Nazionalismo: differenze tra le versioni

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Il politologo contemporaneo [[Walker Connor]] si sofferma sullo studio dei moderni nazionalismi classificandoli non solo sotto un profilo storiografico ma anche sociologico, secondo il quale la promozione e la tutela della Nazione è un sentimento legato alle esperienze che connettono l'individuo con gli elementi materiali ed immateriali del suo territorio.
 
== Descrizione ==
=== Il nazionalismo dalle radici alla prima guerra mondiale ===
 
In generale si distingue tra il nazionalismo democratico o liberale, che si affermò in Europa e [[America Latina]] durante la prima metà dell'Ottocento, ed il nazionalismo della seconda metà del XIX secolo. Il primo pensava alla nazione come comunità che coesiste pacificamente e pariteticamente con altre [[nazioni]] (tipica ad esempio di [[Giuseppe Mazzini]]), mentre il secondo è legato alla reazione contro la [[democrazia parlamentare]] ed all'espansionismo delle nazioni d'Europa impegnate nella gara di supremazia extraeuropea, il colonialismo. Nella prima metà dell'Ottocento il nazionalismo, nell'accezione più alta del termine, cioè come espressione suprema dell'idea di nazione, si sviluppò con maggior vigore in quei paesi che non si erano ancora dotati di uno stato unitario, e cioè la Germania e l'Italia<ref>«Com'è ovvio, l'idea di nazione sarà particolarmente cara ai popoli non ancora politicamente uniti...quindi sarà soprattutto in Italia e Germania che l'idea nazionale troverà assertori entusiasti e continui...» [[Federico Chabod]], ''L'idea di nazione'', Roma-Bari, Laterza Ed., 1961 (citato in: [[Stuart Woolf]], ''Il nazionalismo in Europa'', Milano, Edizioni Unicopli, 1994, p. 114)</ref>. Quando ciò avverrà, negli anni sessanta di quello stesso secolo, gli equilibri europei verranno sconvolti e con essi si accelererà lo sfascio dei vecchi imperi multinazionali (soprattutto dell'[[Impero austro-ungarico]] e di quello euroasiatico [[Impero Ottomano|Ottomano]]), mentre il nazionalismo assumerà caratteri diversi negli Stati-nazione: nel [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]] si identificò con la missione imperiale britannica, in [[Impero tedesco|Germania]] si sforzò di creare uno stato autoritario a forte vocazione protezionista e con suggestioni [[Pangermanismo|pangermaniste]] (von Treitsche e von Sybel anticipate già da Fichte), in [[Terza Repubblica francese|Francia]] si strinse attorno al tradizionalismo monarchico e cattolico della destra di Barrès, manifestatosi in occasione dell'[[affare Dreyfus]].
 
=== Il nazionalismo italiano ===
{{Vedi anche|Nazionalismo italiano|Associazione Nazionalista Italiana}}
 
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In Italia, Spagna e Germania, il nazionalismo estremo giocò un ruolo fondamentale nell'elaborazione delle ideologie dei fascismi al potere. Il rapporto tra nazionalità, nazionalismo estremo e imperialismo dei regimi totalitari è stato al centro del dibattito storiografico post-seconda guerra mondiale.
 
=== Il nazionalismo nel secondo dopoguerra ===
Tramontato, a seguito della tragedia delle due guerre mondiali, il nazionalismo classico nato nell'[[Europa]] dell'Ottocento, è andato crescendo un nazionalismo in forme nuove, che, sotto la copertura delle più varie spinte ideologiche, è stato la culla della "via cinese" all'autonomia, del [[Movimento dei Non-Allineati|non allineamento]] e delle lotte al [[colonialismo]] nel terzo mondo. Con la conclusione della stagione di [[decolonizzazione]], che coinvolse direttamente o indirettamente centinaia di milioni di individui, il nazionalismo politico parve entrare in una fase di declino.