L'ultimo scugnizzo: differenze tra le versioni

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[[Luigi Chiarelli]], su [[Film (rivista)|Film]], n. 7 del 18 febbraio [[1939]], così commenta: «''È un film un po' pallido, un po' generico. Le persone non hanno vera consistenza e la storia è di un borghesismo scialbo come un lunedì. V'è l'ultimo scugnizzo, è vero - ma perché l'ultimo? perché scugnizzo? - e quest'ultimo scugnizzo è Raffaele Viviani. Grande attore, senza dubbio. Ma dovrebbe parlare in dialetto, perché quando parla italiano la sua voce non riesce a trovare le giuste intonazioni. Raffaele Viviani è costituzionalmente un dialettale, e non deve tradire la sua natura. [...] Dice cose amene, spiritose, pittoresche, si esprime con parole vive ed immagini di popolaresca efficacia, e il pubblico ride. E quando il pubblico ride, il successo del film è assicurato''»
 
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