Il muro di gomma: differenze tra le versioni

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'''''Il muro di gomma''''' è un [[film]] [[italia]]no del [[1991]] diretto da [[Marco Risi]].
 
Il film racconta la storia di Rocco Ferrante, [[giornalista]] del ''[[Corriere della Sera]]'', che per dieci anni seguì le indagini sull'[[strage di Ustica|incidente aereo di Ustica]] del [[1980]] in cui morirono 81 persone.
 
Lungi dal proporre una soluzione alla vicenda, ad oggi ancora non compiutamente chiarita, ''Il muro di gomma'' illustra il bisogno di verità creatosi intorno alla faccenda.
Ispirato all'esperienza di [[Andrea Purgatori]], da sempre impegnato sul caso del disastro aereo, vede tra gli sceneggiatori lo stesso giornalista che, nel film, compare anche in diversi ''[[cameo]]''.
 
Per evitare problemi legali con il [[Ministero della difesa|ministero della Difesa]] le uniformi figuravano con stellette a sei punti invece di cinque, come già accaduto per ''[[Soldati - 365 all'alba|Soldati]]'', dello stesso Risi, il cui contenuto era ritenuto poco edificante per le forze armate.
Ispirato all'esperienza di [[Andrea Purgatori]], da sempre impegnato sul caso del disastro aereo, vede tra gli sceneggiatori lo stesso giornalista che, nel film, compare anche in diversi ''[[cameo]]''.
 
Per evitare problemi legali con il [[Ministero della difesa|ministero della Difesa]] le uniformi figuravano con stellette a sei punti invece di cinque, come già accaduto per ''[[Soldati - 365 all'alba|Soldati]]'', dello stesso Risi, il cui contenuto era ritenuto poco edificante per le forze armate.
 
Il titolo del film deriva dalla frase utilizzata dall'avvocato Giordani per riferirsi alla barriera di [[omertà]] sull'incidente, che la dichiarazione del maresciallo Caroli aveva per la prima volta penetrato: «dopo anni e anni per la prima volta uno squarcio si apre in questo muro di omertà, in questo muro di gomma».
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== Trama ==
[[27 giugno]] [[1980]]: la [[torre di controllo]] dell'[[aeroporto di Roma-Ciampino]] perde il contatto con il volo di linea [[Itavia]] IH870 in volo da [[Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|Bologna Borgo Panigale]] a [[aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Palermo Punta Raisi]].
 
A [[Roma]] il giornalista Rocco Ferrante, mentre è nell'appartamento nel quale convive con Anna, riceve una telefonata da un conoscente operatore radar di Ciampino, che gli comunica dell'incidente aereo a [[Ustica]], facendo vago riferimento ad un abbattimento.
 
Alla redazione del ''[[Corriere della Sera]]'', tra le direttive impartite ai giornalisti per occuparsi del caso, Rocco viene mandato a [[Palermo]], per incontrare i parenti delle vittime. Qui Rocco fa la conoscenza, all'uscita dell'[[obitorio]] dove le salme finora recuperate sono portate per il riconoscimento, di Giannina, rimasta sola con la figlia di 8 anni Silvia dopo la perdita del marito. Rocco cerca poi, invano, di strappare qualche informazione all'amico che gli aveva parlato per telefono dell'abbattimento dell'aereo, e poi torna a Roma.
 
La redazione prende istruzioni dal direttore, e poi tutti tornano al lavoro sul caso: Rocco assiste attonito alla seduta del parlamento, con solo 16 politici presenti, in cui il Ministro della difesa promette che sarà fatta luce sulla faccenda. Successivamente Rocco si reca al Palazzo dell'[[Aeronautica]], dove il [[Generale]] portavoce sostiene come la probabile causa del disastro sia un cedimento strutturale dell'aereo; questa ipotesi è però seccamente smentita da un portavoce dell'azienda [[Stati Uniti d'America|statunitense]] che vende quei velivoli.
 
Nella mente di Rocco prende allora corpo un'altra ipotesi: essendo l'aereo esploso in volo, qualcosa deve averlo fatto saltare in aria: una bomba o un missile. L'ipotesi di un ordigno a tempo è scartata perché essendo il volo partito con due ore di ritardo da Bologna il [[timer]] lo avrebbe fatto esplodere quando era ancora a terra, ma il missile non è da escludere. E poiché il traffico aereo militare nella zona incriminata è perlopiù dell'aviazione statunitense, Rocco si reca all'ambasciata statunitense, che nega un qualsiasi coinvolgimento.
 
Rocco incontra un giudice che si occupa dell'inchiesta, che segue in [[Inghilterra]] per ottenere maggiori informazioni sulle perizie che verranno effettuate. Al suo ritorno in Italia Rocco si accorge di come la sua indagine stia facendo luce in una faccenda che molti, come aveva già capito da alcune confidenze fattegli, volevano tenere riservata e gestita con calma dagli addetti ai lavori: è vittima di telefonate anonime.
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[[1985]]: un giorno, mentre butta via alcuni vecchi documenti, Rocco scopre da un fascicolo militare che il 18 luglio 1980, data in cui era stato accertato fosse caduto sulla [[Sila]] il [[MiG-23#Varianti|MiG-23MS]] con i colori dell'Aeronautica Militare [[Libia|libica]], nel [[Canale di Sicilia]] era in atto una simulazione aeronavale interalleata di notevoli dimensioni. Con il grande spiegamento di forze militari nella zona è impossibile che il [[MiG]] fosse riuscito ad arrivare fino alla Sila senza essere visto. Rocco va allora in [[Calabria]], per raccogliere informazioni: parlando con il medico che aveva effettuato l'autopsia sul cadavere del pilota del Mig scopre che questo aveva ricevuto pressioni per dichiarare che la morte fosse avvenuta a metà luglio, mentre dallo stato di decomposizione essa era individuabile nel periodo dell'incidente di Ustica.
 
Molte autorità del posto negano versioni diverse da quelle accertate ufficialmente, anche se intervistando abitanti del luogo Rocco trova conferme del fatto che il Mig si fosse schiantato proprio il 27 giugno. Nel [[1988]] Rocco riceve, prima che sia messa a disposizione delle autorità italiane, la perizia sulla carcassa del DC-9: l'aereo dell'[[Itavia]] è stato con ogni probabilità abbattuto da un [[missile]]. La notizia viene immediatamente pubblicata.
 
Estate [[1989]]: interrogato al processo, il maresciallo Luciano Caroli (ispirato al maresciallo Luciano Carico dell' [[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronatica]] Militare) racconta le ultime azioni del DC-9 che aveva seguito grazie alla traccia del radar. Egli afferma di aver visto chiaramente l'aereo cadere, di aver visto ad un certo punto la traccia che cominciava a scadere di qualità, cioè ad essere debole. Immediatamente segnalava lo strano evento al tenente che gli sedeva a fianco. In quel momento il DC9 doveva essere sul mare, e contemporaneamente si metteva in contatto con Punta Raisi e con Fiumicino per avere notizie sull'ora del decollo, per verificare un possibile ritardo. Il maresciallo dichiara inoltre che Punta Raisi rispose che stavano aspettando il DC9 a momenti, e che nel frattempo il tenente cercava di chiamare l'aereo per radio, senza avere risposta.
 
Nel [[1990]] vengono interrogati i militari dell'Aeronautica incriminati per aver inquinato e depistato le indagini sulla strage di Ustica. All'uscita dall'aula Rocco segue fino alla macchina l'ammiraglio che lo aveva aggredito verbalmente anni addietro, rinfacciandogli le accuse di essere pagato da qualcuno per alimentare quello scandalo.