Teodicea: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Editor wikitesto 2017 Modifica da mobile avanzata
m →‎Giustizia retributiva: "Aldilà" come sostantivo tutto attaccato
Etichetta: Modifica da mobile avanzata
Riga 23:
{{Citazione biblica|Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno; prese a dire: Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: «È stato concepito un uomo!».|Giobbe|3, 1-3}}
 
Tra gli amici accorsi al capezzale dove Giobbe si trovava, il primo a intervenire è Elifaz. Per tentare di "giustificare" quanto è appena accaduto, l'amico rievoca un [[principio teologico]] della religione ebraica, la giustizia retributiva: come il benessere e la felicità sono il premio che Dio assegna ai giusti, così la sofferenza è la punizione inflitta agli ingiusti (e questo avviene non nell'al di làaldilà, ma nella vita terrena). Dunque, sostiene Elifaz, la sofferenza di Giobbe è il segno che egli ha peccato, per cui Dio lo sta punendo. Quindi viene anticipata una tendenza classica della teodicea: ''il male fisico è la conseguenza del male morale'', ossia la punizione che Dio manda agli uomini per i loro peccati.
 
La reazione di Giobbe, tuttavia, è esattamente in direzione opposta alle parole dell'amico, il cui atteggiamento insincero sarà condannato da Dio alla fine del libro: