regola del servizio militare obbligatorio per i maschi fu introdotta la legge del servizio civile alternativo a quello militare.
 
Uno dei massimi analisti (oltre che fautore) della disobbedienza civile contemporanea è stato lo storico radicale americano [[Howard Zinn]]. Nella sua celebre raccolta di saggi ''Disobbedienza e democrazia'', egli ci ricorda come "È giusto disobbedire a leggi ingiuste, ed è giusto disobbedire alle sentenze che puniscono la violazione di quelle leggi" <ref>Howard Zinn, "Disobbedienza e democrazia", ed. Il saggiatore, pag.&nbsp;236</ref>. Nello stesso testo l'autore ci mostra poi, con resoconti e testimonianze, come molti diritti civili negli Usa siano stati conquistati solo con la disobbedienza: le stesse giurie, chiamate dallo stato a giudicare i disobbedienti, pronunciavano verdetti di assoluzione (''jury nullification''), dopo essere state sensibilizzate dalla disobbedienza civile stessa, a dimostrare che l'obiezione di coscienza può essere più importante della ragion di stato.