Jeanne Daman: differenze tra le versioni

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Quando cominciò ad insegnare alla scuola Nos Petits, assistesse sin da subito agli arresti di massa degli ebrei. Ogni giorno trovava sempre più bambini assenti, i quali venivano portati vai dai tedeschi assieme alle loro famiglie o messi negli orfanotrofi. I genitori dei bambini rimasti spesso cercavano aiuto da lei e dalla scuola, ma nessuno poteva fare nulla contro le forze naziste. Ad un certo punto la scuola ebraica dovette chiudere per impedire ulteriori identificazioni dei bambini ebrei da parte dei nazisti. Tuttavia, gli sforzi della Daman per salvare i bambini non finirono lì.<ref name=":0"/><ref name=":1"/><ref name=":2"/>
 
Jeanne Daman iniziò ad assistere i bambini ebrei trovando loro luoghi sicuri in cui nascondersi, come le case di famiglie belghe disposte a correre il rischio di ospitarli, e non perse mai i contatti con nessuno di loro. La ragazza in totale contribuì a salvare dai nazisti circa duemila bambini ebrei, scortandoli al sicuro nei rifugi clandestini a loro assegnati.<ref name=":0"/><ref name=":1"/><ref name=":2"/><ref>{{Cita web|url=http://www.jta.org/1972/10/06/archive/former-catholic-teacher-honored-for-saving-2000-jewish-children-from-nazis|titolo=Former Catholic Teacher Honored for Saving 2000 Jewish Children from Nazis|sito=[[Jewish Telegraphic Agency]]}}</ref><ref name="Mikhman1998">{{Cita libro|autore=Dan Mikhman|titolo=Belgium and the Holocaust: Jews, Belgians, Germans|url=https://books.google.com/books?id=Gpk7P_mMFyUC&pg=PA310|anno=1998|editore=Berghahn Books|pp=310–|ISBN=978-965-308-068-3}}</ref> Dopo la guerra aiutò a riconsegnare i bambini alle loro famiglie e a prendersi cura di quelli sopravvissuti ai campi di concentramento.<ref name="Mikhman1998"/><ref name="yadvashem.org"/> La Daman fece anche assumere le donne ebree come cameriere nelle famiglie belghe, fornendo loro documenti di identità falsi e tessere annonarie, e tenendole informate su dove si nascondevano i loro figli.<ref name="yadvashem.org" />
 
Aiutò inoltre i partigiani a localizzare i collaborazionisti in modo che potessero essere uccisi.<ref name="yadvashem.org"/>/ Successivamente assunse una nuova identità e lavorò come assistente sociale per la Winter Help, un'organizzazione di assistenza sociale tedesca.<ref name="yadvashem.org" /> Verso la fine del conflitto cominciò a trasportare le armi al Mouvement Royal Belge e lavorò come agente di intelligence per il Belgian Partisans Army.<ref name="yadvashem.org"/>