Medaglia d'oro al valor militare: differenze tra le versioni

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| legendanastro = Nastrino della medaglia d'oro al valor militare
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La '''medaglia d'oro al valor militare''' ('''M.O.V.M.'''), come massimo riconoscimento del valore militare, fu istituita dal re [[Vittorio Amedeo III di Savoia]] il 21 maggio [[1793]] «[…] per ufficiali inferiori e soldati che avevano fatto azioni di segnalato valore in guerra».
 
== Descrizione ==
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Dalla [[Nascita della Repubblica Italiana|proclamazione della Repubblica]], il 2 giugno [[1946]], lo [[Scudo araldico|scudo]] sabaudo è stato sostituito dall'[[emblema della Repubblica Italiana]].
 
Ai sensi della normativa attuale (D. Lgs. 15 marzo 2010, n. 66) la medaglia d'oro al valor militare può essere concessa « [...] ''a coloro i quali, per compiere un atto di ardimento che avrebbe potuto omettersi senza mancare al dovere e all'onore, hanno affrontato scientemente, con insigne coraggio e con felice iniziativa, un grave e manifesto rischio personale in imprese belliche. La concessione'' [...] ''ha luogo solo se l'atto compiuto è tale da poter costituire, sotto ogni aspetto, un esempio degno di essere imitato'' [...]» (art. 1412). «''Le medaglie d'oro'' [...] ''possono essere concesse anche per imprese di carattere militare compiute in tempo di pace, se in esse ricorrono le caratteristiche di cui all'articolo 1412.''» (art. 1413).
 
== Conferimenti più significativi ==
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* Conferimento individuale (uomini): Caporal Maggiore Capo [[Andrea Adorno]] ([[2014]])<ref>"Caporal Maggiore Scelto, Alpino paracadutista, nel corso dell'operazione "Maashin IV", mirata a disarticolare l'insurrezione afghana, conquistato l'obiettivo, veniva investito con la sua unità da intenso fuoco ostile. Con non comune coraggio e assoluto sprezzo del pericolo, raggiungeva d'iniziativa un appiglio tattico dal quale reagiva con la propria arma all'azione dell'avversario. Avvedutosi che il nemico si apprestava ad investire con il fuoco i militari di un'altra squadra del suo plotone, non esitava a frapporsi tra essi e la minaccia interdicendone l'azione. Seriamente ferito ad una gamba, manteneva stoicamente la posizione garantendo la sicurezza necessaria per la riorganizzazione della sua unità. Fulgido esempio di elette virtù militari. Bala Morghab (Afghanistan), 16 luglio 2010"</ref>
* Conferimento individuale (donne): [[Vera Vassalle]] (2003, per i fatti del 1943-44)<ref>"Ventiquattrenne, di eccezionali doti di mente, d’animo e di carattere, all’atto dell’armistizio, incurante di ogni pericolo, attraversava le linee tedesche e si presentava ad un comando alleato per essere impiegata contro il nemico. Seguito un breve corso d’istruzione presso un ufficio informazioni alleato, volontariamente si faceva sbarcare da un Mas italiano, in territorio occupato dai tedeschi. Con altro compagno R. T. portava con sé una radio e carte topografiche, organizzava e faceva funzionare un servizio dì collegamento fra tutti i gruppi di patrioti dislocati nell’appenninonell’Appennino toscano, trasmettendo più di 300 messaggi, dando con precisione importanti informazioni di carattere militare. La sua intelligenza e coraggiosa attività rendeva possibile sessantacinque lanci da aerei a patrioti. Sorpresa dalle SS. tedesche mentre trasmetteva messaggi radio riusciva a fuggire portando con sé codici e documenti segreti e riprendeva la coraggiosa azione clandestina. Pochi giorni prima dell’arrivo degli alleati passava nuovamente le linee tedesche portando preziose notizie sul nemico e sui campi minati. Animata da elevati sentimenti, dimostrava in ogni circostanza spiccato sprezzo del pericolo. Degna rappresentante delle nobili virtù delle donne italiane. Italia occupata, settembre 1943 - luglio 1944"</ref>
* Conferimento "alla bandiera" di unità militare: [[Brigata Ebraica]] ([[2018]], per i fatti del [[1945]])<REF>"Formazione militare alleata composta da volontari di cittadinanza italiana o straniera inquadrata nell'esercito britannico, opero' durante la seconda guerra mondiale offrendo un notevole contributo alla liberazione della Patria e alla lotta contro gli invasori nazisti".</ref><ref>La MOVM è stata consegnata alla attuale 7ª Brigata Corazzata "Saar mi-Golan" dell'Esercito Israeliano, erede del Jewish Infantry Brigade Group britannico della Seconda Guerra Mondiale.</ref><ref>L'ultimo conferimento "alla bandiera" a una unità italiana è stato alla bandiera di guerra dell'Esercito. ([[2015]])</ref>
* Conferimento al labaro di un ente territoriale italiano: [[Varzi|Comune di Varzi]] ([[2018]], per i fatti del 1943-44)<ref>"Comune adagiato sulle colline dell'Oltrepò, snodo essenziale per le armate naziste, fu protagonista di un'ininterrotta e intrepida attività partigiana durante tutto l'arco della Resistenza. Varzi subì prima l'oltraggio delle atrocità delle bande fasciste e poi, dalla fine di novembre del 1944, l'ingiuria dei nazisti e dei loro scherani, colpevoli di inenarrabili violenze. La fiera popolazione, pur provata dalla perdita di tanti suoi figli, diede ripetutamente prova di fulgido eroismo: per due volte, nel luglio e nel settembre 1944, sconfisse il nemico nazifascista in altrettante epiche battaglie, e nella seconda concesse al vinto una capitolazione onorevole e dignitosa, consentendo alla grande maggioranza degli alpini del battaglione "Monterosa" di entrare nelle formazioni partigiane. Soggetto della breve ma ricchissima esperienza della repubblica partigiana di Varzi, assieme alle analoghe repubbliche che fiorirono in quel tempo pur di ferro e di fuoco, anticipò così il futuro democratico del Paese. Varzi incarna il valore della Resistenza come straordinaria lotta militare e civile di un popolo unito contro il nazifascismo e per la libertà della Patria, Varzi (Pavia), 8 settembre 1943 - 19 settembre 1944."</ref>
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La persona più anziana a essere insignita della decorazione fu:
* tra i militari: Tenente [[Giulio Blum]], di 62 anni ([[1917]])<ref>In termini assoluti fu Guglielmo I, re di Prussia, insignito della MOVM all'età di 69 anni, quale comandante dell'esercito Prussiano nella campagna del 1866</ref><ref>"Soldato volontario di guerra a 62 anni, in breve raggiunse per la costante devozione al dovere, per l’inestinguibile entusiasmo, per la prova di valore offerta e per il sangue due volte eroicamente versato, il grado di tenente. Fremente per patriottismo, del più alto spirito guerriero, chiese ed ottenne di partecipare all’assalto con i fanti di una brigata. Postosi alla testa di un forte gruppo di valorosissimi da lui nobilmente arringati e che lo avevano con entusiasmo acclamato degno di guidarli alla contrastata vittoria, egli li precedette con la bandiera in pugno, incitatore magnifico ed eroico. Cadde colpito a morte, al grido di "Savoia!".Pendici settentrionali dell'Hermada, 23 agosto 1917"</ref>
* tra i civili: Senatore [[Inigo Campioni]], Governatore del [[Dodecaneso]], di 66 anni ([[1944]])<ref>Ex militare, congedato per raggiunti limiti d'età. Il decorato più anziano tra i civili senza un rilevante passato militare fu l'avvocato [[Placido Martini]], di 65 anni (1944)</ref><ref>"Governatore e comandante delle Forze Armate delle isole italiane dell'Egeo si trovava, nel cruciale periodo dell'armistizio, a capo di uno degli scacchieri più difficili, lontani e vulnerabili. Caduto in mano al nemico in seguito ad occupazione della sede del suo comando, rifiutava reiteratamente di collaborare con esso o comunque di aderire ad un Governo illegale. Processato e condannato da un tribunale straordinario per avere eseguito gli ordini ricevuti dalle Autorità legittime e per avere tenuto fede al suo giuramento di soldato, manteneva contegno fiero e fermo, rifiutando di firmare la domanda di grazia e di dare adesione anche formale alla repubblica sociale italiana, fino al supremo sacrificio della vita. Cadeva comandando lui stesso il plotone di esecuzione, dopo avere dichiarato che « bisogna saper offrire in qualunque momento la vita al proprio Paese, perché nulla vi è di più alto e più sacro della Patria. Egeo-Italia settentrionale, 1941 - 1944."</ref>
 
=== Conferimenti multipli ===
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* Capitano (poi tenente colonnello) [[Giuseppe Galliano]] (2 conferimenti, 1893<ref>"Diresse con energia, coraggio e slancio esemplari l'attacco delle quattro compagnie che erano ai suoi ordini; respinto le riordinò sollecitamente, le ricondusse all'attacco mettendo in fuga il nemico e riprendendogli quattro pezzi d'artiglieria. Agordat (Eritrea), dicembre 1893"</ref> e 1896<ref>"Impegnatosi col suo battaglione sul Monte Rajo, nel momento più critico della lotta, combatté valorosamente. Quando le sorti della pugna precipitarono, perdurò nella resistenza con pochi rimastigli a fianco, quantunque già ferito, e col moschetto alla mano, incitando gli altri a finir bene, si difese disperatamente finché fu ucciso. Adua (Etiopia), 1º marzo 1896"</ref>
* Tenente generale principe don [[Maurizio Ferrante Gonzaga]], marchese di Vescovato (2 conferimenti, 1917)<ref>"Animato da fortissima volontà, da incrollabile fiducia nel successo delle armi nostre, con raro sprezzo del pericolo, si teneva, per un intero mese di lotte accanite, a stretto contatto con le proprie truppe di prima linea, portando loro di persona, nei momenti più critici, la parola animatrice, incitandole con l'esempio alle azioni più ardite, rendendosi così primo fattore di quelle gesta memorabili che ci resero padroni del Vodice e che ci permisero di tenerlo inespugnabile di fronte ai più accaniti sforzi nemici. Vodice, maggio-giugno 1917"</ref><ref>"Nel momento più grave della guerra, sbarrando colla sua divisione il passo all'avversario premente con vigorosa grande offensiva, dava alle sue truppe brillante esempio di fermezza, di coraggio e di valore personale nei siti più esposti alle offese nemiche mantenendo un così esemplare contegno anche quando fu gravemente colpito in più parti del corpo dal piombo nemico, rimanendo mutilato, fino a che fu costretto a lasciare, suo malgrado, il campo di battaglia, sul quale nel nome del Re e della Patria minacciata aveva mostrata la via dell'onore: quella che portava al nemico &nbsp;– Magnifico e nobile esempio di alto sentimento del dovere, di sapiente spirito offensivo, di fulgido eroismo. Stupizza, 25 ottobre 1917"</ref>
* Tenente di vascello (poi capitano di corvetta) [[Luigi Rizzo]] (2 conferimenti, 1917<ref>"Per la grande serenità ed abilità professionale e pel mirabile eroismo dimostrato nella brillante, ardita ed efficace operazione da lui guidata, di attacco e di distruzione di una nave nemica entro la munita rada di Trieste. Rada di Trieste, notte fra il 9 e il 10 dicembre 1917"</ref> e 1918<ref>"Comandante di una sezione di piccole siluranti in perlustrazione nelle acque di Dalmazia, avvistava una poderosa forza navale nemica composta di due corazzate e numerosi cacciatorpediniere e, senza esitare, noncurante del grande rischio, dirigeva immediatamente con le sezioni all'attacco. Attraversava con incredibile audacia e somma perizia militare e marinaresca la linea fortissima delle scorte, e lanciava due siluri contro una delle corazzate nemiche, colpendola ripetutamente in modo da affondarla. Liberarsi con grande abilità dal cerchio di cacciatorpediniere che da ogni lato gli sbarravano il cammino e, inseguito e cannoneggiato da uno di essi, con il lancio di una bomba di profondità, lo faceva desistere dall'inseguimento danneggiandolo gravemente.Costa dalmata, notte sul 10 giugno 1918"</ref>)
* Tenente (poi capitano) pilota [[Antonio Locatelli]] (3 conferimenti, 1917<ref>"Già insignito di tre medaglie d'argento al valor militare; aviatore ammirabile, esploratore sagacissimo, temprato a tutte le avversità e a tutti i rischi, combattente di alto valore, si spingeva da solo per centinaia di chilometri su territorio avversario e superando la concentrazione di artiglieria e talvolta gli attacchi di pattuglie da caccia nemiche, giungeva su obiettivi militari di grande importanza riportando sempre fotografie ed informazioni preziose. Nell'ultimo volo di guerra colpito da uno shrapnel che gli squarciava l'apparecchio e costretto ad atterrare in territorio nemico, sebbene ferito al ginocchio e lussato al piede, compiva la distruzione dell'apparecchio e riusciva per otto ore a sottrarsi alla cattura del nemico. Caduto prigioniero, superando rischi e stenti di ogni sorta, raggiungeva le nostre linee durante l'ultima vittoriosa offensiva. Fulgido esempio d'eroismo. Cielo della Carnia, dell'Altipiano, Alto e Medio Isonzo, agosto - ottobre 1917"</ref> e 1936<ref>"Portava nella guerra per la conquista dell'Impero Etiopico lo spirito leggendario di puro eroismo degli aviatori della grande guerra. Esempio luminoso alle giovani generazioni. Cielo della Somalia, gennaio - maggio 1936."</ref><ref>"Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato fra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare col simbolo del tricolore il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria. Lechemti, 27 giugno 1936"</ref>)
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* [[Arma di Artiglieria]] (1849<ref>"Per l'ottima condotta tenuta sempre ed ovunque dall'Artiglieria. Campagna del 1849"</ref>, 1911-12<ref>"Per la intrepidezza, la perizia e l'energia sempre e dovunque spiegate dall'Arma nella campagna di guerra in Libia 1911-12"</ref> e 1915-18<ref>"Sempre ed ovunque con abnegazione prodigò il suo valore, la sua perizia, il suo sangue, agevolando alla Fanteria, in meravigliosa gara di eroismi, il travagliato cammino della vittoria per la grandezza della Patria. Prima guerra mondiale, 1915-1918"</ref>)
* [[Arma dei Carabinieri]] (1915-18<ref>"Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d'Italia. 1915-1918"</ref> e 1943-45<ref>Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, in uno dei periodi più travagliati della Storia d'italiaItalia, in patria ed oltre confine, i Carabinieri, frazionati nell'azione ma uniti nella fedeltà alla gloriose tradizioni militari dell'Arma, dispiegarono - sia isolati, sia nelle formazioni del Corpo Volontari della Libertà e nelle unità operanti delle Forze Armate - eminenti virtù di combattenti, di sacrificio e di fulgido valore, attestate da 2735 caduti, 6521 feriti, oltre 5000 deportati. Le ingenti perdite e le 723 ricompense al Valor Militare affidarono alla storia della Prima Arma dell'Esercito la testimonianza dell'insigne contributo di così eletta schiera di carabinieri alla Guerra di Liberazione, tramandandola a imperituro ricordo. Zona di operazione, 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945</ref>)<ref>La bandiera dell'Arma dei Carabinieri si fregia anche della medaglia conferita al proprio 1º Gruppo Mobilitato in Africa Orientale (1941)</ref>
* [[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]] (1936<ref>"Nella fase di preparazione dell'impresa africana e durante il periodo di operazioni sul fronte Eritreo e su quello Somalo, portò un contributo decisivo alla vittoria, disperdendo ed annientando le resistenze nemiche. La sua collaborazione con le forze di terra nel campo tattico strategico e logistico confermava la efficienza dei mezzi e consacrava soprattutto l'ardimento eroico degli equipaggi che si prodigavano in ogni giornata di battaglia, oltre il possibile, esempio e monito, testimonianza del valore italico e auspicio per il futuro. Campagna dell'Africa Orientale Italiana, 4 giugno 1936"</ref> e 1943-45<ref>"In cinque anni di guerra aperta e di lotta clandestina, prima al cimento su tutti i fronti e in tutte le battaglie, ha saputo impiegare i propri aerei fino ed oltre l'usura della guerra e del tempo, immolando un terzo dei piloti e specialisti di squadriglia. Quattro medaglie d'oro agli Stormi, centocinquantuno medaglie d'oro alla memoria ed ai viventi, innumerevoli medaglie d'argento, di bronzo, e croci di guerra al valore, attestano l'eroismo dell'Arma e la Sua dedizione alla Patria. Ha fatto, del cielo d'Italia un Sacrario d'Eroi che ammanta di gloria la Nazione tutta, a incitamento per le generazioni future. Cieli del Mediterraneo, dell'Africa, dell'Oriente, 16 giugno 1940-8 settembre 1943. Cieli della Grecia, Fronti della Resistenza, 9 settembre 1943 - 5 maggio 1945"</ref>)
* [[1º Reggimento "Granatieri di Sardegna"]] (1860<ref>"Per la bella condotta tenuta alla presa di Mola di Gaeta. 4 novembre 1860"</ref> e 1917<ref>"Con grandi sacrifici di sangue e con insigni atti di valore, scrisse nel grande Trentino fulgide pagine di grande storia, contrastando per più giorni, sul fronte Monte Cengio - Cesura, il passo al nemico che tentava di sboccare nella pianura vicentina (22 maggio - 3 giugno 1916). Sanguinosamente conquistò formidabili posizioni nemiche, difendendone con tenacia sovrumana il possesso, pur con forze assottigliate dalla lotta. Ritirato dalla prima linea da meno di un giorno (19 ore) nuovamente vi accorreva per respingere un riuscito minaccioso contrattacco nemico, e gettandosi ancora nella lotta con abnegazione sublime, riconquistava definitivamente, in mischie convulse, le tormentate posizioni. Nella intera campagna rinverdì di novella gloria le fiere tradizioni dei Granatieri di Sardegna. Carso - Regione Fornaia - Q. 241: 23 maggio - 7 giugno 1917"</ref>)
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* [[13º Reggimento fanteria "Pinerolo"]] (1915-18<ref>"Per il valoroso contegno, per le ripetute prove di saldezza e di slancio, per la tradizione di eroismo nobilmente mantenuta durante tutta la guerra. Sui campi di battaglia del Carso, dall'Isonzo al Piave, segnò la sua via luminosa con l'impeto, la tenacia e il sangue dei suoi Eroi, generosamente versato, attingendo per trenta mesi di lotta continua, la sua indomabile energia alla più serena e più alta coscienza del dovere e dell'onore. Carso - Isonzo - Piave, 1915-1917. Si distinse anche per stremo valore e ferrea tenacia nella battaglia del giugno 1918 sull'Altopiano di Asiago"</ref> e 1941<ref>"Durante le operazioni sul fronte greco-albanese, in giorni di aspra battaglia contro nemico agguerrito, tenace e risoluto a disputare, con imponente forza di uomini e d'armi il possesso del monte Scialesit, posizione chiave per lo schieramento d'una nostra grande unità operante, il 13º Fanteria riusciva, mercé l'abnegazione e lo slancio delle sue truppe e dei suoi quadri, a frenare l'impeto dell’avversario ed a ributtarlo infine con furioso contrattacco verso le posizioni di partenza. A compimento dell'impresa che costava immenso tributo di sangue meritava la citazione sul Bollettino delle FF.AA. In seguito, nel corso delle operazioni d'attacco protrattesi dal 9 al 19 marzo rivelava in tormentato settore eguali virtù di tenacia combattiva e pari generosità dei suo sangue cosicché il nemico incalzato da irruenti ed eroici assalti era costretto a ripiegare duramente scosso e provato. Spostato sul fronte di combattimento contro la Jugoslavia ed inquadrato nella colonna celere D.S. imponeva anche sul nuovo nemico l'alto valore dei suoi ufficiali e delle sue truppe impedendone con impetuoso attacco il riordinamento dei resti battuti e fugati. Con una audace marcia attraverso la zona costiera del lago di Ocrida ripiombava sui fianchi dell'Esercito greco al quale strappava con decisa manovra il possesso d'una vasta zona ricondotta nel seno della Patria. Superbo strumento di lotta, espressione dei più alti valori dello spirito, simbolo di luminosa ed inesausta tradizione di gloria. Fronte greco-albanese: Scialesit, 4 - 12 febbraio; Cresciows, 9 - 19 marzo; Ocrida - Biishiti, 8 - 18 aprile 1941"</ref>)
* [[47º Reggimento addestramento volontari "Ferrara"|47º Reggimento fanteria "Ferrara]] (1915-17<ref>In epiche lotte a S. Martino del Carso e sul Monte S. Michele (novembre 1915, giugno 1916) diede sublimi prove di ardimento, di tenacia e di spirito di sacrificio, riconfermando le stesse sue belle qualità guerriere nelle aspre mischie sull'altipiano della Bainsizza (agosto 1917). Nell'offensiva austriaca del giugno 1918 sul Piave, compreso del suo dovere altissimo verso la Patria in quell'ora suprema, scrisse col sangue dei suoi migliori Fanti pagine di gloria imperitura, sostenendo con impeto ed ardore sovrumani, in cinque giorni di lotta furibonda, il formidabile urto delle masse avversarie a Villa Premuda, travolgendole con magnifico slancio a C. Fuma e contenendole eroicamente a C. Ninni; impareggiabile esempio del più fulgido valore e del più alto patriottismo</ref> e 1940-41<ref name="Ferrara">Falange temprata, traeva dalle auree insegne della passata guerra, motivo di nuova gloria. in giorni di epica lotta, i suoi fanti, degni del loro motto "Fede e Valore", travolgevano di slancio il nemico fino ad affrontarlo in un formidabile campo trincerato (Borgo Tellini - Kalibaki), che attaccavano con tenacia e notevoli sacrifici di sangue, conquistando posizioni saldamente e tenacemente contese (lago Zerovina - quota 1201 - Burtopa - fiume Kalibaki - quota 935 - fiume Kormos - quota 899 (profeta Elia) - Ripitisti - Gribiani). Di fronte a violenti contrattacchi nemici, condotti con forze soverchianti, contendevano il terreno palmo a palmo, facendo dei loro petti valido baluardo contro cui l’avanzata nemica s’infranse e si arrestò con perdite rilevanti. Nell’offensiva di aprile, con mirabile slancio travolgevano le resistenze accanite ed ostinate opposte dal nemico e il 17 raggiungevano Argirocastro, catturando prigionieri ed ingente bottino (Doliana - Vesane - Makricampos - Cippo 21 - M. Bureto - Quota 1640 - Sella Radati - Tepeleni - Lekeli). Fronte greco, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941</ref>)
* [[48º Reggimento fanteria "Ferrara"]] (1915-17<ref>In epiche lotte a S. Martino del Carso e sul Monte S. Michele (novembre 1915, giugno 1916) diede sublimi prove di ardimento, di tenacia e di spirito di sacrificio, riconfermando le stesse sue belle qualità guerriere nelle aspre mischie sull’altipiano della Bainsizza (agosto 1917). Nell’offensiva austriaca del giugno 1918 sul Piave, esempio inarrivabile di valore e di spirito di sacrificio, dopo aver infranto il formidabile urto nemico a C. Cappellini ed a C. Gasparinetti, riconquistando l’argine di S. Marco, opponeva eroicamente, pur con forze assottigliate dalla lotta, lunga e sanguinosa, la sua ultima e decisiva resistenza a S. Pietro Novello, sicuro che la vittoria e la salvezza dell’onore d’italiad’Italia riposavano nel suo sacrificio. Il primo battaglione circondato nell’Ansa di Lampol, dopo aver seminato con poche eroiche mitragliatrici superstiti, per tre giorni, la strage nelle schiere nemiche, si apriva leoninamente un varco. Piave, 15 - 17 giugno 1918</ref> e 1940-41<ref name="Ferrara"/>)
* [[80º Reggimento addestramento volontari "Roma"|80º Reggimento fanteria "Roma"]] (1941-42<ref>"In avanguardia ad una Divisione impegnata per l'accerchiamento di preponderanti forze nemiche, quantunque separato dalla propria colonna, attaccava arditamente l'avversario, sgominandolo. Distintosi al forzamento del Nipro e nella battaglia di Petrikowka, si lanciava con grande animosità all'inseguimento del nemico fedele alla sua antica reputazione di valore, incurante delle più aspre fatiche e privazioni, raggiungeva per primo le forti retroguardie avversarie, cui negava tregua e scampo, debellandone ripetutamente l'ostinata resistenza. inoltratosi tra gelo, fango e pioggia per trecento chilometri in territorio infestato da partigiani, affrontava di nuovo impari lotta, resa più perigliosa dall'isolamento e dalla penuria di rifornimenti ed ai nemico, quattro volte superiore di numero, che deciso ad annientano lo circondava rabbiosamente in un villaggio, imponeva rispetto per nove giorni di duri combattimenti, obbligandolo infine a cedergli il passo. A conferma delle sue fiere qualità militari, si acquistava meriti altrettanto eletti nei prosieguo delle operazioni offensive e nella tutela di un delicato settore difensivo nonostante che l'eccezionale crudezza dell'inverno imponesse ai suoi ranghi duramente assottigliati inenarrabili patimenti e sacrifici. Fronte russo - Jasnaja - Poliana - Wionowka - Shelesnoje - Gorlowka Nikitowka - Chazepetrowka - Ploskii - agosto 1941 - maggio 1942"</ref> e 1942-43<ref>"In durissima, tenace, aggressiva e cruenta battaglia difensiva, di fronte a ripetuti ostinati violenti assalti nemici, operati da forze ingenti, continuamente rinnovellantisi, riconfermava, superandole, le fulgide, eroiche tradizioni del passato. Attraverso larghissimo tributo di vite e di sangue, imposto dal nemico e dal clima, già aggirato sui fianchi ed oltrepassato sul tergo, fedele alla consegna ricevuta, con sublime eroismo, fede convinta ed eccelso spirito di sacrificio, manteneva salda la sacra linea intangibile affidata al suo onore e al suo valore, anche quando già appariva ineluttabile il totale, estremo sacrificio. Rifulgeva nella successiva, logorante lotta, intesa ad aprirsi un varco ripetutamente, per vari giorni consecutivi, attraverso le imbaldanzite schiere dei mezzi corazzati accerchianti. Né le estenuanti tappe dei tragico ripiegamento lungo la nevosa, gelida steppa russa, né il calvario del supremo olocausto del superstite pugno d'eroi, incalzato, braccato e falcidiato, valsero a fiaccarne l'intrepido animo, il saldo cuore, e lo strenuo valore che, dopo oltre un mese di contrastata, sfibrante lotta, trionfavano sulla maggiore potenza dei mezzi del nemico. Fronte del Don - Abrossimowo - Monastyrschina - Getreide - Swch - Arbusow - Tscherkowo, 1º dicembre 1942 - 15 gennaio 1943"</ref>)
* [[84º Reggimento fanteria "Venezia"]] (1911<ref>"Per essersi particolarmente distinto per prove di mirabile valore e di esemplare fermezza nel fatto d’arme del 26 ottobre 1911 davanti a Tripoli”</ref> e 1943<ref>"All’atto dell’armistizio lontano dai suolo della Patria, a contatto di preponderanti aggressive forze tedesche che imponevano la consegna delle sue armi, anziché depone, con voto unanime iniziava la cruenta lotta partigiana che conduceva compatto in zone impervie, senza rifornimenti e con privazioni inenarrabili per concorrere validamente, con largo tributo di sangue, all’eroica resistenza delle invitte Divisioni "Venezia" e "Garibaldi". Col sacrificio dei suoi valorosi fanti, teneva in grande onore il prestigio delle armi d’Italia.Montenegro - Sangiaccato, 8 settembre -1º dicembre 1943"</ref>)
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— Monte Zovetto (giugno 1916) - Monte Pasubio (luglio-novembre 1916)"</ref> e 1940-41<ref>"Di estrema retroguardia della Divisione (63^ Cirene), durante un epico ripiegamento, bombardato e mitragliato dall'aria, attaccato da forti formazioni di mezzi corazzati o blindati, seppe sventare e sostenere intrepidamente l'urto avversario. Durante i 23 giorni dell'assedio e della battaglia di Bardia fu barriera insormontabile ai ripetuti attacchi dell'avversario. Incaricato di ristabilire la situazione su un importante tratto del fronte della piazzaforte, che era stato intaccato, determinava con l'impeto del suo contrattacco e l'ardire dei suoi fanti, il ripiegamento dell'avversario, contribuendo in modo particolare, a tenere alto a Bardia l'onore delle armi italiane. Fronte egiziano, 9 dicembre 1940 - 5 gennaio 1941"</ref>)
* [[3º Reggimento bersaglieri]] (1941-42<ref>"Compatta e gagliarda unità di guerra, salda amalgama di energie, di volontà intrepida e di temeraria arditezza fusa nell'abilità manovriera, in dieci mesi ardua campagna ha dato vivido risalto alle superbe tradizioni, onde sono onusti il suo ceppo ed il suo nome chiamato alla battaglia del Nipro dopo mille chilometri di rudi marce, imponeva all'avversario la invitta superiorità delle sue baionette, che con travolgente irruenze e lena inesausta, sgominando ripetutamente dense e rabbiose retroguardie nemiche, faceva balenare prime e vittoriose nel cuore del Donez. Riaffermata in rischiose azioni esplorative la bella audacia dei suoi battaglioni e distintosi pel contributo di valore nel soccorso a nostra colonna avviluppata, teneva ovunque in scacco l'avversario, strappandogli capisaldi muniti e preziosi punti di appoggio. Incaricato infine della tutela di un delicato settore difensivo, ancorché ridotto di numero ed esposto ai rigori di un inverno eccezionalmente ostile, reagiva con indomito coraggio e fede suprema all'urto di forze nemiche dieci volte superiori, arginando, con l'incontrollabile diga dei petti e degli animi, la furia che minacciava di stremarlo e portando i suoi piumetti ad affermarsi in una scia di sangue oltre le posizioni riconquistate. Fronte Russo. Nipro, Uljanowka, Maximaljanowka, Sofjewka, Stalino, Panteleimonowka, Rassipnaja, Michailowka, Stoshkowo, agosto 1941 - maggio 1942"</ref> e 1942<ref>"Superba unità di guerra, non paga del grande sangue versato e delle eroiche imprese compiute nel precedente cielo operativo, si prodigava ancora con suprema dedizione per il buon esito in numerosi combattimenti. Balzato per primo dalle posizioni tenacemente difese durante tutto l'inverno, prendeva d'assalto un importante centro ferroviario e creava la premessa per afferrare alla gola il nemico ripiegante, distruggerlo e conquistare una ricca zona mineraria. Lontana avanguardia delle truppe italiane in Russia con la 3ª Divisione Celere, slanciatosi con fulminea marcia dal Donez al Don, attaccava e conquistava con dura e sanguinosa lotta una munitissima testa di ponte, sconvolgendo il piano offensivo nemico. Travolto l'avversario in rovinosa fuga, ne frustrava i successivi suoi ritorni offensivi compiuti con forze sempre rinnovantisi. Chiamato all'arresto di masse nemiche transitate sulla destra del Don, le ricacciava con impetuoso attacco; quindi, inchiodato al terreno, costituiva insormontabile barriera ai reiterati, sanguinosi, ma vani assalti nemici, spezzandone l'impeto e facendo brillare di piena, fulgida luce, di fronte agli alleati ed allo stesso nemico, le virtù guerriere delle stirpe italica. Fronte Russo, Rassipnaja, Staz, Fatschewka, Iwanowka, Serafimowitsch, Broboski, Quota 244,4 Jagodnyi 11 luglio - 1º settembre 1942"</ref>)<ref>La bandiera del 3º Bersaglieri si fregia di tre Medaglie d'oro al valor militare, due conferite al reggimento e una quale custode delle tradizioni del III Battaglione Bersaglieri Ciclisti (decorato nel 1918)</ref>
* [[6º Reggimento bersaglieri]] (1942<ref>"Salda e forte unità di guerra, già temprata in mesi di aspra lotta su altro fronte, si prodigava nella dura campagna di Russia con lo stesso ardore e la stessa fede che formarono la sua gloria nelle precedenti guerre d'Italia. Balzato dalla linea difensiva aspramente contesa, ma sempre inviolata, all'audace offensiva, si impossessava con sanguinosa battaglia del centro fortificato di Iwanowka, aprendo il passo alla conquista del ricco bacino minerario di Krasnij Lutsch. Passato, con rapida, leggendaria marcia, dal Donez al Don , dava il suo pronte e decisivo contributo alla battaglia per la conquista di una munitissima testa di ponte nemica, annientando il nemico annidato in un settore particolarmente difficile ed insidioso. Chiamato in altro settore, dove minacciose masse russe erano riuscite a passare sulla destra del Don, con eroici contrattacchi e con tenacissima resistenza arrestava definitivamente l'avversario, rendendo vani ripetuti sfondamenti fatti dal nemico con mezzi e forze assolutamente preponderanti.
Fronte Russo, Orlowo - Iwanowka - Bokowo Antrazit - Bobrowski - Quota 224 - Jagodnyj - Quota 208, febbraio - settembre 1942</ref> e 1942-43<ref>"Magnifico Reggimento Bersaglieri durante la campagna in Russia già duramente provato e copertosi di gloria, stremato nelle sue file, ma non domo, compì atti prodigiosi nella tormentata manovra di ripiegamento delle truppe dell'A.R.MI.R. segnando, dal Don al Dnieper, con copioso sangue le tappe di una lotta epica. in nobile gara di eroismo e di sacrificio con altre truppe: avanguardia arditissima in cruenti puntate controffensive, temeraria ed implacabile retroguardia, in durissimi combattimenti di arresto contrastò passo a passo il procedere baldanzoso di forti colonne corazzate nemiche, rompendone più volte l'accerchiamento con mezzi ed armi di gran lunga inferiori in numero ed efficacia. Sorretto da una disperata volontà di resistenza, benché sopraffatto dalle travolgenti forze avversarie, dopo aver perduto circa il 70% dei suoi effettivi chiuse combattendo per ultimo, sulle sponde del Dnieper, il tragico ciclo operativo, ammirato dagli alleati a fianco dei quali validamente si batteva, tenendo ovunque alto il nome dei soldati d'italiaItalia e sempre fedele alle nobili tradizioni del Corpo.
Fronte russo, fiume Don, fiume Dnieper, 17 dicembre 1942 - 20 febbraio 1943"</ref>)
* [[8º Reggimento bersaglieri]] (1941-42<ref>"Strumento di guerra, nel quale agilità e potenza sono contemperate e fuse, animi e corpi protesi in ferreo blocco al sacrificio ed alla gloria, in circa due anni di guerra sanguinosa in territorio desertico ha dato prove fulgidissime di eroico valore. In continuo contatto con il nemico più forte ed implacabile ha opposto alla maggiore forza il coraggio, all'implacabilità la fermezza stoica e ne ha avuto, in ogni confronto, schiacciante ragione. Mai arrestato dal piombo avversario nelle sue marce vittoriose ha sempre saputo, opponendo le sue armi ed i suoi petti, stroncare inesorabilmente le iniziative del nemico. Il sangue generoso dei suoi Ufficiali, Sottufficiali, Bersaglieri, continuatori eroici di una tradizione che non ha macchia, ha irrorato e fecondato le sabbie del deserto: El Mechili, Tobruk, Passo Halfaja, Sollum, Capuzzo, Bir El Gobi, Dakar El Aslagh, nomi legati alle glorie della Patria, sono le tappe gloriose del reggimento, due volte sacrificatosi nell'estremo olocausto, due volte risorto nel nome dei suoi eroici figli caduti. Lo stesso nemico, ha espresso la stupita ammirazione per i fanti piumati del reggimento, espressione purissima delle virtù guerriere dell'italica stirpe - Africa Settentrionale, Aprile 1941-settembre 1942"</ref> e 1943<ref>"Dopo aver data all'azione comune eccezionale contributo di fede e di sangue, in sette giorni di titaniche gesta, respingeva le preponderanti forze avversarie e manteneva le proprie posizioni oltre i limiti delle possibilità umane. Battaglia del Mareth (Tunisia) marzo-aprile 1943</ref>)
* [[5º Reggimento alpini]] (1940-41<ref>Sul fronte greco, in cinquanta giorni di lotta senza tregua contro un nemico più forte di numero, di artiglierie, di armi automatiche, il 5º reggimento alpini, con I suoi battaglioni “Morbegno”, “Tirano” ed “Eolo”, fusi in un blocco granitico di forze spirituali e materiali, superando asprissime difficoltà di clima e di terreno, teneva testa eroicamente all'avversario, contestanfogli il terreno a palmo a palmo e con contegno risoluto ed aggressivo. Malgrado le fortissime perdite che lo avevano ridotto ad un pugno di eroi, continuava ostinatamente a combattere per l'onore della Patria e perché così vuole la forte tradizione alpina. Successivamente, su un altro importante settore montano, fermo ed incrollabile sulle posizioni affidategli, riaffermava con gloriose tenaci difese e con vittoriosi ardimenti offensivi, senza mai contare i sacrifici, la sua fama di preclaro valore guerriero. Magnifico esempio, nei capi e nei gregari di altissime virtù militari. - Alture di Morava – Dushar – Varri Lamit – Cuka e Liqerit – Cuka e Greves – Guri i Orer – Bregu i Math – Sqimari, 14 novembre - 30 dicembre 1940 – Pupatit – Guri i Topit, gennaio-aprile 1941</ref> e 1942-43<ref>In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava grantica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferree volontà e di leggendario ardimento. Durante una difficilissima manovra di ripiegamento sul fronte del Don, sempre vittoriosamente tenuto, I suoi battaglioni “Morbegno”, “Tirano” e “Edolo”, malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, le asperrime estenuanti marce lungo le sterminate distese di neve, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Scororyb, a Scheljakino, a Wawarowka, a Nikitowka, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti, stroncavano sempre nuove soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco un cui l'avversario, rabbiosamente deciso ad annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in mobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio con I battaglioni del reggimento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano e ne arginavano l'irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità. Primi nell'offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, I tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore , il loro eroico passato di guerra. - Fronte russo: Scarerjb - Scheljakino – Nikitowka – Nicolajewka, agosto 1942 – febbraio 1943</ref>)
* [[8º Reggimento alpini]] (1940-41<ref>Per la superba condotta dei battaglioni "Tolmezzo", "Cividale", "Gemona", durante la guerra italo-greca: irruenti nell'attacco, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale dei Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri alpini, furono sui monti di Grecia e di Albania ben degni dell'eroico e vittorioso loro passato di guerra. - Fronte greco - Pindo - Mali Scindeli - Golico, 28 ottobre 1940 23 aprile 1941.</ref> e 1942-43<ref>Fedele ad una superba tradizione di gloria, coi suoi granitici battaglioni "Tolmezzo", "Gemona", "Cividale" e 41ª compagnia controcarro, respingeva con gagliardo impeto reiterati violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre trenta giorni, nell'aperta e ghiacciata steppa russa, resisteva con incrollabile tenacia alla diuturna formidabile pressione del nemico grandemente superiore per numero di uomini e di mezzi, lo inchiodava sul terreno, lo contrattaccava con aggressiva violenza, gli infliggeva gravissime perdite, dando prova sublime di eroismo ed immolandosi per l'onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi un varco attraverso l'accerchiamento nemico confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli alpini d'italiaItalia - Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1 febbraio 1943</ref>)
* [[9º Reggimento alpini]] (1940-41<ref>Per la superba condotta dei battaglioni "Vicenza" e "L'Aquila", durante la guerra italo-greca: irruenti nell'attacco, calcarono vittoriosamente le giogaie del Pindo; tenacissimi nella difesa, scrissero pagine di gloria e di sangue sulla dorsale dei Mali, sullo Scindeli e sul Golico, sbarrando col sacrificio, la strada alle soverchianti forze nemiche. Granitici e fieri alpini, furono sui monti di Grecia e di Albania ben degni dell'eroico e vittorioso loro passato di guerra - Fronte greco - Pindo - Mali - Scindeli - Golico, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941</ref> e 1942-43<ref>Fedele ad una superba tradizione di gloria, con suoi granitici battaglioni "Vicenza", "L'Aquila", "Vai Cismon" e 83ª compagnia cannoni controcarro respingeva con gagliardo impeto reiterati violenti attacchi. Destinato successivamente in altro settore per sbarrare al nemico la via del successo, per oltre trenta giorni, nella aperta e ghiacciata steppa russa, resisteva con incrollabile tenacia a diuturna formidabile pressione dei nemico grandemente superiore per numero di uomini e mezzi, lo inchiodava sul terreno, lo contrattaccava con aggressiva violenza, gli infliggeva gravissime perdite, dando prova di sublime eroismo ed immolandosi per l'onore della Patria. Avuto ordine di ripiegare, i superstiti, con aspri combattimenti, riuscivano ad aprirsi il varco attraverso l'accerchiamento nemico confermando ancora una volta le leggendarie virtù degli Alpini d'italiaItalia - Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1º febbraio 1943</ref>)
* [[3º Reggimento artiglieria terrestre (montagna)|3º Reggimento artiglieria da montagna]] (1940-41<ref>"Per il superbo comportamento dei gruppi “Conegliano” ed “Udine” nella campagna italo-greca. Frammisti agli Alpini nel valore e nel sacrificio, costituirono con le loro batterie sui Mali, allo Scindeli, al Golico, come già sul Pindo, i nuclei dai quali partiva l’offesa e sui quali infuriò la resistenza e prese lo slancio il contrattacco. Col tiro dei pezzi, con la baionetta e la bomba, furono valorosi tra i valorosi, Alpini tra gli Alpini. Fronte greco, Pindo, Mali, Scindeli, Golico, 28 ottobre 1940-23 aprile 1941"</ref> e 1942-43<ref>"Magnifica compagine di armi e di spiriti, ancor più rinsaldata dai fasti gloriosi della campagna di Albania, coi gruppi "Conegliano", "Udine", "Val Piave", 77ª batteria controcarro, 45° e 47° batterie contraeree, accorreva attraverso tempeste di neve e di gelo a fermare il nemico che, potentissimo per uomini e mezzi, avanzava in altro settore del fronte. Per trenta giorni le batterie del Reggimento, nella piena crudezza dell’inverno russo, senza ripari né ricoveri nella steppa innevata, manovravano impavide, benché duramente colpite, e ricacciavano ovunque l’avversario nel corso di disperati furibondi combattimenti infliggendogli perdite sanguinose. Soltanto quando il nemico era da più giorni alle spalle, il Reggimento, per ordine ricevuto, iniziava il ripiegamento. Benché stremati, gli artiglieri alpini del 3°, con sovrumana forza di volontà, frammischiati agli alpini, riuscivano ad aprirsi un varco attraverso l’accerchiamento nemico, col sacrificio di molti, col valore di tutti. Confermavano così le più pure tradizioni di valore, di abnegazione e di sacrificio dell’Artiglieria alpina italiana. Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1º febbraio 1943"</ref>)
* [[Reggimento "Genova Cavalleria" (4º)|Reggimento Dragoni di Sua Maestà Reale]]<ref name="ref_B"/> (1796)<ref>Decreto sovrano aprile 1796 "Per la segnalata prova di zelo, di fermezza e di bravura che due squadroni di quel corpo hanno dato il 21 aprile 1796 nella pianura di Mondovì presso il colle di Bricchetto, attaccando un corpo di dragoni e ussari nemici infinitamente superiori in numero, rovesciandoli e disperdendoli, dopo averne uccisi, feriti, fatti prigionieri buona parte, facilitando così la ritirata della Fanteria del Re che arrischiava di essere circondata". Ciascuno dei due squadroni venne insignito individualmente di Medaglia d'Oro al Valor Militare</ref>
* [[Àscari|IV Battaglione Coloniale "Toselli"]] (1936<ref>"Fedele al compito di vendicare l'eroico sacrificio di Amba Alagi, negli stessi luoghi che videro la virtù epica del Maggiore Toselli e dei suoi, emulò la sua tradizione e rinnovò le sue glorie con ingenti perdite di vite e sangue. Nel Tembien si battèbatté con l'usato valore ed a Passo Mecan, in aspra e tenace battaglia, per tredici ore di combattimento, resistendo aglli assalti e facendo impeto travolgente, sgominò il nemico agguerrito e conquistò decisiva vittoria. Mechennò-Zeban Cherchetà, 20 gennaio; Passo Mecan (Mai Ceu), 31 marzo 1936"</ref> e 1941<ref>"Salda unità di guerra, in prolungata aspra battaglia contro preponderanti forze terrestri ed aeree, di sprodigava con indomito valore riuscendo nella tenace difesa sostanziata da audaci contrattacchi, come nell'offensiva ardita e violenta, a contenere sempre l'aggressività dell'avversario agguerrito. Superbo nel valore come nel sacrificio teneva fede alle sue gloriose tradizioni. Africa Orientale, 4 febbraio - 27 marzo 1941"</ref>)
 
Città decorata due volte: