Guerra polacco-lituana: differenze tra le versioni
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==Il conflitto==
===Inizio===
Alla fine di giugno del [[1920]], durante l'[[Battaglia di Varsavia (1920)|offensiva estiva]] contro [[Varsavia]], le autorità lituane iniziarono ad avviare i contatti con le autorità [[Unione Sovietica|sovietiche]]. Una
Le autorità lituane iniziarono ad organizzarsi nelle aree riconquistate. Tuttavia, dopo la sconfitta [[bolscevismo|bolscevica]] nella [[Battaglia di Varsavia (1920)|Battaglia di Varsavia]], divenne
Anche se la conquista del territorio di [[Suwałki]] fu cruciale nelle successive operazioni polacche contro l'Armata Rossa, i comandanti dell'esercito polacco non vollero impegnarsi di nuovo in un conflitto armato. La Missione Militare Polacca a [[Kaunas]], come anche i diplomatici alla [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|Conferenza di pace di Parigi del 1919]], iniziarono a fare pressione sul governo lituano per fare tornare lo ''[[status quo|Status quo ante bellum]]'' ai confini tra i due stati. Le autorità lituane rifiutarono, ma l'Alto Consiglio della Conferenza di Pace di Parigi accettò la cosiddetta [[Linea Foch]] (chiamata come il [[Maresciallo di Francia]] [[Ferdinand Foch]]), che divideva la Polonia e la Lituania su base etnica. Secondo quella linea, sia la città contesa di Vilnius e le città di Suwałki, Augustów e Sejny furono lasciate nel territorio polacco.<ref>
''Storia della Lituania: Guerra polacco-lituana, Granducato di Lituania, Rivoluzione cantata, Khanato di Crimea'', Books LLC, 2011, ISBN 978-12-32-61655-9</ref>
Volendo impadronirsi dell'area contesa e avere la meglio sull'esercito sovietico in ritirata, il comandante della 2ª Armata Polacca, il generale [[Edward Rydz-Śmigły]] (in seguito [[Maresciallo di Polonia]]), ordinò il 27 agosto che le forze lituane fossero cacciate dalle aree contese fino all'altro lato della linea; in questo era sostenuto dalla [[Triplice Intesa]]. Il comandante non si aspettava alcuna opposizione, ma nel caso che le unità lituane volessero ingaggiare una battaglia, avrebbero dovuto essere circondati, disarmati e rispediti indietro.
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