Vittoria del Regno Unito: differenze tra le versioni

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|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stata [[Monarca|regina]] del [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda]] dal 20 giugno [[1837]] e [[Imperatrice]] d'[[India britannica|India]] dal [[1876]] fino alla sua morte. Il suo lunghissimo regno viene anche conosciuto come ''[[Età vittoriana|epoca vittoriana]]''
}}
 
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Quando questa morì nel [[1817]] gli altri figli di re Giorgio III si affrettarono a sposarsi e ad avere figli per assicurare un erede al re. A cinquant' anni il duca di Kent e Strathearn si sposò con la principessa [[Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld]], vedova di [[Emilio Carlo di Leiningen|Emilio Carlo, principe di Leiningen]], nonché sorella del [[Leopoldo I del Belgio|principe di Sassonia-Coburgo-Saalfeld]], vedovo della principessa [[Carlotta Augusta di Hannover|Carlotta]]. Vittoria, la sola figlia della coppia, nacque a [[Kensington Palace]], a [[Londra]], nella notte del 24 maggio [[1819]] alle ore 4:15<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 3-12}}.</ref><ref>{{Cita|Stratchey|pp. 1-17}}.</ref>.
 
[[File:Princess_Victoria_and_Dash_by_George_Hayter.jpg|thumb|left|Ritratto della Peincipessa Alexandrina Victoria del Kent col suo [[spaniel]] Dash. Vittoria segnò le sedute per il quadro originale, tra il 29 gennaio e il 22 marzo, nel suo diario. L'originale venne esposto alla [[Royal Academy of Arts|Royal Academy]] a [[Londra]] nel [[1833]], e fu riprodotto in copie a mezzatinta e ad olio. Oggi questo dipinto di [[George Hayter]] fa parte della [[Royal Collection]]]]
Con grande dispiacere del duca di Kent, che avrebbe preferito il nome Elisabetta, la bambina fu chiamata Alessandrina Vittoria, in quanto il [[Giorgio IV del Regno Unito|Principe reggente]], sempre desideroso di irritare il fratello minore, aveva invitato a fare da padrino lo zar [[Alessandro I di Russia]]. Tuttavia, dalla nascita ella venne formalmente chiamata ''Sua Altezza Reale Principessa Vittoria di Kent'', ma in seno alla famiglia venne chiamata Drina<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 12-13}}.</ref>.
 
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Il ministero Russell, nonostante fosse ''Whig'', non fu favorito dalla regina<ref>{{Cita|St Aubyn|p. 216}}.</ref>. Particolarmente irriguardoso nei riguardi di Vittoria fu il [[Segretario di Stato per gli affari esteri|ministro degli esteri]], [[Henry John Temple, III visconte Palmerston|lord Palmerston]], che spesso agì senza consultare il consiglio dei ministri, il primo ministro o la regina<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 196-198}}.</ref>. Nel [[1849]] Vittoria inviò una nota di lamentela a lord John Russell perché Palmerston aveva inviato note ufficiali a leader stranieri senza che lei ne fosse a conoscenza. Vittoria ripeté le sue rimostranze nel [[1850]], ma senza effetto. Fu solo nel [[1851]] che lord Palmerston fu rimosso dal suo incarico, annunciando l'approvazione del Governo Britannico al colpo di Stato di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]], senza che il primo ministro ne fosse informato preventivamente<ref>{{Cita|St Aubyn|pp. 244-254}}.</ref>.
 
Il periodo durante il quale Russell fu primo ministro fu molto faticoso per la regina Vittoria: nel [[1849]] un irlandese disoccupato e rancoroso, [[John Hamilton]], tentò di spaventarla scaricando una pistola a salve in sua presenza: Hamilton fu condannato ai sensi della legge del [[1842]] al massimo della pena; nel [[1850]], mentre passeggiava in carrozza, fu colpita da un ex ufficiale dell'esercito, [[Robert Pate]], con il bastone da passeggio, che ammaccò il suo cappello e la graffiò: il responsabile fu processato e, non riuscendo a provare di essere malato di mente, subì la stessa condanna di Hamilton<ref>{{Cita|Sitwell|p. 79}}.</ref>.
 
Oltre a tali problemi la regina dovette subire le conseguenze degli ultimi parti: infatti nel 1853 Vittoria diede alla luce Leopoldo con l'aiuto del [[cloroformio]] che ella, in contrasto con il parere dei medici e l'opposizione dei membri del clero, volle adottare anche nel 1857 per il parto di Beatrice, sua ultima figlia<ref>{{Cita|Hibbert|pp. 216-217}}.</ref>; in ogni caso tali gravidanze la stressarono molto cagionandole diversi episodi di [[isteria]], documentati dal carteggio con il marito<ref>{{Cita|Woodham-Smith|pp. 328-331}}.</ref>.