Villa Santo Stefano: differenze tra le versioni

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== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il territorio di Villa Santo Stefano è in prevalenza collinare: si estende dalla cima di Monte Siserno fino alle rive del fiume Amaseno.
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=== Clima ===
[[Classificazione climatica]]: zona D, 1517 GR/G
 
== Storia ==
LeIl originimito fondativo di Villa Santo Stefano siracconta perdono nella leggenda: secondo lo storico [[Edoardo Martinori]],che il re volsco [[Metabo]], padre didella principessa guerriera [[Camilla (Eneide)|Camilla]], era solito cacciareandare a caccia in questaquesto zona.territorio, Aed ricordoa memoria di talequesto fatto laè stata eretta una torre cilindricaancora postaesistente, detta Torre di re [[Metabo]], situata all'ingresso del centro storico del paese porta il nome di Torre di Metabo. IlLe mitogesta didel re Metabo e della principessa guerriera Camillavolsco sono raccontate nell'[[Eneide]] di [[Virgilio]], che inoltre cita il fiume Amaseno <ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Eneide_(Caro)/Libro_decimoprimo Eneide di Virgilio], Ecco un giorno assalito con la caccia / Dietro, fuggendo, a l’Amasèno arriva. / Per pioggia questo fiume era cresciuto, / E rapido spumando, infino al sommo / Se ne gía de le ripe ondoso e gonfio</ref>, che scorre al confine con il territorio dell'omonimo comune di [[Amaseno]], collocando geograficamente la mitica vicenda all'interno del territorio santostefanese.
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Secondo la verità storica, i primi insediamenti erano localizzati sulle rive del fiume Amaseno, e sono risalenti all'epoca romana. In seguito alle invasioni barbariche ed alle imprese saraceniche, la popolazione sparsa nelle campagne risalì le più sicure pendici del monte Siserno, dando vita a Castrum Sancti Stephanii. I [[De Ceccano|conti De Ceccano]] fecero costruire la rocca, tutt'ora visibile, il palazzo del Marchese e la torre dedicata a Metabo, per accogliere la popolazione. All'interno del centro storico sorsero la chiesa principale dedicata a Santo Stefano, che in seguito fu rinominata Santa Maria Assunta in Cielo, mentre l’interno della rocca custodiva la chiesa medievale di San Sebastiano, la quale venne ricostruita fuori le mura, non molto lontano dalla prima. Sempre nell’interno vi erano la casa comunitativa, le carceri, il forno e il montano. Il feudo verrà venduto nel [[1425]], ai signori Antonio, Prospero ed Odoardo [[Colonna (famiglia)|Colonna]]. I Colonna saranno i baroni di Santo Stefano fino al 1816, anno in cui i detti signori rinunceranno a tutti i loro feudi a causa della soppressione dei feudi avvenuta con [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], il territorio di Villa Santo Stefano passò allo [[Stato Pontificio]]. Con la formazione del [[Regno d'Italia]], Santo Stefano è entrato a far parte della Sotto Prefettura di [[Frosinone]] e del Mandamento di [[Ceccano]]. Nel [[1872]] ''Santo Stefano'' cambiò denominazione in Villa Santo Stefano a causa delle numerose omonimie con altri comuni.
Le origini di Villa Santo Stefano si perdono nella leggenda: secondo lo storico [[Edoardo Martinori]], il re volsco [[Metabo]], padre di [[Camilla (Eneide)|Camilla]] era solito cacciare in questa zona. A ricordo di tale fatto la torre cilindrica posta all'ingresso del centro storico del paese porta il nome di Torre di Metabo. Il mito di re Metabo e della principessa guerriera Camilla sono raccontate nell'[[Eneide]] di [[Virgilio]], che inoltre cita il fiume Amaseno<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Eneide_(Caro)/Libro_decimoprimo Eneide di Virgilio], Ecco un giorno assalito con la caccia / Dietro, fuggendo, a l’Amasèno arriva. / Per pioggia questo fiume era cresciuto, / E rapido spumando, infino al sommo / Se ne gía de le ripe ondoso e gonfio</ref>, collocando geograficamente la mitica vicenda all'interno del territorio santostefanese.
 
Villa Santo Stefano ha avuto sempre un’economia povera, basata sull’agricoltura e sulla pastorizia, ha conosciuto la diaspora dell’emigrazione verso [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Canada]] ed [[Argentina]] alla fine dell'Ottocento. Con gli altri paesi del frusinate, anche Villa Santo Stefano ha vissuto il fenomeno del [[brigantaggio]] del periodo napoleonico della [[Campagna d'Italia (1796-1797)|Campagna d'Italia]].
I primi insediamenti erano situati sulle rive dell'Amaseno e sono risalenti all'epoca romana. Intorno al IX-X secolo con la discesa dei barbari ed alle imprese saraceniche, gli abitanti risalirono verso le più sicure pendici del monte Siserno, dando vita a Castrum Sancti Stephanii. Per tutto il Medioevo, a causa della sua posizione strategica, Santo Stefano rimase territorio conteso dai pontefici romani, dalle truppe imperiali e dai conti di Ceccano, passando di continuo da un possessore all'altro.
 
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In epoca moderna, a partire dalla fine del XVI Santo Stefano passò in mano alla famiglia Colonna, che nel 1816 a causa della soppressione dei feudi avvenuta con Napoleone perse il possesso in favore dello Stato Pontificio. Con la formazione del Regno d'Italia, Santo Stefano è entrato a far parte della Sotto Prefettura di Frosinone e del Mandamento di Ceccano. Nel [[1872]] ''Santo Stefano'' cambiò denominazione in Villa Santo Stefano a causa delle numerose omonimie con altri comuni.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Con gli altri paesi del frusinate, Villa Santo Stefano ha vissuto il fenomeno del [[brigantaggio]] del periodo napoleonico della Campagna d'Italia.
 
=== TradizioneArchitetture e folclorereligiose ===
 
* Collegiata di Maria Assunta in Cielo (sec. XVIII)
'''''Festa di San Rocco: La Panarda'''''
 
* Chiesa di San Sebastiano
La festa patronale dedicata a [[San Rocco]] risale circa all'anno 1601. Comincia la sera del 15 agosto: la statua lignea del santo viene portata in processione dalla chiesa di San Sebastiano alla chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, all'interno del centro storico. In piazza Umberto I, dopo la processione, i maestri di mensa con circa trenta inservienti in costume tradizionale (i "panardari") accendono quaranta caldaie di rame in cui nell'arco della notte tra il 15 ed il 16 verranno cotti circa sette quintali di ceci. A mezzogiorno del 16, i ceci e le pagnottelle di pane vengono benedetti per poi essere distribuiti alla popolazione. La caratteristica principale della tradizione sta nella distribuzione dei ceci: gli inservienti a turno si presentano sul sagrato della chiesa parrocchiale con una brocca di coccio e ricevuti dai Maestri i ceci e il pane e sentito l’indirizzo del destinatario, corrono verso l’abitazione indicata.<ref>[http://www.lapanardavillasantostefano.it/storia-della-panarda/] Storia della Panarda santostefanese</ref>
* Santuario della Madonna dello Spirito Santo
 
=== Architetture civili ===
 
* Palazzo del Marchese (sec. XVIII)
 
* Torre dell’Ospedale Vecchio
 
* Acquasantiera con epigrafe dedicatoria (sec. XVI)
* Palazzo Card. Iorio ex frantoio Colonna (sec. XVIII)
* Torre medievale di Re Metabo (privato) e Galleria comunale Pomponio Palombo
* Piazza del Mercato e lapide a ricordo del terremoto del 1654
* Belvedere delle Ceneri (sec. XX)
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Villa Santo Stefano}}<br />
== Tradizione e folclore ==
 
'''''Festa di San Rocco: La Panarda'''''
 
La festa patronale chiamata [[Panarda]], dedicata aal santo protettore [[San Rocco]], risale circa all'anno [[1601]]. CominciaSecondo l'usanza, la festa ha inizio la sera del [[15 agosto]]: la statua lignea del santo viene portata in processione e traslata dalla chiesa di San Sebastiano alla chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, situata all'interno del centro storico. In piazza Umberto I, dopo la processione, i maestri di mensa conaiutati da circa trenta inservienti in costume tradizionale (i "panardari") accendono quaranta caldaie di rame in cui nell'arco dellanella notte tra il 15 ed il 16 verrannovengono cotti circa sette quintali di ceci. A mezzogiorno del [[16 agosto]], i ceci eaccompagnati ledalle pagnottelle di pane vengono benedetti per poi essere distribuiti alla popolazione. La caratteristica principale della tradizione sta nella modalità di distribuzione dei ceci: gli inservienti, vestiti in costume tradizionale verde ed amaranto a simboleggiare i colori del gonfalone comunale, a turno si presentano sul sagrato della chiesa parrocchialedi Santa Maria Assunta in Cielo con una brocca di coccio, e ricevutiricevono dai Maestrimaestri di mensa i ceci e, il pane e sentito l’indirizzo del destinatario della porzione di zuppa, corronosi dirigono di corsa a piedi verso l’abitazione indicata.<ref>[http://www.lapanardavillasantostefano.it/storia-della-panarda/] Storia della Panarda santostefanese</ref>
 
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== Cultura ==
 
=== Biblioteche ===
 
* Biblioteca Comunale di Villa Santo Stefano [http://www.bibliotechevalledelsacco.it/biblioteche/villa-santo-stefano.aspx]
 
=== ClimaMusica ===
 
* Banda musicale di Villa Santo Stefano [https://www.bandamusicale.it/bande/italia/lazio/frosinone/villasstefano/villasstefano.php]
 
== Amministrazione ==