Giovanna d'Arco: differenze tra le versioni

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Questo era senz'altro vero. Il castello di [[Beaugency]], vista arrivare la compagnia di Bretoni, si decise infine a capitolare. Gli inglesi negoziarono la resa contro un [[salvacondotto]] che permise loro di lasciare la città il mattino del 17 giugno<ref>{{Cita|Garnier, 1999|pp. 176-177}}.</ref>. Con la spensieratezza e la volontà di riappacificazione che le erano proprie e con l'impeto della giovinezza, Giovanna si era esposta a favore di un uomo in disgrazia, a rischio della fiducia stessa di cui ella godeva presso la corte<ref>{{Cita|Bogliolo, 2000|pp. 142, 143}}.</ref>. L'armata francese si rimise in cammino; all'avanguardia, le compagnie del Bastardo d'Orléans e di [[Jean Poton de Xaintrailles]], seguite dal Corpo d'armata principale, comandato da La Hire, capitano di ventura e brigante che già aveva partecipato all'assedio d'Orléans ma che ormai aveva sposato anima e corpo la causa della Pulzella; alla retroguardia, il signore di Graville e, questa volta, la stessa Giovanna.
 
La sera del 17 giugno l'esercito si vide sbarrare la strada da quello inglese, schierato in assetto da battaglia in campo aperto. Due [[araldo|araldi]] inglesi furono inviati a lanciare la sfida all'armata reale, posizionata in cima a una bassa collina. Tuttavia, memore delle passate sconfitte, il duca d'Alençon esitava ad accettare il confronto. Fu Giovanna che, giungendo dalle retrovie, diede risposta al nemico, invitandolo a ritirarsi nei propri alloggiamenti, vista l'ora tarda, e rimandando la battaglia al giorno successivo<ref>{{Cita|Pernoud, 1969|p. 153}}.</ref>. Quella notte, mentre un incerto duca d'Alençon chiedeva conforto a Giovanna, che lo rassicurava sia della vittoria sia della relativa facilità con cui sarebbe stata conseguita, l'esercito inglese, agli ordini del [[conte di Shrewsbury]] John Talbot, si riposizionò in modo da poter sorprendere i nemici in una strettoia, in cui i francesi sarebbero dovuti necessariamente passare. Tuttavia, le cose andarono diversamente<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 83, 84}}.</ref>.
confronto. Fu Giovanna che, giungendo dalle retrovie, diede risposta al nemico, invitandolo a ritirarsi nei propri alloggiamenti, vista l'ora tarda, e rimandando la battaglia al giorno successivo<ref>{{Cita|Pernoud, 1969|p. 153}}.</ref>. Quella notte, mentre un incerto duca d'Alençon chiedeva conforto a Giovanna, che lo rassicurava sia della vittoria sia della relativa facilità con cui sarebbe stata conseguita, l'esercito inglese, agli ordini del [[conte di Shrewsbury]] John Talbot, si riposizionò in modo da poter sorprendere i nemici in una strettoia, in cui i francesi sarebbero dovuti necessariamente passare. Tuttavia, le cose andarono diversamente<ref>{{Cita|Pernoud-Clin, 1987|pp. 83, 84}}.</ref>.
 
==== La battaglia di Patay ====