Trasferimento in orbita geostazionaria: differenze tra le versioni

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{{F|astronautica|luglio 2017}}
Un '''trasferimento in orbita geostazionaria''' (GTO, Geostationary transfer orbit) è una tipologia di [[trasferimento alla Hohmann]] relativo alla [[Terra]] tra un'[[orbita terrestre bassa]] (LEO) e un'[[orbita geostazionaria]] (GEO). È un'[[ellisse]] in cui il [[perigeo]] è un punto sull'orbita terrestre bassa e l'apogeo è alla stessa distanza dalla terra dell'orbita geostazionaria.
 
Solitamente il trasferimento è finalizzato in due tappe. La prima, (GTO, Geostationary transfer orbit), porta il satellite dapprima in un'[[orbita geosincrona]] ma non geostazionaria, in quanto l'orbita di arrivo ha la stessa inclinazione dell'orbita di partenza. Durante questo tragitto il corpo descrive un tratto di [[ellisse]] in cui il [[perigeo]] è un punto sull'orbita terrestre bassa e l'apogeo è alla stessa distanza dalla terra dell'orbita geostazionaria. Per ottenere un'orbita geostazionaria l'inclinazione deve essere ridotta a zero. Quest'operazione viene eseguita in un secondo momento e alla quota di orbita geosincrona, perché richiede meno energia che la stessa operazione a quota di LEO. Questo perché il Δv necessario per un certo cambio di inclinazione dell'orbita Δi è direttamente proporzionale alla velocità orbitale, che è minore all'[[Apogeo (astronomia)|apogeo]] dell'orbita. Il ΔV necessario per un cambio di inclinazione sia nel [[nodo ascendente]] sia nel [[nodo discendente]] è calcolato nel seguente modo:
 
:<math>\Delta v = 2 v \sin \frac{\Delta i}{2}</math>