Siface: differenze tra le versioni

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[[File:East_Numidia.jpg|thumb|upright=1.4|Mappa della Numidia antica]]
 
Il [[206 a.C.]] fu un anno decisivo per le sorti della guerra. Con la vittoria in Spagna Roma diventava minacciosamente troppo vicina, e Siface tornava a guardare a Cartagine come ad un alleato. Il matrimonio con la bellissima [[Sofonisba]], figlia del generale cartaginese [[Asdrubale Giscone]], e un appoggio esplicito di Cartagine a Siface, che approfittando della morte di GaiaGala cercava di estendere i propri domini a spese del regno di Massinissa, provocarono un ribaltamento delle alleanze: Siface si alleò con Cartagine e Massinissa con Roma.
 
Nel [[203 a.C.]] le forze unite di Siface e di Annibale di Gisco si scontrarono con quelle romane guidate da [[Gaio Lelio]], braccio destro di [[Publio Cornelio Scipione|Scipione Africano]], e dei loro alleati guidati da Massinissa nella [[Battaglia dei Campi Magni]]. La vittoria arrise a questi ultimi. Siface venne catturato quando il suo cavallo fu abbattuto mentre egli cercava di fermare la fuga dei suoi. Venne quindi condotto in catene sotto le mura di [[Cirta]], che alla vista del re prigioniero si arrese ai Romani. Massinissa, ormai padrone di tutta la Numidia, sposò il giorno stesso Sofonisba cercando di sottrarla alla vendetta dei Romani (che però la fecero uccidere col veleno il giorno stesso), mentre Siface, sconfitto, veniva trasferito in esilio in Italia, dove morì, a Tivoli, un anno o due dopo.