Peccato che sia una sgualdrina: differenze tra le versioni

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== Accoglienza ==
L'importanza dell'incesto nella trama ha reso la tragedia una delle opere più controverse nella letteratura inglese, al puntapunto da essere frequentemente omessa dalle edizioni dell'[[opera omnia]] di Ford. L'uso della paroleparola "whore" nel titolo (spesso tradotto come "sgualdrina", ma anche con "troia" e "puttana") ha fatto sì che produzioni o stampe successive ribattezzassero la tragedia per evitare il termine scurrile, ricorrendo ad eufemismi come ''Giovanni and Arabella'' o ''The Brother and Sister'', oppure troncando il titolo dopo '''tis Pity''. Come Mark Stavig ha fatto notare, l'elemento di scandalo della tragedia sta nel fatto che Giovanni non venga mai davvero condannato per le sue azioni, ma che anzi si presenti come un giovane brillante, talentuoso e carismatico.<ref>Mark Stavig, ''John Ford and the Traditional Moral Order'', Madison, WI, University of Wisconsin Press, 1968; p. 95.</ref> La tragedia è stata rivalutata e riscoperta da critici e registi nella seconda metà del novecentoNovecento, mostrando di apprezzare la costruzione dell'opera, l'ambiguità del testo ed il virtuosismo retorico di Ford.<ref>https://www.theguardian.com/stage/2014/oct/29/tis-pity-shes-a-whore-review-sam-wanamaker-playhouse</ref>
 
== Rappresentazioni e adattamenti ==