San Marzano di San Giuseppe: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m standardizzo
Asia (discussione | contributi)
Riga 77:
=== Demetrio Capuzzimati e l'insediamento albanese (1530) ===
{{vedi anche|Giorgio Castriota Scanderbeg#Le imprese militari in Italia}}
Verso la fine del secolo XV e l'inizio del secolo XVI molti casali nell'Albania Tarantina, distrutti dai soldati albanesi di [[Giorgio Castriota Scanderbeg]] durante la [[Congiura dei baroni#Il primo scontro (1459-1464)|rivolta dei baroni locali]] (1459-1462) furono ricostruiti e insediati dagli albanesi stessi.<ref name="arbitalia" />
 
Il feudo di San Marzano disabitato venne acquistato da Francesco Antoglietta, 3º [[barone]] di Fragagnano nel 1504.<ref>Scipione Ammirato, p. 38</ref> È storicamente provato che già intorno al 1508 si erano insediate nella parte bassa di San Marzano alcune famiglie [[Corfù|corfiote]] ed [[epiro]]te provenienti dal vicino villaggio di Fragagnano a causa della incompatibilità con la popolazione autoctona.<ref name=":05">San Marzano di San Giuseppe, comunità Arbëresh, p. 5</ref> La presenza di questa prima piccola comunità potrebbe spiegare la natura del primo tessuto urbano del casale dopo il 1530.<ref name=":11">Cenni storici, p. 11</ref>
 
Ci sono poche prove del primo insediamento di San Marzano. Solo da un inventario dei beni del [[Università]] di Taranto del 1528 si evince che San Marzano per ''"servicio Cesareo"'' ha dovuto pagare dieci [[Unità di misura storiche della Sicilia|salme]] di paglia.<ref name=":12">Cenni storici, p. 12</ref>
[[File:San Marzano di San Giuseppe - Palazzo Capuzzimati.jpg|miniatura|upright=1.5|Palazzo Capuzzimati con la chiesa San Gennaro del XVI secolo]]
Il 27 luglio 1530, il feudo reale di San Marzano, insieme al titolo di barone, venne venduto dal [[viceré di Napoli]], cardinale [[Pompeo Colonna]],<ref name=":05" /> al collocatore<ref>José M. Floristán, p. 134</ref> e capitano degli [[stradioti]] di origine albanese, Demetrio Capuzzimati (il cui cognome è stato italianizzato, in quanto letteralmente in lingua albanese significa “scarpa grande”)<ref>{{cita web|url=http://www.salentoacolory.it/san-marzano-san-giuseppe-anima-arbereshe/ |titolo=San Marzano di San Giuseppe, anima arbereshe |accesso=9 febbraio 2019}}</ref> per 700 ducati.<ref name=":5" /> Demetrio Capuzzimati († 17 febbraio 1557 a San Marzano di San Giuseppe), figlio di un soldato che aveva combattuto al fianco di Scanderbeg contro la congiura dei baroni locali (1459-1462),<ref>Luigi Carducci, p. 340</ref> aveva partecipato valorosamente alle [[Guerre d'Italia del XVI secolo|guerre italiane]] contro Francesco I, re di Francia.<ref name="arbitalia" />
 
Con disposizione del 24 aprile 1530, il [[re di Napoli]], [[Carlo V d'Asburgo|Carlo IV]], incaricò il [[viceré di Napoli]], [[Filiberto di Chalons|Filiberto de Chalôns]] di mettere all'asta i beni appartenenti al regio demanio e quei feudi devoluti alla corona, per raggiungere la somma di 40.000 [[Ducato (moneta)#Ducato d'oro|ducati d'oro]]. A sua volta, il principe de Chalôns delegò per tale operazione il [[luogotenente]] [[Pompeo Colonna]], futuro viceré.<ref>{{cita libro|autore=Vincenza Musardo Talò |titolo=San Marzano di San Giuseppe - Un'isola culturale in Tera di Puglia |editore=Edizioni del Grifo |città=Lecce |anno=1997 |pagine=65}}</ref>
La [[compravendita]] venne confermata il 5 febbraio del 1536 con regio assenso di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] affinché "''possit rehabitare de hominibus et incolis ibidem habitare volentibus de exteris lamen et non regnicolis hec numeratis in ulla numeratione''" con il privilegio d'esenzione fiscale per dieci anni. Nello stesso anno, l’8 novembre, il Capuzzimati acquisì in [[enfiteusi]] dal clero di Taranto anche l'adiacente feudo ''deli Rizzi'',<ref name=":52" /><ref>Pietro Dalena, p. 61</ref> dove si trovava il medievale Castrum Carrellum.<ref name="storia" /> Per questa concessione Capuzzimati avrebbe dovuto pagare al clero tarantino annualmente 50 ducati in [[Carlino (moneta)|carlini]] d'argento. La fusione dei due feudi creò l'attuale San Marzano.
 
Il 1° maggio di quell'anno, il viceré, con dispaccio personale, dispose la delega al Colonna di vendere città, terre, luoghi, castelli ecc.<ref>{{cita libro|autore=Francesco OcchinegroTalò |titolo=San Marzano in Terra d'Otranto e i suoi demani, voll. 2 |editore=Tip. Figli Martucci |città=Taranto |anno=1899 |pagine=22-23}}</ref> Si avviò una serie di negozi che vide interessato anche il feudo di San Marzano, per il quale fece richiesta di acquisto un "caballero de armadura ligera" (cavaliere della [[cavalleria leggera]]),<ref>{{cita libro|autore=J. Ernesto Martinez Ferrando, a cura di |titolo=Privilegios otorgados por el emperador Carlos V en el reino de Nápoles |editore= |città=Barcelona |anno=1943 |pagine=364}}</ref> Demetrio Capuzzimati (anche: Capuzomano; il cui cognome è stato italianizzato, in quanto letteralmente in lingua albanese significa “scarpa grande”)<ref>{{cita web|url=http://www.salentoacolory.it/san-marzano-san-giuseppe-anima-arbereshe/ |titolo=San Marzano di San Giuseppe, anima arbereshe |accesso=9 febbraio 2019}}</ref> che lo ebbe per 700 ducati insieme al titolo di barone con atto di compravendita, datata 27 luglio 1530.<ref name=":05" />
 
[[File:San Marzano di San Giuseppe - Palazzo Capuzzimati.jpg|miniatura|upright=1.5|Palazzo Capuzzimati con la chiesa San Gennaro del XVI secolo]]
LaCon regio assenso di Carlo IV, la [[compravendita]] venne confermata ilal 5collocatore<ref>José M. Floristán, p. 134</ref> Demetrio Capuzzimati († 17 febbraio 1557 a San Marzano di San Giuseppe), probabile figlio o fratello del 1536capitano condegli regiostradioti, assensoGiorgio Capozimadi di [[CarloNauplia]], Vil d'Asburgo|Carlo5 V]]febbraio del 1536 affinché "''possit rehabitare de hominibus et incolis ibidem habitare volentibus de exteris lamen et non regnicolis hec numeratis in ulla numeratione''" con il privilegio d'esenzione fiscale per dieci anni. Nello stesso anno, l’8 novembre, il Capuzzimati acquisì in [[enfiteusi]] dal clero di Taranto anche l'adiacente feudo ''deli Rizzi'',<ref name=":52" /><ref>Pietro Dalena, p. 61</ref> dove si trovava il medievale Castrum Carrellum.<ref name="storia" /> Per questa concessione Capuzzimati avrebbe dovuto pagare al clero tarantino annualmente 50 ducati in [[Carlino (moneta)|carlini]] d'argento. La fusione dei due feudi creò l'attuale San Marzano.
 
Durante il dominio del Capuzzimati il contado si popolò di numerose famiglie albanesi che, oltre alla lingua di origine, portarono nella nuova patria gli usi, costumi e la propria fede [[Chiesa ortodossa|orientale]].<ref name="arbitalia" /> Le famiglie concorsero a riedificare il casale e a riportare alla coltura diverse zone del feudo.<ref>Pietro Dalena, p. 62</ref> Il Capuzzimati iniziò immediatamente la costruzione del palazzo feudale al confine dei due feudi. Il confine era esattamente tra le porte dell'antico cancello d'ingresso.<ref name=":5" /> Da un lato c'era un piccolo gruppo di case dietro le odierne Vie Cisterne, Trozzola e, forse, una parte delle vie Vignale e Garibaldi. Dall'altra parte si trovava la parte principale del centro storico tra le vie Addolorata e Casalini con accesso al Palazzo Capuzzimati da destra e da sinistra.<ref name=":11" /> I due quartieri abitativi furono separati dal parco baronale, dagli uliveti e vigneti che raggiungevano la piazza dell'odierna chiesa madre. Questi boschetti esistevano ancora dopo l'unione d'Italia.<ref name=":12" />