Thomas Jefferson: differenze tra le versioni

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=== Ideali ===
[[File:2006 Nickel Proof Obv.png|thumb|left|Jefferson ritratto su una moneta da 5 centesimi]]
Il pensiero di Jefferson fu fortemente influenzato dall'[[illuminismo]], al punto che egli stesso definì [[John Locke]], [[Francesco Bacone|Francis Bacon]] e [[Isaac Newton]], i tre più grandi uomini della storia.<ref>{{cita|Peterson, 1986|p. 1236|Pete86}}.</ref> Fu inoltre un convinto sostenitore di un'America libera, composta da agricoltori liberi, fatto che lo spinse ad impegnarsi affinché ogni cittadino americano potesse acquisire un pezzo di terreno. Jefferson fu anche un convinto sostenitore del [[libero mercato]]. Durante la sua permanenza in Europa, in veste di emissario, aveva ratificato un [[accordo commerciale]] con la [[Prussia]].<ref>{{cita web|http://avalon.law.yale.edu/18th_century/prus1785.asp|titolo=The Avalon Project: Trattato di Commercio con la Prussia|accesso=30 marzo 2012|lingua=en|sito=Yale law school}}</ref> La sua ferma convinzione che il [[liberismo]] fosse il futuro migliore per la neo-fondata nazione fu però anche alla base delle numerose divergenze avute con Hamilton. Hamilton, di origini newyorkesi e con una visione più conservatrice, si era dichiarato disposto a proteggere il settore manifatturiero americano anche a costo di introdurre dazi sui beni importati. Questa controversia fu infine alla base della [[guerra di secessione]] e delle differenze tra gli Stati del nord, per lo più industrializzati e privi di una componente agricola, e quelli del sud, fortemente legati all'agricoltura e privi di grandi complessi [[Impianto industriale|industriali]] e [[Manifattura|manifatturieri]]. Jefferson fu anche uno dei principali sostenitori del pensiero democratico e del riconoscimento dei [[diritti umani]], una visione che probabilmente aveva maturato durante il suo periodo di diplomatico a Parigi, quando fu coinvolto nella [[rivoluzione francese]].<ref name=Ber78/><ref>{{cita web|url=http://avalon.law.yale.edu/19th_century/jefinau1.asp|titolo=The Avalon Project: First Inaugural Address|accesso=30 marzo 2012|lingua=en|sito=Yale law school}}</ref>
 
Jefferson fu anche uno dei principali sostenitori del pensiero democratico e del riconoscimento dei [[diritti umani]], una visione che probabilmente aveva maturato durante il suo periodo di diplomatico a Parigi, quando fu coinvolto nella [[rivoluzione francese]].<ref name=Ber78/><ref>{{cita web|url=http://avalon.law.yale.edu/19th_century/jefinau1.asp|titolo=The Avalon Project: First Inaugural Address|accesso=30 marzo 2012|lingua=en|sito=Yale law school}}</ref>
 
Per quanto riguardava la politica interna, Jefferson fu un instancabile fautore del sistema federalista, nel quale i singoli stati potessero godere di ampi margini di autodeterminazione. Egli stesso affermò, in occasione delle ''Kentucky Resolutions'', che gli Stati Uniti erano una confederazione di singoli stati indipendenti, uniti da un unico potere centrale, il quale poteva essere esercitato in ottemperanza agli articoli della costituzione e solo nei casi in cui la costituzione esplicitamente lo avesse previsto.<ref name="ken"/> La convinzione al riguardo di questo argomento da parte di Jefferson fu così forte che, qualora una decisione del Congresso non fosse stata prontamente sostenuta da un articolo della costituzione, egli era propenso ad annullarla.<ref name="ken"/> La visione di Jefferson si spinse fino al punto di sostenere che il potere centrale non potesse interferire con il [[potere legislativo]] dei singoli stati, come d'altronde previsto dai primi accordi confederali che dettero vita agli Stati Uniti d'America. Tale posizione ebbe inoltre un'importanza non secondaria nella futura [[guerra di secessione]] e diede spunto ad innumerevoli dibattiti politici riguardo al potere centrale.