Papa Eugenio IV: differenze tra le versioni

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=== Al fianco di due papi, Gregorio e Martino ===
Favorito dal parente, Gabriele fu promosso a [[protonotario]] papale e tesoriere, quindi, nel [[1407]], fu nominato [[vescovo]] di [[diocesi di Siena|Siena]], usufruendo di una dispensa a causa della giovane età, appena 24 anni.<ref name=":0" /> Nella diocesi toscana non svolse un ruolo di primo piano poiché già il [[12 maggio]] [[1408]] venne creato [[cardinale]] col titolo di [[San Clemente (titolo cardinalizio)|San Clemente]].<ref name=":1" /> Tale nomina fu però la causa della rottura del "fronte romano" durante lo [[Scisma d'Occidente]], in quanto Gregorio si era impegnato, nel conclave che lo elesse, a non nominare nuovi cardinali a meno che il papa "avignonese", [[Antipapa Benedetto XIII|Benedetto XIII]], non ne avessi nominati di più rispetto alla cortesede romana.<ref>{{Cita pubblicazione|autore = D. Girgensohn|titolo = Dalla teoria conciliare del tardo Medioevo alla prassi: il concilio di Pisa del 1409|rivista = “Bollettino storico pisano"|numero = 76|anno = 2007|pp = 99-134}}</ref> Per tutta risposta, i cardinali fedeli a Gregorio XII abbandonarono prontamente il pontefice, riunendosi con gli avignonesi scontenti anch'essi del temporeggiamento di Benedetto, e dando tutti insieme origine a un Concilio volto a eliminare la piaga dello scisma.<ref>Tale [[Concilio di Pisa|Concilio]] si svolse tra il marzo e il luglio 1409 a Pisa, dal quale uscì eletto come pontefice [[Antipapa Alessandro V|Alessandro V]]. Nonostante ciò, i risultati non furono quelli sperati, in quanto il neoeletto non fu riconosciuto da tutti i Paesi d'Europa, contribuendo paradossalmente a un peggioramento dello Scisma.</ref> <br/>
Dal 1408 fino al [[1415]], Gabriele fiancheggiòrimase loal fianco dello zio papa nel suo peregrinare tra Napoli e Carlo Malatesta e, dopo la spontanea abdicazione di Gregorio nel 1415, fu confermato nel suo ruolotitolo di cardinale e procedettepartecipò alla nomina del nuovo pontefice nelal Conclave del [[1417]], nelladove figurafu dieletto [[Martino V]].<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.catholic-hierarchy.org/event/c1417.html|titolo = Conclave del 1417 in Catholic -hierarchy|accesso = |data = }}</ref><br/>
Tra il 1417 e il [[1431]], il cardinale Condulmer fu inviato da Martino V a governare la [[Marca Anconitana]] e la città di [[Bologna]]<ref name=":1" />, in pieno stato d'anarchia a causa dell'assenza del romano pontefice negli ultimi anni. Frattanto, nelNel [[1426]], ambiòcambiò lail suatitolo sedecardinalizio, cardinaliziapassando da San Clemente a quella di [[Santa Maria in Trastevere (titolo cardinalizio)|Santa Maria in Trastevere]].<ref name=":2">{{Cita web|autore = |url = http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bcondu.html|titolo = Carriera ecclesiastica di Gabriele Condulmer|accesso = |data = }}</ref>
 
Tra il 1417 e il [[1431]], il cardinale Condulmer fu inviato da Martino V a governare la [[Marca Anconitana]] e la città di [[Bologna]]<ref name=":1" />, in pieno stato d'anarchia a causa dell'assenza del romano pontefice negli ultimi anni. Frattanto, nel [[1426]], ambiò la sua sede cardinalizia da San Clemente a quella di [[Santa Maria in Trastevere (titolo cardinalizio)|Santa Maria in Trastevere]].<ref name=":2">{{Cita web|autore = |url = http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bcondu.html|titolo = Carriera ecclesiastica di Gabriele Condulmer|accesso = |data = }}</ref>
 
== Il pontificato ==
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Frattanto i padri conciliari riuniti a Basilea avevano scomunicato il Papa come eretico (25 giugno [[1439]]) e il novembre successivo avevano eletto come [[antipapa]] l'ambizioso [[Amedeo VIII di Savoia]], con il nome di Felice V<ref name=":0" />. Felice V, comunque, ottenne scarsa considerazione, tanto che nel [[1442]] il consigliere pontificio, l'[[umanista]] [[papa Pio II|Enea Silvio Piccolomini]], futuro [[papa Pio II]], fece pace con Eugenio<ref>Si veda la voce [[Pio II]]</ref>. Il successivo riconoscimento da parte del Papa alle pretese su [[Napoli]] di re [[Alfonso V d'Aragona]], sottrasse l'ultimo importante appoggio all'ormai diviso concilio di Basilea, e permise a Eugenio di fare un trionfale ritorno a Roma il 26 settembre [[1443]], dopo un [[esilio]] durato quasi dieci anni.
 
Successivamente Eugenio firmò un accordo con parte dei [[Chiesa ortodossa siriaca|Giacobiti]], mentre nel [[1445]] ricevettepromulgò la [[Nestorianibolla pontificia|bolla]] e''Benedictus sit Deus'' di unione con i [[Maronitinestoriani]] ed i [[maroniti]] dell'isola di [[Cipro]]<ref name=":3" /><ref name=":5" />. Nella bolla per la prima volta si fece menzione del termine "caldeo" per distinguere i neoconvertiti dalla chiesa d'origine nestoriana.<ref>Rodolfo Casadei, ''Il sangue dell'agnello'', Guerini, Milano: 2008, pag. 143.</ref><ref>Le unioni risultarono effimere: entro la fine del secolo le rispettive comunità si estinsero o riabbracciarono l'ortodossia.</ref>
 
Eugenio IV, gravemente malato, morì a Roma il 23 febbraio 1447<ref name=":0" />.
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=== La crociata contro gli ottomani ===
{{Vedi anche|Battaglia di Varna}}
L'unione che si era stabilitastata sancita a Firenze, trovò fortissime resistenze tra il clero e la popolazione greca<ref name=":5" />, riuscì però a raggiungere lo scopo politico che si era prefissato. Nello stesso anno, il papa proclamò una crociata contro gli Ottomani, non solo per tutelare gli interessi dei [[Bizantini]], ma anche perché la nazione cristiana d'[[Ungheria]] era minacciata daglidai ottomaniTurchi, dopo la perditacaduta di [[Belgrado]] avvenuta nel [[1440]]. Venne quindi creata una coalizione a cui parteciparono il re d'Ungheria e [[Polonia]], [[Ladislao III di Polonia|Ladislao III Jagellone]], il [[Voivoda]] di [[Transilvania]] e comandante militare della coalizione, [[János Hunyadi|Giovanni Hunyadi]], il [[despota]] [[Serbia|serbo]] [[Đurađ Branković]] e [[Mircea II di Valacchia]], figlio del voivoda [[Vlad II Dracul]]. L'esercito crociatocristiano, in cui era presente anche il legato pontificio [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Giuliano Cesarini]], era composto da circa 25.000 uomini a cui si aggiunsero altri 8.000 serbi.
 
Il papa aiutò finanziariamente la crociata devolvendo un quinto delle entrate pontificie. All'inizio del luglio [[1443]], Branković penetrò vittoriosamente in [[Bulgaria]], liberando [[Niš|Nissa]] e [[Sofia]] ed infliggendo ripetute sconfitte alle truppe ottomane, tanto che queste si dovettero ritirare. Arrivato l'inverno, l'esercito crociato si ritirò a svernare presso [[Buda]]. Malgrado forti resistenze, dettate dall'esigenza di non rompere la pace con i turchi e di mantenere aperti i traffici commerciali con il [[Levante (regione storica)|Levante]], anche [[Venezia]] si decise a partecipare alla guerra, allestendo a proprie spese una flotta per il [[duca di Borgogna]] [[Filippo III di Borgogna|Filippo III, il buono]] e per il papa, il quale si impegnava a pagare gli stipendi dei marinai veneziani. I continui successi dei cristiani, uniti al fatto che si trovava a combattere su molti fronti (Anatolia, Albania, Morea), preoccuparono molto il sultano Murad, tanto che egli firmò un [[Trattato di Adrianopoli (1444)|trattato di pace ad Adrianopoli]] (l'attuale [[Edirne]]) in cui stipulava che l'Impero Ottomano per dieci anni non avrebbe più attaccato nessun paese cristiano e avrebbe assegnato alcuni territori all'Ungheria e alla Serbia. Tale esito del conflitto non piacque al papa, secondo il quale tutta l'area dei [[Balcani]] avrebbe dovuto essere liberata dal controllo degli Ottomani. Furono invalidati i trattati fino ad allora sottoscritti. Il re d'Ungheria fu convinto a riprendere la guerra e, all'inizio della "crociata", [[Venezia]] dispiegò subito in mare la sua potente marina, disponendola tra i [[Balcani]] e l'[[Asia minore]], in modo da presidiare i [[Dardanelli]] e da dividere in due l'Impero ottomano. Quando Murad II venne a conoscenza delle manovre dei cristiani, non esitò a radunare tutto il suo esercito e a farlo sbarcare nei Balcani; questa impresa fu favorita dalle avverse condizioni atmosferiche oppure fu aiutato, forse, dalle navi dei [[Repubblica di Genova|genovesi]]<ref>[[Giorgio Ravegnani]], ''Bisanzio e Venezia'', [[Il Mulino]], [[Bologna]], 2006 - ISBN 978-88-15-10926-2 pag. 181</ref>.[[File:Varna 1444 Polski Kronika from 1564.jpg|thumb|left|La [[battaglia di Varna]].]]
 
Il 10 novembre [[1444]] le forze turche, circa il triplo di quelle nemiche, affrontarono i crociati presso [[battaglia di Varna|Varna]], lungo il [[Mar Nero]]<ref name=":3" />. Le forze crociate furono sbaragliate: perirono il re [[Ladislao III di Polonia|Ladislao]] e il cardinal [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Giuliano Cesarini]]; solo in pochi riuscirono a salvarsi e a ritornare in [[Ungheria]]. La sconfitta di Varna fu un durissimo colpo per il papa, anche se per un po' di tempo gli rimase l'illusione che l'offensiva potesse ripartireessere ripresa. SeEugenio laIV prese conaccusò la flotta [[venezia]]na, accusandola di viltà per non aver bloccato la traversata dei turchi e si rifiutò di pagare il loro stipendio come in precedenza promesso; in qualche maniera riuscì a far svernare due navi da guerra veneziane, una a [[Costantinopoli]] e l'altra a [[Tenedo]], mentre il cardinale [[Francesco Condulmer|Condulmer]] rimaneva a Costantinopoli, in attesa della ripresa dell'offensiva [[Ungheria|ungherese]].
 
=== Relazioni con i monarchi cristiani ===