Franz Kafka: differenze tra le versioni

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La maggior parte delle sue opere, come ''Die Verwandlung'' (''[[La metamorfosi]]''), ''Der Prozess'' (''[[Il processo (romanzo)|Il processo]]'') e ''Das Schloss'' (''[[Il castello]]''), sono pregne di temi e [[archetipo|archetipi]] di [[alienazione]], brutalità fisica e psicologica, conflittualità genitori-figli, presentano personaggi in preda all'[[angoscia]] esistenziale, labirinti burocratici e trasformazioni mistiche. Le tematiche di Kafka, il senso di smarrimento e di angoscia di fronte all'esistenza, caricano la sua opera di contenuti [[Filosofia|filosofici]] che hanno stimolato l'[[esegesi]] dei suoi libri specialmente a partire dalla metà del [[XX secolo|Novecento]]. Nei suoi scritti è frequente imbattersi in una forma di crisi psicologica che pervade il protagonista sino all'epilogo della narrazione, e che lo getta in modo progressivo in un'attenta analisi introspettiva.
 
Non sono pochi i [[Critica letteraria|critici]] che hanno intravisto nei suoi testi elementi tali da farlo ritenere un interprete letterario dell'[[esistenzialismo]].<ref>Jean Paul Sartre, ''L'esistenzialismo è un umanismo'', Armando Editore, 2006, p.9</ref> Altri infine hanno «coniato per Kafka la formula di "[[Allegoria|allegorismo]] vuoto". Come ogni autore allegorico, Kafka rappresenta una vicenda per "dire altro"; ma questo "altro" resta indecifrabile e dunque indicibile.»<ref>Romano Luperini, Pietro Cataldi, ''La scrittura e l'interpretazione: storia della letteratura italiana nel quadro della civiltà e della letteratura dell'Occidente'', Volume 3, Palumbo, 1999, p.363</ref> Secondo molti di essi Kafka volle con ciò forse rappresentare la [[solitudine]] e il senso di diversità dell'[[ebreo]] nella [[Mitteleuropa]], la propria estraneità alla sua famiglia, il [[senso di colpa]] e l'impotenza umana del [[Individuo|singolo]] di fronte al [[mondo]] e [[Vagina|alla]] [[Mammella|sua]] [[burocrazia]].<ref>Introduzione a ''La metamorfosi'', edizioni Rizzoli</ref>
 
Il suo più celebre personaggio allegorico è lo [[scarafaggio]] [[umanoide]] [[Gregor Samsa]] descritto ne ''[[La Metamorfosi]]''.
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Kafka nacque in una famiglia [[Ebrei|ebraica]] della classe media di [[lingua tedesca]] a Praga, la capitale del [[Regno di Boemia]], allora parte dell'[[Impero austro-ungarico]]. Nel corso della sua vita, la maggior parte della popolazione cittadina parlava il [[Lingua ceca|ceco]] e la divisione tra parlanti la lingua ceca e quella tedesca era una realtà tangibile, in quanto entrambi i gruppi cercavano di rafforzare la propria identità nazionale. La comunità ebraica era in mezzo tra le due correnti, sollevando naturalmente domande in merito a chi appartenessero. Kafka stesso conosceva approfonditamente ambedue le lingue, considerando il tedesco come lingua madre.
 
Kafka intraprese una formazione giuridica e ottenne un lavoro in una compagnia di assicurazioni. Iniziò a scrivere racconti nel suo tempo libero, lamentandosi sempre del poco tempo a disposizione per dedicarsi a quella che considerava la sua vocazione. Kafka preferiva comunicare per lettera; scrisse centinaia di [[La lettera|lettere]] ai familiari e alle amiche intime. I destinatari principali furono suo padre, la sua fidanzata [[Felice Bauer]] e la sua sorella più giovane Ottla. Ebbe un complicato e travagliato rapporto con il padre che influì notevolmente sui suoi scritti. La sua appartenenza alla cultura ebraica fu in lui fonte di profondi conflitti interiori, nonostante non sentisse un particolare legame con le sue radici. Tuttavia, i critici sostengono che la sua origine ebraica abbia influenzato le sue opere.
 
Solo poche opere di Kafka furono pubblicate durante la sua vita: le raccolte di racconti ''Betrachtung'' (''Contemplazione'') e ''Ein Landarzt'' (''[[Un medico di campagna]]'') e qualche opera singola (come ''La Metamorfosi'') in riviste letterarie. Preparò l'edizione di una raccolta di racconti, ''Ein Hungerkünstler'' (''[[Un digiunatore (raccolta di racconti)|Un digiunatore]]''), pubblicata solo dopo la sua morte. Le opere di Kafka rimaste incompiute, tra cui i suoi romanzi ''Il Processo'', ''Il Castello'', e ''[[America (Kafka)|America]]'' (noto anche come ''Der Verschollene'', ''Il Disperso''), furono pubblicate postume, in gran parte dal suo amico e curatore [[Max Brod]], che non assecondò il desiderio di Kafka, il quale voleva che i suoi manoscritti venissero distrutti. Il suo lavoro ha continuato a influenzare una vasta gamma di scrittori, critici, artisti e filosofi durante il ventesimo secolo; il termine "[[Situazione kafkiana|kafkiano]]" è entrato nella lingua italiana per descrivere situazioni esistenziali come quelle presenti nei suoi scritti.