Prima guerra mondiale: differenze tra le versioni
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In tutti gli eserciti belligeranti la giustizia militare riuscì generalmente a tenere sotto controllo gli episodi d'insubordinazione, diserzione e ammutinamento tra le truppe, ricorrendo spesso a giudizi severi e scarsamente rispettosi dei diritti degli imputati. Particolarmente caustica fu la giustizia militare italiana, che durante la guerra condusse {{formatnum:350000}} processi per {{formatnum:150000}} condanne, di cui più di {{formatnum:4000}} alla pena capitale<ref name="Cita|Winter|p. 167">{{Cita|Winter|p. 167}}.</ref>: il numero dei fucilati italiani (in seguito ad un processo, per quanto poco garantista) si attestò a 729, cui vanno aggiunti oltre 300 casi di esecuzioni sommarie sul campo secondo il metodo della [[decimazione]] (una pratica seguita nel solo Regio Esercito). A titolo di paragone, l'esercito britannico (con un numero di mobilitati più o meno pari a quello italiano) fucilò 350 soldati durante la guerra e quello francese (con un numero doppio di effettivi) 600, con solo rarissimi casi di esecuzione sommaria<ref>{{Cita|Thompson|p. 290.}}</ref>.
Nel 1917, dopo quasi tre anni di scontri sanguinosi con risultati modesti, iniziò a serpeggiare nelle file di molti eserciti un forte malcontento che assunse diverse forme, dai casi di semplice indisciplina fino all'insubordinazione, per arrivare
Nel maggio 1917 vari reparti francesi reduci dalla fallimentare offensiva Nivelle iniziarono una vasta serie di ammutinamenti e sommosse, tornando nelle retrovie e rifiutandosi di obbedire agli ordini; il fenomeno [[Ammutinamenti del 1917 in Francia|si estese]] poi a circa metà dell'esercito francese, coinvolgendo circa 50 divisioni<ref>{{Cita|Gilbert|pp. 406, 407}}.</ref>. Il 1º giugno a [[Missy-aux-Bois]] un reggimento di fanteria francese s'impadronì della città e nominò un "governo pacifista"; per una settimana regnò il caos in tutto il settore del fronte mentre gli ammutinati si rifiutavano di tornare a combattere. Le autorità militari agirono tempestivamente e sotto il pugno di ferro di Pétain cominciarono gli arresti di massa e s'insediarono le [[Corte marziale|corti marziali]], che giudicarono colpevoli di ammutinamento 23.395 soldati, dei quali più di 400 furono condannati a morte (sentenza poi ridotta a 50 fucilati e lavori forzati nelle colonie penali per gli altri). Contemporaneamente Pétain, per ricondurre sotto controllo le truppe, concesse ai soldati periodi di riposo più lunghi, congedi più frequenti e rancio migliore: dopo sei settimane gli ammutinamenti erano cessati<ref>{{Cita|Gilbert|p. 406}}.</ref>.
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