Bururu: differenze tra le versioni
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Al di là del valore letterario dell'opera (non sempre ugualmente approfondita e talora poco verosimile, per esempio nel lieto fine conclusivo)<ref>"Malgré quelques contrevérités qui nuisent à la crédibilité de l’histoire, le roman reste captivant" (Yessad 2009).</ref>, il romanzo è interessante in particolare per gli aspetti linguistici. Non va dimenticato che la [[letteratura berbera|letteratura scritta cabila]] -e in particolare il romanzo- è ancora agli inizi, ed ogni nuova pubblicazione può essere considerato un "test" sulla capacità di impiego del cabilo come strumento letterario.<ref>Sulla problematica della nascita della letteratura cabila scritta, si vedano, tra gli altri, Abrous 1991, Chaker 1992, Salhi 2008 e Ameziane 2017.</ref>
Da questo punto di vista il romanzo è molto incoraggiante: come notano i linguisti Allaoua Rabehi e Zahir Mehsem nell'introduzione, la lingua usata è scorrevole e autentica (''tuzzel, d taqbaylit''), non è la lingua artificiosa e infarcita di neologismi che caratterizzava alcuni dei primi saggi di scrittura del cabilo<ref>Cf. anche Aït Ouali 2007: "Bururu est écrit dans une langue vivante, avec des images aussi vivantes",
Il cabilo "scorrevole" del testo riesce a far convivere numerose espressioni moderne, spesso prestiti dal francese (''apaspor'' "passaporto", ''atrabandist'' "contrabbandiere", ''achifur'' "chauffeur, guidatore", ''twaturt'' "''voiture'', la macchina", ecc..) insieme a molte espressioni tradizionali, come i proverbi e modi di dire (ad esempio ''ur yeqqers uyeddid, ur nghilen waman'', lett. "l'otre non è bucato, l'acqua non è venuta fuori", nel senso di "non è troppo tardi", oppure l'espressione misogina ''tamettut n seksu d wusu'' "una donna da cucina e da letto"), e non è raro che moderno e tradizionale si mescolino in modo particolarmente felice, per esempio quando, descrivendo la bellezza di Dunia dice, con un pizzico di ironia, "come Julia Roberts a Hollywood, così era lei in Piazza Primo Maggio", ricalcando in modo evidente l'espressione tipica delle fiabe tradizionali "come la luna nel cielo, così era l'eroina della storia".
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* Jean-Marie Dallet, ''Dictionnaire kabyle-français: parler des At Mangellat'', Peeters, 1982.
* Kamel Medjdoub, "Littérature Amazigh : de ''Lwali n'udrar'' à ''Bururu''", '' El Watan'' 20-4-2010.([https://www.elwatan.com/archives/dossier/litterature-amazigh-de-lwali-nudrar-a-bururu-20-04-2010 testo])
* Daniela Merolla, "La Narration dans l’espace littéraire berbère", ''Encyclopédie Berbère'', vol. 33-34, 2012, pp. 5236-5251.
* Aomar Mohellebi, “«On ne peut dire que dans sa langue»”, ''La Dépêche de Kabylie'' 11 mai 2006. ([https://www.depechedekabylie.com/culture/21144-on-ne-peut-dire-que-dans-sa-langue/ testo])
* Aomar Mohellebi, "La littérature amazighe est reconnue en Algérie", ''L'Expression'' 16-8-2008. ([http://www.lexpressiondz.com/culture/la-litterature-amazighe-est-reconnue-en-algerie-57381 testo])
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