Chiesa di Santa Maria a Sicola: differenze tra le versioni

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Si ritiene che fu un papa Clemente (le cui fonti precedenti al Galante indicano erroneamente come Clemente III) a consacrare la chiesa, che fu cappella preferita di tutti i sovrani angioini e durazzeschi. Ne fu rettore da giovane Giovanni Pietro Carafa, che sarebbe poi divenuto [[papa Paolo IV]].
 
Nel [[XVII secolo|Seicento]], a causa del disordinato sviluppo edilizio (anche se si parla principalmente di insalubrità dell'aria), la zona della Vicaria Vecchia fu ritenuta inidonea a continuare ad ospitare l'istituto. Così nel [[1622]] l'intero complesso fu trasferito nella [[rione Sanità|Sanità]] e fu fondata la [[chiesa di Santa Maria Antesaecula]] con il relativo monastero, detta così dal momento che il nome ''Sicola'' fu corrotto in ''antesaecula'', con allusione alleal parolepasso biblico del libro del [[Siracide]] nella traduzione latina della [[Vulgata]] le cui parole sono state attribuite alla Madonna: ''ab inizio et ante saecula creata sum'' (sono stata creata fin dall'origine e prima dei secoli).
 
Nel [[1824]] [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] affidò la chiesa alla Congrega di San Nicodemo degli apparatori (detti anche paratori o paradori), cioè gli arredatori, che la ridecorarono con molti drappi e fastigi secondo la loro arte. Tuttavia gli storici ottocenteschi tra cui il Chiarini e il Galante non risparmiarono critiche nei confronti di quelle decorazioni, a loro dire oltremodo pompose e poco rispettose delle preesistenti opere artistiche. Il Galante cita sull'altare maggiore una tela di [[Francesco Curia]], danneggiata dalle aggiunte che le recarono gli apparatori.