Guerre d'indipendenza italiane: differenze tra le versioni

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Fin dalle prime riunioni del parlamento italiano, era stato dichiarato il programma di rendere Roma capitale del regno<ref>Camillo Benso Cavour (conte di), ''I discorsi di Cavour per Roma capitale'', Istituto di studi romani, 1971</ref><ref>Camillo Benso di Cavour, Isaac Artom, ''Il conte di Cavour in parlamento: discorsi raccolti e pubblicati'', edizioni Barbèra, 1868 (pagina 637)</ref>. Lo Stato Pontificio rimaneva però ancora al papa e comprendeva una buona parte del centro Italia; tuttavia il Regno d'Italia aveva firmato la [[Convenzione di settembre]] con la Francia, in cui si impegnava a non occupare Roma. Le cose cambiarono nel 1870, quando scoppiò la [[guerra Franco-Prussiana]]; l'efficientissima macchina da guerra del cancelliere [[Otto von Bismarck]] e di [[Guglielmo I di Germania|Guglielmo I]] ottenne una schiacciante vittoria sulla Francia. Dopo la sconfitta francese l'Italia non si sentì più obbligata dal patto sottoscritto con l'imperatore francese, ormai decaduto. Inoltre la guarnigione francese a difesa di Roma era stata ritirata e il [[papa Pio IX]] si rifiutava di trattare<ref>Giuseppe Vottari, ''Storia d'Italia (1861-2001)'', Alpha Test, 2004 (pagine 32-33)</ref>. Vittorio Emanuele II fece allora avanzare il suo esercito verso Roma. Il 20 settembre 1870, un reparto di bersaglieri aprì la [[Presa di Roma|breccia di Porta Pia]] ed entrò in Roma; fu la fine della storia millenaria dello Stato della Chiesa. La reazione del Papa non si fece attendere: nonostante l'Italia avesse approvato la [[Legge delle Guarentigie]] in cui si concedevano al pontefice il [[Palazzo Pontificio]], i [[Palazzi Vaticani|palazzi del Vaticano]] e un indennizzo annuo in denaro, Pio IX rifiutò di trattare e ribadì la sua disposizione ai cattolici di non partecipare alla vita politica del Regno italiano ([[non expedit]]).
 
== Prima guerra mondiale: Trento, Trieste, Fiume ==
{{Vedi anche|Fronte italiano (prima guerra mondiale)}}
Una parte della storiografia italiana vide la [[prima guerra mondiale]] sul [[fronte italiano (prima guerra mondiale)|fronte italiano]] come una sorta di [[quarta guerra d'indipendenza]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it/opencms/opencms/it/contenuti/manifestazioni/eventi/Articolo_552.html?pagename=137 Archivio di Stato di Piacenza - Il 1861 e Quattro Guerre per l'Indipendenza (1848-1918)<!-- Titolo generato automaticamente -->] |date=dicembre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://books.google.com/books?id=_LntMIUOXngC&pg=PA41&dq=%22quarta+guerra+d'indipendenza%22&hl=it&ei=-JIpTtaWKczOsgbkx5HwCw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CD0Q6AEwAw#v=onepage&q=%22quarta%20guerra%20d'indipendenza%22&f=false Piergiovanni Genovesi - ''Il Manuale di Storia in Italia'']</ref>; [[Antonio Salandra]], allora primo ministro, commentando alla Camera dei Deputati l'entrata in guerra del paese, affermò che il destino aveva data alla presente generazione il compito di completare l'opera del Risorgimento<ref>Cfr. pag 444, Christopher Duggan, ''La forza del destino'', Laterza, 2011</ref><ref>[http://books.google.com/books?id=a1kjlwwX5pQC&pg=PA329&dq=%22quarta+guerra+di+indipendenza%22&hl=it&ei=-JIpTu6QLJDIswaT4eHpCw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CDUQ6AEwAg#v=onepage&q=%22quarta%20guerra%20di%20indipendenza%22&f=false Alberto Mario Banti, ''Storia contemporanea'']</ref>. L'interpretazione della prima guerra mondiale come parte integrante del processo risorgimentale è ancora sostenuta da un modello storiografico che parla di "Risorgimento lungo" intendendo tutto il periodo dalla fine del [[XVIII secolo]] fino alla fine della Grande guerra, visto come periodo di costruzione della nazione italiana, interpretazione storiografica sostenuta anche da storici non italiani come Gilles Pécout<ref>Gilles Pecout, ''Il lungo Risorgimento. La nascita dell'Italia contemporanea (1770-1922)'', Bruno Mondadori, 2011</ref>.