Storia economica del Regno Unito: differenze tra le versioni
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Durante la rivoluzione industriale l'impero divenne meno importante e meno apprezzato. La sconfitta britannica nella [[Guerra d'indipendenza americana]] (1775-1783) la privò delle sue colonie più grandi e più sviluppate. Questa perdita portò la consapevolezza che le colonie non erano particolarmente vantaggiose dal punto di vista economico per l'economia domestica.<ref>{{cita libro |nome=Piers |cognome=Brendon |titolo=The Decline and Fall of the British Empire, 1781-1997 |editore=Alfred A. Knopf |anno=2008 |isbn=978-0-30726-829-7}}</ref> Ci si rese conto che i costi di occupazione delle colonie superavano spesso il rendimento finanziario per il contribuente. In altre parole, l'impero formale non offriva grandi benefici economici quando il commercio sarebbe continuato, indipendentemente dal fatto che le entità politiche oltremare fossero nominalmente sovrane o meno. La rivoluzione americana contribuì a dimostrarlo mostrando che la Gran Bretagna poteva ancora controllare gli scambi con le colonie senza dover pagare per la loro difesa e il loro governo. Il capitalismo incoraggiò i britannici a concedere l'autogoverno alle loro colonie, a partire dal [[Storia del Canada|Canada]], che divenne unificato e in gran parte indipendente nel 1867, e dall'[[Storia dell'Australia|Australia]], che ne seguì l'esempio nel 1901.<ref>{{cita|Cain e Hopkins (2001)}}.</ref>
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=== Guerre napoleoniche ===
Cruciale per il successo della Gran Bretagna nell'affrontare [[Napoleone]] fu la sua superiore situazione economica. Essa fu in grado di mobilitare le risorse industriali e finanziarie della nazione e applicarle alla sconfitta della Francia. Con una popolazione di 16 milioni la Gran Bretagna era a malapena la metà della Francia con 30 milioni. In termini di soldati, il vantaggio numerico francese fu compensato dai sussidi britannici che pagarono una grande parte dei soldati austriaci e russi, raggiungendo un picco di circa 450.000 nel 1813.<ref>{{cita libro |nome=Paul |Kennedy |titolo=The Rise and Fall of the Great Powers – economic change and military conflict from 1500 to 2000 |editore=|anno=1989 |pp=128–9 |isbn=978-0-679-72019-5}}</ref>
Ancora più importante, la produzione nazionale britannica rimase forte. Tessile e ferro crebbero nettamente. La produzione di ferro si espanse poiché la domanda di cannoni e munizioni era insaziabile. I prezzi agricoli salirono alle stelle: fu un periodo d'oro per l'agricoltura, anche se carenze di cibo apparvero qua e là. Ci furono rivolte in Cornovaglia, nel Devon e nel Somerset durante le carenze di cibo del 1800-01. Le folle costrinsero i commercianti a consegnare le loro scorte, poiché il cibo veniva distribuito agli affamati dai comitati popolari. Wells conclude che i disordini indicano profondi rancori sociali che si estendevano ben oltre le immediate carenze di cibo.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Roger |cognome=Wells |titolo=The revolt of the south-west, 1800-1801: a study in English popular protest |rivista=Social History |anno=1977 |numero=6 |pp=713-744}}</ref> Nel complesso, tuttavia, la produzione agricola è cresciuta del 50% tra il 1795 e il 1815.<ref>{{cita libro |nome=Asa |cognome=Briggs |titolo=The Making of Modern England 1783-1867: The Age of Improvement |editore=Pearson Education Limited |anno=1959 |pp=162-4 |cid=Briggs (1959)}}</ref>
Il sistema di contrabbandare prodotti finiti nel continente minò gli sforzi francesi di rovinare l'economia britannica tagliando fuori i mercati. Il settore aziendale, ben organizzato, incanalò i prodotti verso ciò di cui i militari avevano bisogno. Non solo il tessuto britannico forniva le uniformi britanniche, ma vestiva pure gli alleati e in verità anche i soldati francesi. La Gran Bretagna usò il suo potere economico per espandere la Royal Navy, raddoppiando il numero di fregate e aumentando il numero di grandi navi della linea del 50%, aumentando nel contempo il ruolo dei marinai da 15.000 a 133.000 in otto anni dopo l'inizio della guerra nel 1793. La Francia, nel frattempo, vide la sua flotta ridursi di oltre la metà.<ref>{{cita|Briggs (1959)|pp=143, 162}}.</ref>
[[File:Dette britannique longue période.png|miniatura|Il [[debito nazionale]] del Regno Unito era ad un'alta percentuale record del PIL alla fine delle guerre napoleoniche, ma fu ampiamente rimborsato nel 1914.]]
Il bilancio britannico nel 1814 raggiunse 66 milioni di sterline, di cui 10 milioni di sterline per la Marina, 40 milioni di sterline per l'esercito, 10 milioni di sterline per gli Alleati e 38 milioni di sterline come interessi sul debito nazionale. Il debito nazionale salì a 679 milioni di sterline, più del doppio del PIL. Esso fu volutamente sostenuto da centinaia di migliaia di investitori e contribuenti, nonostante le maggiori tasse sulla terra e una nuova imposta sul reddito.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Richard |cognome=Cooper |titolo=William Pitt, Taxation, and the Needs of War |pubblicazione=Journal of British Studies |anno=1982 |volume=22 |numero=1 |pp=94-103 |jstor=175658}}</ref> L'intero costo della guerra ammontava a 831 milioni di sterline. Al contrario, il sistema finanziario francese era inadeguato e le forze di Napoleone dovettero affidarsi in parte alle requisizioni delle terre conquistate.<ref>{{cita libro |nome=Élie |cognome=Halévy, ''A History of the English People in 1815'' |anno=1965 |editore=Ernest Benn |volume=2 |pp=205-6, 215-228}}</ref><ref>{{cita libro |nome=Roger |cognome=Knight |titolo=Britain Against Napoleon: The Organisation of Victory, 1793-1815 |editore=Allen Lane |anno=2013}}</ref><ref>{{cita libro |nome=J. Steven |cognome=Watson |titolo=The Reign of George III 1760-1815 |editore=Oxford University Press |anno=1960 |isbn=978-0-198-21713-8 |pp=374-77, 406-7, 463-71}}</ref>
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====Long-term favourable impact====
O'Brien examines the long-term economic impact of the wars, 1793-1815, and finds them generally favourable, except for damage to the working class. The economy was not damaged by the diversion of manpower to the army and navy; in terms of destruction and enforced transfer of national wealth, Britain came out ahead. British control of the oceans proved optimal in creating a liberal free-trade global economy, and helped Britain gain the lion's share of the world's carrying trade and financial support services. The effects were positive for agriculture and most industries, apart from construction. The rate of capital formation was slowed somewhat and national income perhaps would have grown even faster without war. The most negative impact was a drop in living standards for the urban working classes.<ref>Patrick O'Brien, "The Impact of the Revolutionary and Napoleonic Wars, 1793-1815, on the Long-Run Growth of the British Economy," ''Review: A Journal of the Fernand Braudel Center'' (1989) 12#3 pp 335-395.</ref>
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