Licio Gelli: differenze tra le versioni
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Gelli ripetutamente dichiarò in pubblico di essere stato uno stretto amico del leader [[Argentina|argentino]] [[Juan Domingo Perón]] – e spesso ha affermato che tale amicizia è stata veramente importante per l'Italia, senza però aver mai spiegato perché – e proprio molti esponenti della [[camarilla]] di potere dell'ultimo [[peronismo]], così come del golpismo uruguayano degli anni settanta, risultarono iscritti alla sua loggia massonica.
Gelli fu creato [[conte]] sul cognome <ref>Senza il predicato: "di", "de", "de'"</ref> dall'ex re [[Umberto II di Savoia|Umberto II d'Italia]], con Regie Lettere Patenti di concessione del 10 luglio [[1980]]<ref name="autogenerato2" /><ref>{{Cita news|autore=Marisa Fumagalli|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/novembre/16/duca_difendo_conte_Gelli_co_0_92111612590.shtml|titolo=il duca: difendo il conte Gelli|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=16 novembre 1992|accesso=3 novembre 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090930070129/http://archiviostorico.corriere.it/1992/novembre/16/duca_difendo_conte_Gelli_co_0_92111612590.shtml|dataarchivio=30 settembre 2009}}</ref>. Gli venne concesso altresì il seguente stemma: «Trinciato, alla catena d'oro sulla partizione; di rosso all'elmo piumato d'oro; d'azzurro alla croce latina d'oro, accompagnato da tre stelle d'argento a quattro raggi, male ordinate» con il motto «Virtute progredior»<ref>Andrea Borella, ''Annuario della Nobiltà Italiana'', Edizione XXXI, Teglio, S.A.G.I. Casa Editrice, vol. 3, 2010, pp. 225-226.</ref>.
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