Regno di Sardegna (1720-1861): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Nessun oggetto della modifica
Riga 50:
Il '''Regno di Sardegna''' – dopo la [[Guerra di successione spagnola]] – in forza del trattato di Londra del 1718 e del [[Trattato dell'Aia (1720)|trattato dell'Aia del 1720]] in tale ultimo anno passò a [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] cui associò gli Stati ereditari della [[Casa Savoia|Casata]] formati dal [[Principe di Piemonte|Principato di Piemonte]] con il [[Ducato di Savoia]], la [[Contea di Nizza]] e di [[Contea di Asti (età moderna)|Asti]], il [[duca d'Aosta|ducato di Aosta]], il [[Marchesato del Monferrato|ducato del Monferrato]], la [[signoria di Vercelli]], il [[marchesato di Saluzzo]] ed una parte del [[ducato di Milano]] (a questi si aggiunse poi il [[Ducato di Genova]], in seguito all'annessione della [[Repubblica di Genova]] decisa dal [[Congresso di Vienna]]).<ref>Francesco Cesare Casula, ''Breve Storia di Sardegna'', pag 187; op. cit.</ref> La denominazione cominciò ad essere utilizzata progressivamente per indicare l'insieme dei possedimenti sabaudi anche se formalmente il Regno di Sardegna continuò ad essere limitato all'omonima isola ed essere istituzionalmente distinto dai cosiddetti "[[Stati sardi di terraferma|Stati di terraferma]]" della dinastia sabauda, condividendone solo il capo dello stato, re per i sardi, duca per i savoiardi, principe per i piemontesi ecc. Per indicare ufficialmente l'insieme dei possedimenti sabaudi si usava il termine "Stati del Re di Sardegna".<ref>Federigo Sclopis, ''Storia della legislazione negli Stati del Re di Sardegna dal 1814 al 1847'', Torino, 1860</ref>
 
Tuttavia, soltanto la [[fusione perfetta del 1847]], ratificata da [[Carlo Alberto di Savoia]], diede vita ad uno stato unitario; esso comprendeva tutti i precedenti stati sabaudi e gli venne mantenuta la denominazione di Regno di Sardegna ma subendo una totale trasformazione del suo ordinamento giuridico, con una carta costituzionale, lo [[Statuto Albertino]],"Statuto del Regno Sardo o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia del 4 marzo 1848 (noto come Statuto Albertino)", una nuova organizzazione amministrativa e doganale, un unico parlamento e una nuova [[capitale (città)|capitale]], [[Torino]], da secoli residenza della dinastia, {{Senza fonte|mantenendo però taluni specificità della Sardegna, come il sistema feudale, che verrà formalmente abrogato dal Regio Primo Ministro Camillo Benso conte di Cavour nel 1859 mediante un ordinario Regio decreto, con la quale vennero espropriate (in completo accordo con la forte impronta anticlericale che aveva assunto lo Stato sabaudo) le rendite dei vescovi assenti (successivamente tale provvedimento sarà richiamato anche dal Regio commissario per le province unite del centro Italia) e vennero abrogati i diritti potestativi riconosciuti al proprietario dei fondi.}} Divenne uno [[Stato]] sul modello centralista francese, in cui il sovrano regnava non sulla sola [[Sardegna]], ma sull'intero Stato, colcon il titolo di Re, e allo stesso tempo possedeva ancora il titolo di [[Principe di Piemonte]], duca di Genova e duca di Savoia, che formalizzavano il potere sugli Stati di terraferma. In questa fase della sua storia fu conosciuto anche come ''Regno sabaudo'' e venne ufficialmente citato sia in ambito interno che internazionale come ''Sardegna'' e in maniera ufficiosa come ''Piemonte-Sardegna'' o ''Piemonte'', essendo tale regione la più prospera e popolata. Con l'[[Risorgimento|unificazione italiana]] e l'annessione degli [[Antichi Stati italiani|stati preunitari]], l'ultimo Re di Sardegna, [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], assunse il titolo di [[Re d'Italia]] il 17 marzo [[1861]], pur mantenendo la titolatura del Regno di Sardegna.
 
== Storia ==
Riga 62:
Ma anche in periodi di pace i sudditi vivevano in uno stato di precarietà e di arretratezza economica. Una certa vivacità per i commerci arrivò però intorno alla metà del [[XVIII secolo]] quando le vallate alpine divennero la destinazione preferita degli aristocratici inglesi a seguito, nel [[1741]], della scoperta dei [[ghiacciaio|ghiacciai]] di [[Chamonix-Mont-Blanc|Chamonix]] fatta dagli inglesi William Windham e Richard Pecock. I loro racconti percorsero velocemente i salotti londinesi e parigini e ben presto le valli del [[massiccio del Monte Bianco]] divennero un richiamo per il nascente turismo alpino consacrato poi nel [[1786]] da [[Jacques Balmat]] e da [[Michel Gabriel Paccard]], con la scalata alla vetta del [[Monte Bianco]], che sancì la nascita dell'alpinismo. Il successivo re di Sardegna fu [[Carlo Emanuele III di Savoia|Carlo Emanuele III]]; lo stato sabaudo fu coinvolto nelle due sanguinose guerre che sconvolsero nuovamente l'Europa: la [[guerra di successione polacca]] e la [[guerra di successione austriaca]].
 
Ottenuti alcuni vantaggi nel primo conflitto, che lo vide alleato alla Francia, fu decisamente più fortunato nella seconda guerra, quando si schierò con l'Austria contro la Francia e vide ancora una volta i suoi Stati invasi dai francesi. Persa la [[battaglia di Madonna dell'Olmo]], riuscì però ad infliggere una pesantissima sconfitta ai francesi sulle alture dell'[[Battaglia dell'Assietta|Assietta]] nel [[1747]], ottenendo nuovamente la piena sovranità sul [[Piemonte]] e l'accrescimento dei suoi Stati fino al raggiungimento del confine naturale del [[Ticino (fiume)|Ticino]]. Il 19 settembre [[1772]] Carlo Emanuele introdusse nei suoi Stati il [[Posta|servizio postale]], ammodernò in seguito i porti di [[Nizza]] e di [[Villafranca (Francia)|Villafranca]]; combatté il banditismo in Sardegna, creò i ''Monti frumentari'', cioè dei magazzini comunali nei quali i contadini potevano comprare le sementi ada un prezzo calmierato.
 
[[File:Stupinigi.jpg|left|thumb|Torino- [[Palazzina di caccia di Stupinigi|Palazzo di Stupinigi]].]]
Riga 68:
=== Le vicessitudini della famiglia reale ===
{{Vedi anche|Casa Savoia|Storia di Torino|Re di Sardegna}}
[[Umberto I Biancamano]] nel [[1032]] ottenne dall'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II]] la signoria della [[Contea di Savoia|Savoia]], della [[Moriana]] e [[Valle d'Aosta]]. Attraverso varie successioni ereditarie i Savoia ingrandirono nel tempo i loro territori a cavallo tra le [[Alpi Occidentali]]. Prima conti e poi duchi, nel [[1416]] ottennero il titolo nominale (senza territori) di [[Gerusalemme|re di [[Gerusalemme]] lasciato in eredità da Carlotta di Lusignano. Riuscirono abilmente nel [[XVII secolo|XVII]] e nel [[XVIII secolo]] a difendersi dalle mire espansionistiche del [[Francia|regno di Francia]] mantenendo tenacemente la loro autonomia.
 
Da quando poi [[Emanuele Filiberto I di Savoia]] spostò la capitale da [[Chambéry]] a [[Torino]] per meglio difendersi dagli attacchi nemici, la dinastia prese le redini della storia piemontese mantenendo il dominio sul [[ducato di Savoia|ducato]] prima e sul Regno di Sardegna poi, fino all'[[unità d'Italia]]. Nel [[1720]], con l'istituzione sovrana vennero a pieno titolo annoverati fra le grandi casate d'Europa, fregiandosi anche dei titoli di: [[Regno di Cipro|Re di Cipro]], di [[Re di Gerusalemme|Gerusalemme]], di [[Regno d'Armenia|Armenia]]; [[Ducato di Savoia|duca di Savoia]], di [[Monferrato]], [[Chiablese]], [[Ducato di Aosta|Aosta]] e [[Genova]]; principe di [[Principato di Piemonte|Piemonte]] ed [[Oneglia]]; [[marchese in Italia]], di [[Saluzzo]], [[Susa (Italia)|Susa]], [[Ivrea]], [[Ceva]], Maro, [[Oristano]], [[Sesana]]; conte di [[Moriana]], [[Genova]], [[Nizza]], [[Tenda (Francia)|Tenda]], [[Asti]], [[Alessandria]], [[Goceano]]; barone di [[Canton Vaud|Vaud]] e di [[Faucigny (Alta Savoia)|Faucigny]]; signore di [[Vercelli]], [[Pinerolo]], [[Tarantasia]], [[Lumellino]], [[Valsesia]]; principe e vicario perpetuo del Sacro Romano Impero in Italia.
Riga 117:
=== I moti rivoluzionari del 1821 ===
{{Vedi anche|Moti del 1820-1821}}
Il Regno in quegli anni era sconvolto da moti rivoluzionari che segnarono l'inizio della stagione risorgimentale italiana. Nel [[1821]] scoppiarono i primi subbugli, difficili da controllare, anche perché le rivolte erano segretamente appoggiate dal principe Carlo Alberto. [[Santorre di Santa Rosa]], il capo dei ribelli, si era incontrato colcon il principe di nascosto, ottenendo il suo appoggio. Ma l'aiuto promesso da Carlo Alberto venne meno proprio quando la rivolta stava per scoppiare. [[Vittorio Emanuele I di Savoia|Vittorio Emanuele I]], in seguito alle sommosse, preferì abdicare nei confronti di [[Carlo Felice di Savoia|Carlo Felice]]. Questi però si trovava a [[Modena]] e Carlo Alberto assunse la reggenza del regno proclamando la costituzione, subito sconfessata dallo zio che lo destituì. Invocò poi l'aiuto della [[Congresso di Vienna|Santa Alleanza]], fondata nel [[1815]] da quasi tutte le potenze europee per garantire gli assetti politici espressi nel congresso di Vienna. Le forze rivoluzionarie cercarono egualmente di tenere testa a quelle austriache, ma vennero sconfitte a [[Battaglia di Novara (1821)|Novara]]. Carlo Felice fece incarcerare molti patrioti e la rivolta sembrò placata. Nei successivi dieci anni di regno innalzò lo Stato al grado di potenza marittima, e con la [[Battaglia navale di Tripoli]], avvenuta il 26-27 settembre 1825 mise definitivamente fine alla volontà del [[Bey (carica)|Bey]] di [[Tripoli]] di effettuare azioni [[pirateria]] nei confronti della marina mercantile sarda.
Carlo Felice effettuò la riforma della gerarchia giudiziaria, stabilì consolati sulle coste d'[[Africa]] e del Levante, adornò Genova e Torino di sontuosi palazzi. Nel [[1821]] in Sardegna vengono istituite due vice-intendenze a Cagliari e Sassari e il numero delle Province viene ridotto a dieci (Sassari, Alghero, Ozieri, Nuoro, Cuglieri, Busachi, Lanusei, Isili, Iglesias e Cagliari), cui si sarebbe aggiunta nel [[1833]] quella di Tempio. Morì il 27 aprile [[1831]] e con lui si estingueva la dinastia degli ''Amedei'' ed iniziava quella dei ''Savoia-Carignano''.
 
Riga 225:
== Forze armate e di polizia ==
{{Vedi anche|Armata sarda|Corpo dei Reali Carabinieri}}
Le [[forze armate]] erano costituite dall'<nowiki>'</nowiki>''[[Armata Sarda]]'', affinacata dai ''[[Reali Carabinieri]]'', quest'ultimo corpo anche con funzioni di [[polizia]]. Il controllo sul terirtorio e il mantenimento della [[pubblica sicurezza]] era effettuato dapprima tramite i [[granatieri di Sardegna]] poi solo dai [[Reali Carabinieri]], poi a questi fu affiancata una struttura civile composta da "''delegazioni di polizia''". [[Carlo Alberto di Savoia]], nella riorganizzazione dello Stato sabaudo, alla diffusione territoriale delle forze di controllo militare, creò la "Milizia comunale" e la "Guardia nazionale", istituite colcon il regio decreto del 4 marzo 1848. Successivamente con la legge 11 luglio 1852, n. 1404, venne creato il "[[Corpo delle guardie di pubblica sicurezza]]", che aveva due compagnie a [[Torino]] e a [[Genova]] e alcune stazioni più periferiche. La legge 13 novembre 1859, n. 3720, ne estese la competenza territoriale a tutti gli stati (meno la [[Toscana]]) che via via andavano annettendosi al Regno di Sardegna durante la [[seconda guerra d'indipendenza italiana]]; la stessa norma attribuiva il comando delle funzioni di pubblica sicurezza ai questori delle città capoluogo di provincia con più di 60.000 abitanti, e per la prima volta fu istituito il ruolo degli ispettori.
 
== Istruzione ==