Bruno di Querfurt: differenze tra le versioni

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Bruno di Querfurt, Bonifacio quando divenne [[Monachesimo|monaco]], proveniva da una dinastia di nobili di Querfurt, imparentata con la famiglia imperiale sassone.<ref>Atti della seconda Settimana internazionale di studio, ''[https://books.google.it/books?id=XXgUAAAAIAAJ&q=bruno+di+querfurt&dq=bruno+di+querfurt&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjbq4uays_jAhVK_qQKHYQCBeg4ChDoAQgxMAM| L'eremitismo in Occidente Nei Secoli XI E XII]'', Società Editrice Vita e Pensiero, Milano, 1965, p.86.</ref> Era uno dei quattro figli di [[Bruno il Vecchio]], il primo signore riconosciuto della Rocca di Querfurt nello [[Hassegau]] e della di lui moglie Ida.
 
Fu educato nella famosa [[Scuola cattedrale|scuola del Duomo]] di [[Magdeburgo]], dove incontrò e divenne amico del compagno [[Tietmaro di Merseburgo|Titmaro di Merseburgo]],<ref>{{Cita libro|autore=Tietmaro di Merseburgo|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|pp=16 e 17|capitolo=Introduzione all'opera|ISBN=978-8833390857}}</ref> e a 20 anni di età era già cappellano di corte dell'[[Ottone III di Sassonia|imperatore Ottone III]].<ref>Michele Maccarrone, ''[https://books.google.it/books?id=zlNTa9zvh4MC&dq=bruno+di+querfurt&focus=searchwithinvolume&q=bruno+querfurt| Romana ecclesia - cathedra Petri]'', Herder, 1991, ISBN 978-88-85-87615-6, p.686: “suo cappellano e confidente, non tanto per adesione alle concezioni papali (...)”.</ref>. Già dopo un anno egli rinunciava alla sua molto promettente posizione e, dopo aver accompagnato nel [[996]] l'imperatore nel suo viaggio di incoronazione a [[Roma]], divenne [[Congregazione dei Camaldolesi|monaco camaldolese]] nel [[Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio|convento dei santi Alessio e Bonifacio]], proprio come il vescovo [[Adalberto di Praga]], suo predecessore nel martirio.
 
Dopo cinque anni di vita nel convento si unì a [[Romualdo di Camaldoli|Romualdo]], il grande combattente contro la rilassatezza che aveva preso piede in molti conventi. Non appena giunse in Italia la notizia della morte nel martirio di Adalberto (23 aprile [[997]]), Bruno decise di seguire il suo esempio, che tuttavia non poté mettere in pratica allo stesso modo.