Fluorescenza: differenze tra le versioni

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La fluorescenza fu descritta in letteratura scientifica nel 1845 da [[John Herschel]], figlio del noto astronomo [[William Herschel]], il quale osservò un comportamento peculiare da parte di una soluzione incolore di solfato di [[chinino]], che se esposta alla luce del sole sviluppava un colore superficiale blu<ref>{{cita|Lakowicz|p. 2}}.</ref>, ma solo nel XX secolo si arrivò alla conoscenza della struttura atomica sufficiente per descrivere la natura del fenomeno, ed ai suoi primi usi in spettroscopia rappresentati dal lavoro di [[Aleksander Jabłoński]].<ref>{{cita|Lakowicz|p. 4}}.</ref>
 
==Il meccanismoDescrizione ==
Una radiazione incidente (nell'esempio della lampada di Wood si tratta di raggi ultravioletti) eccita gli [[atomo|atomi]] della sostanza fluorescente, promuovendo un [[elettrone]] a un livello energetico (vedi [[orbitale atomico|orbitale]]) meno legato, più energetico e quindi più "esterno". Entro poche decine di nanosecondi, l'elettrone eccitato torna al livello precedente in due o più fasi, passando cioè per uno o più stati eccitati a energia intermedia. Tutti i decadimenti tranne uno sono, di solito, non radiativi, mentre l'ultimo [[emissione spontanea|emette]] luce a lunghezza d'onda maggiore rispetto alla radiazione incidente (non necessariamente nello spettro visibile): questa luce è detta "fluorescenza".
 
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Infine è importante citare il [[coefficiente di estinzione molare|coefficiente di assorbimento molare]], dal quale dipende il tempo di vita media dello stato eccitato. Maggiore è il coefficiente, minore è il tempo di vita media, maggiore sarà la probabilità di fluorescenza.
 
=== Fluorescenza e fosforescenza ===
La fluorescenza è uno dei [[due]] processi [[radiazione|radiativi]], insieme alla [[fosforescenza]], con cui si può verificare il rilassamento di una [[molecola]] eccitata.