Niccolò Copernico: differenze tra le versioni

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Il nucleo centrale della teoria di Copernico, l'essere il [[Sole]] al centro delle orbite degli altri [[pianeta|pianeti]], e non la [[Terra]], fu pubblicato nel libro ''[[De revolutionibus orbium coelestium]]'' (Delle rivoluzioni dei corpi celesti) l'anno della sua morte. Il libro è il punto di partenza di una conversione dottrinale dal sistema geocentrico a quello eliocentrico e contiene gli elementi più salienti della teoria astronomica dei nostri tempi, compresa la corretta definizione dell'ordine dei pianeti, della rotazione quotidiana della Terra intorno al proprio asse, e della [[precessione degli equinozi]].
 
Le teorie di Copernico non erano però senza difetti, o almeno senza punti che in seguito si sarebbero rivelati fallaci, come per esempio l'indicazione di [[orbita (astronomia)|orbite]] circolari dei pianeti, anziché ellittiche, e la necessità degli eccentrici ed [[epiciclo|epicicli]]. Questi errori rendevano i risultati concreti degli studi, come per esempio le previsioni delle [[effemeridi]], non più precisi di quanto non fosse già possibile ottenere con ilcol [[sistema tolemaico]] (o geocentrico).
 
L'obiezione più efficace all'universo copernicano era però il problema delle dimensioni delle stelle<ref>D. Danielson e C. M. Graney, ''Processo a Copernico'', Le Scienze marzo 2015.</ref>. Secondo i modelli geocentrici dell'universo, le stelle si trovano poco oltre i pianeti; in questa situazione le loro dimensioni stimate con un semplice calcolo geometrico non risultavano troppo diverse da quelle del Sole. Con la teoria eliocentrica di Copernico le stelle dovevano essere estremamente lontane e quindi, applicando lo stesso sistema di calcolo, risultavano esageratamente grandi, di dimensioni pari a migliaia di volte quelle del Sole.
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Copernico fu molto attento a non assumere atteggiamenti rivoluzionari, né con la sua condotta di vita, né nelle sue opere. Da buon umanista, ricercò nei testi dei filosofi antichi un nuovo metodo di calcolo per risolvere le incertezze degli astronomi. Egli costruì una nuova cosmologia partendo dagli stessi dati dell'astronomia tolemaica e rimanendo ancorato ad alcune tesi fondamentali dell'aristotelismo: 1) perfetta sfericità e perfetta finitezza dell'Universo; 2) immobilità del Sole data dalla sua natura divina; 3) centralità del Sole dovuta a migliore posizione da cui "può illuminare ogni cosa simultaneamente" (Copernico).
 
La presunta maggiore semplicità e armonia del sistema (argomenti con cui Copernico e il discepolo [[Georg Joachim Rheticus]] difendevano la visione copernicana) era però più apparente che reale. Per non contraddire le osservazioni, Copernico fu costretto a non farefar coincidere il centro dell'Universo con il Sole, ma con il centro dell'orbita terrestre; dovette reintrodurre epicicli ed eccentrici, come Tolomeo; dovette attribuire alla Terra, oltre al moto di rivoluzione attorno al Sole e a quello di rotazione attorno al proprio asse, un terzo moto (''declinationis motus''), per rendere conto dell'invariabilità dell'asse terrestre rispetto alla sfera delle stelle fisse.
 
Benché all'epoca di Copernico il sistema eliocentrico e quello geocentrico fossero sostanzialmente equivalenti in termini di complessità e di capacità predittiva, il grande vantaggio del sistema copernicano fu l'eliminazione di un [[epiciclo]] dalle orbite di tutti i pianeti. Nel sistema copernicano, quest'epiciclo è dovuto al fatto che le orbite sono osservate dalla Terra, la quale a sua volta gira attorno al Sole. L'osservazione che i pianeti hanno un epiciclo in comune, dovuto all'orbita della Terra, apriva tra l'altro la possibilità di misurare le distanze dei pianeti dal Sole (o, meglio, il loro rapporto con il raggio dell'orbita terrestre) con il metodo della [[parallasse]]. Copernico volle anche eliminare l'[[equante]] di Tolomeo; poiché le orbite sono ellittiche, tuttavia, dovette comunque introdurre degli epicicli<ref>T. S. Kuhn, ''La rivoluzione copernicana'', Einaudi</ref>. Solo con [[Keplero]] questi ultimi non saranno più necessari.
 
Copernico sostituiva Tolomeo e migliorava l'[[Almagesto]] sul piano dei calcoli, ricorrendo a una raffinata matematica [[Pitagora|pitagorica]] e conservando il presupposto metafisico della perfetta circolarità dei moti celesti.