Personaggi del Ciclo dell'Eredità: differenze tra le versioni

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=== Elva ===
Elva è la bambina "benedetta" da [[Eragon (personaggio)|Eragon]] nel [[Eragon|primo libro]]. Eragon, nel tentativo di benedirla, pronuncia nell'antica lingua la frase "Che la fortuna e la felicità ti assistano e che tu possa essere una protezione dalla sventura" invece di "Che la fortuna e la felicità ti assistano e che tu possa essere protetta dalla sventura" (confondendo ''skölir'', protezione, con ''sköliro'', protetto/a). Elva, a causa dell'errore di [[Eragon (personaggio)|Eragon]], ha il "dono" di predire la sventura e sentire il [[dolore]] di altre persone. Inoltre l'incantesimo di Eragon la costringe a proteggere e a provare lei stessa il dolore delle persone che le sono vicine. Ha l'aspetto di una bambina dai profondi e penetranti [[Occhio|occhi]] [[Viola (colore)|viola]], una voce da donna matura (anche se in alcuni casi la si vede parlare con una voce da bambina dell'età fisica del suo corpo: questo potrebbe significare che il genere di voce che le esce dalla bocca dipende dipenda dal suo stato d'animo o che la sua sia una voce da donna matura non per il timbro ma per l'esperienza e la maturità che trapelano da essa) e possiede lo stesso marchio argenteo che Eragon ha sul [[Palmo (anatomia)|palmo]] (il ''[[Gedwey Ignasia|gedwëy ignasia]]'') in fronte, segno impostole dalla stessa [[Saphira]]. La maledizione le causa anche un'inaudita velocità nel crescere fisicamente e maturare mentalmente, ed è afflitta da una fame insaziabile. Basti pensare che dopo un mese che Eragon ha benedetto la neonata Elva, lei ha già un'età apparente di 3-4 anni. Eragon riesce a limitare gli effetti della maledizione nel terzo libro dell'eredità, ''[[Brisingr]]'', permettendole di scegliere se sentire o meno il dolore delle persone. Dopo questo attenuamento della maledizione, Elva si rifiuta di collaborare al piano per distruggere [[Galbatorix]], anche se lei, secondo Eragon e [[Nasuada]] è un'arma indispensabile. Aspettava quindi solo la liberazione e si dimostra egoista a tal punto di rinnegare anche la sua "tata", che si era presa cura di lei fin dalla sua nascita (anche se nel libro successivo sembra essersi riavvicinata a lei). In [[Inheritance (romanzo)|Inheritance]] Eragon è in grado di rimetterla in riga e convincerla a collaborare alla battaglia finale contro Galbatorix, e di fatto si rivela un'arma essenziale alla sua disfatta. Dopo la vittoria Eragon viene a conoscenza del Vero Nome dell'[[Antica lingua]], attraverso il quale è possibile disfare ogni incantesimo, e quindi propone a Elva di sollevarla completamente da ogni obbligo di sopportare ancora il dolore altrui senza alcun rischio o intoppo. Dopo qualche esitazione Elva rifiuta questa proposta.
{{vedi anche|Elva (personaggio)}}
È la bambina "benedetta" da Eragon che poi diventerà una veggente. Il suo destino sarà, a causa di una maledizione mal pronunciata inconsapevolmente da Eragon, di dover placare e prendere carico di tutte le sofferenze altrui.
 
=== Horst ===