Discussione:Avezzano/Archivio 1: differenze tra le versioni

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Kapuov (discussione | contributi)
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{{rientro}} {{ping|Marica Massaro}}{{ping|Giulio Mainardi}}{{ping|Erinaceus}} Scusate la mia intempestività. Invero, avevo ed ò tutta l’intenzione di replicare, ma l’articolazione necessaria ad una rispósta completa non à ancór trovato un tempo a sé consono; perciò debbo rinviare ulteriormente. Intanto avverto sólo che, nelle terminazioni delle tre trascrizioni fonematiche cosí mutate, rilevo una sòrte di difetto grafico, risultante in sovrapposizioni di caratteri.[[Utente:Kapuov|Kapuov]] ([[Discussioni utente:Kapuov|msg]]) 09:26, 26 feb 2019 (CET)
: {{ping|Kapuov}} come puoi vedere abbiamo utilizzato le trascrizioni fonematiche '''/aved͡zˈd͡zano/ e /avet͡sˈt͡sano/''' e, per il dialetto, '''/aved͡zˈd͡zanə/''' (tutte linkate all'[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]). Siamo certamente tutti disponibili a discutere cercando di essere chiari. Ti chiedo da persona certamente inesperta in materia maggiore chiarezza. Ti ricordo che Wikipedia si deve rivolgere a tutti (compresa me). Quando vuoi naturalmente puoi muovere i tuoi rilievi che hanno già portato a modifiche necessarie e importanti. Grazie.--[[Utente:Marica Massaro|Marica Massaro]] ([[Discussioni utente:Marica Massaro|msg]]) 10:59, 26 feb 2019 (CET)
::{{ping|Marica Massaro}}{{ping|Giulio Mainardi}}{{ping|Erinaceus}}<br>
::Finalmente rispondo nel merito della questione, spero esaustivamente.<br>
::Anzitutto, premetto che il difetto grafico da me descritto nel precedente intervento era dovuto all’errata rappresentazione del testo da parte del mio programma di navigazione, cui ò provveduto.<br>
::Detto ciò, ò sostanzialmente due obiezioni: una piú semplice, l’altra piú articolata e problematica.<br>
::Comincio dalla piú semplice, ossia dalla contestazione dell’asserzione di Giulio Mainardi secondo cui, per notare le consonanti affricate coll’alfabeto fonetico internazionale aggiornato, «l'archetto ''va''[''da''] messo» per «una questione di precisione». Avendo consultato estesamente lo ''Handbook of the International Phonetic Association. A Guide to the Use of the International Phonetic Alphabet'', che mi risulta esser l’unica fonte officiàle sull’argomento, assicuro Mainardi che tale prescrizione sia ivi piú volte smentita, citando un paio di passi come dimostrazione.<br>
::<br>
:::<small>«In general, the symbol for a phoneme will be an unmodified letter of the IPA, but letters may also be combined to make a phoneme symbol (for instance /tʃ/, as at the beginning and end of English ''church''; if necessary the phonological unity of the two segments can be shown by a tie bar: /t͡ʃ/).»<br>
::::::''Handbook of the International Phonetic Association. A Guide to the Use of the International Phonetic Alphabet'', Cambridge University Press, Nuova York, 2007, ''PART 1: Introduction to the IPA'', ''4 — The phonemic principle'', p. 27</small><br>
::<br>
:::<small>«'''Transcription of recorded passage'''<br>
:::Two transcriptions are given, the first being a broad phonemic transcription […] The second transcriprion is a narrow phonetic transcription […]<br>
:::<br>
:::'''Broad transcription'''<br>
:::ðə ˈnoɹθ ˌwɪnd ən (ð)ə ˈsʌn wɚ dɪsˈpjutɪŋ ˈwɪtʃ wəz ðə ˈstɹɑŋgɚ, […]<br>
:::<br>
:::'''Narrow transcription'''<br>
:::ðə ˈnɔɹθ ˌwɪnd ən ə ˈsʌn wɚ dɪsˈpjuɾɪŋ ˈwɪtʃ wəz ðə ˈstɹɑŋgɚ, […]<br>
:::<br>
:::'''Orthographic version'''<br>
:::The North Wind and the Sun were disputing which was the stronger,»<br>
::::::''Handbook of the International Phonetic Association. A Guide to the Use of the International Phonetic Alphabet'', Cambridge University Press, Nuova York, 2007, ''PART 2: Illustration of the IPA'', ''American English'', pp. 43-44</small><br>
::<br>
::Nondimeno, l’impiego della legatura, in questo caso, è certamente lecito e a tale scelta non oppongo alcunché.<br>
::La seconda obiezione riguarda anch’essa un’infondata opinione di Mainardi, la quale però, diversamente dalla precedente, si riflette in un errore nelle trascrizioni fonematiche: cioè l’idea che la scrittura officiàle delle affricate lunghe consista nella ripetizione del digramma denotante l’affricata breve. Ebbene, a questo proposito occorrono due considerazioni.<br>
::La prima è che la notazione della consonante affricata mediante la successione del grafema di un’occlusiva e di quello d’una fricativa non è una mera convenzione, ma descrive la sua effettiva natura fonica: un’affricata è costituita di due fasi, la prima occlusiva e la seconda fricativa, ciascuna delle quali è singolarmente rappresentata dal grafema corrispondente.<br>
::La seconda considerazione riguarda la differenza fonica che distingue un’affricata breve da una lunga. Nell’affricata breve ambo i foni, occlusivo e fricativo, sóno brevi; nell’affricata lunga, invece, s’osserva una maggior durata della fase occlusiva, cioè precedente il rilascio, cui segue una fase fricativa equale in qualità e quantità a quella della corrispondente affricata breve. Ciò s’accorda coll’analisi della consonante affricata come un’occlusiva (anch’essa consistente di due fasi, occlusiva ed esplosiva, delle quali sólo la prima può variare in lunghezza) il cui rilascio sia però meno rapido e piú progressivo, dunque fricativo anziché esplosivo. In altri termini, nelle consonanti affricate come nelle occlusive, la differenza di lunghezza non può che riguardare la durata dell’occlusione. Dunque, passando al piano grafico, essa riguarda esclusivamente il grafema del fono occlusivo, che, se lungo, si nota come tutti i foni lunghi: affiancando il segno di lunghezza al grafema del relativo fono breve ovvero raddoppiandolo.<br>
::Invece, la ripetizione del digramma voluta da Mainardi rappresenta evidentemente la successione di quattro foni: un presunto fonema consonantico in quattro fasi, due occlusive e due fricative, alternate. Chiaramente nulla che vedere con un’affricata lunga.<br>
::Perciò l’esatta trascrizione fonematica del nome ''Avezzano'', correttamente pronunziato con zeta sonora, è /aveˈdːzaːno/ o /avedˈdzaːno/. Come già detto, l’aggiunta del legamento, per quanto dispensabile, sarebbe lecita; ma, servendosi dei caratteri predefiniti qui reperibili, parmi impossibile comprendere in esso tutt’i tre simboli denotanti l’unità fonematica dell’affricata lunga.<br>
::Poiché il sopraccitato manuale dell’Associazione Fonetica Internazionale lascia implicite queste considerazioni, conseguenti dalle piú generàli regole esposte, posso citare, a conferma di quanto detto, un manuale universitario italiano.<br>
::<br>
:::<small>«Si tenga presente che in IPA le affricate si trascrivono (oltre che in altri modi che qui non consideriamo), corrispondentemente alla loro natura fonetica, come la sequenza della occlusiva più la fricativa dei relativi luoghi di articolazione: [ts], affricata dentale, è rappresentata come [t], occlusiva dentale (prima fase dell’affricata), più [s], fricativa alveolare (seconda fase). Per convenzione, le affricate lunghe o doppie inoltre si trascrivono ripetendo il solo simbolo della fase occlusiva: [ˈpattso] e non [ˈpatstso] (trascrizione alternativa: [ˈpatːso] […]).»<br>
::::::Gaetano Berruto, Massimo Cerruti, ''La linguistica. Un corso introduttivo'', Utet, Torino, 2016, ''Capitolo 2 — Fonetica e fonologia'', ''2.1 — Fonetica'', ''2.1.6 — Consonanti'', p. 58</small><br>
::<br>
::Aggiungo un breve commento sulla rammemorazione della regola impartita a Marica Massaro nella scuola elementare. La pronunzia dei nomi, sia proprî sia comuni, non soggiace ad alcuna légge fonetica speciale, perciò è equalemente possibile trovare una doppia zeta sonora in un nome proprio o in onn’altra parola; tanto piú che moltissimi nomi proprî derivano direttamente da parole d’altre categorie, ovviamente senza perciò perdere la sonorità di qualche consonante. Gli essempî sóno innumerevoli.<br>
::Infine, satisfaccio la curiosità di Mainardi circa la mia grafia d’''impiegàti'' e ''locàli'': semplicemente, se è possibile ed ortograficamente ammesso, preferisco fare un uso sistematico del segnaccento quandunque esso elida un caso d’omografia.<br>
::[[Utente:Kapuov|Kapuov]] ([[Discussioni utente:Kapuov|msg]])
 
== Etimologia: tutte le ipotesi ==
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