Vittorio Emanuele II di Savoia: differenze tra le versioni

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===Educazione===
[[File:Carlos Félix de Cerdeña, por Jean Baptiste Isabey.jpg|thumb|upright|Il 24 aprile [[1831]] [[Carlo Felice di Savoia]] designò, sul letto di morte, suo successore [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]]<ref group="N">Dipinto di [[Jean-Baptiste Isabey]].</ref>.]]
Quando, nel [[1831]], Carlo Alberto fu chiamato a Torino a succedere a [[Carlo Felice di Savoia]], Vittorio Emanuele lo seguì nella capitale, dove fu affidato al conte [[Cesare di Saluzzo]], affiancato da uno stuolo di precettori, tra cui il generale [[Ettore De Sonnaz]], il teologo [[Andrea Charvaz]], lo storico [[Lorenzo Isnardi]] e il giurista [[Giuseppe Manno]]. La disciplina pedagogica destinata ai rampolli di [[Casa Savoia]] era sempre stata quantomeno spartana: pare che le uniche tenerezze le avesse ricevute dalla madre, in quanto il padre non ne era capace con nessuno e casomai gli preferiva il fratellino Ferdinando. I precettori, rigidi formalisti scelti in base all'attaccamento al trono e all'altare, gli imponevano orari da caserma sia d'estate sia d'inverno, con una giornata tipica così strutturata: sveglia alle 5:30, tre ore di studio, un'ora di equitazione, un'ora per la colazione, poi scherma e ginnastica, poi altre tre ore di studio, mezz'ora per il pranzo e la visita di etichetta alla madre, mezz'ora di preghiere per concludere la giornata.