Iran: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
O aggiorni tutti i dati, anno compreso, o altrimenti risultano dati non coerenti - Annullata la modifica 107280532 di Sua Maestà il Re e Imperatore (discussione)
Etichetta: Annulla
Nessun oggetto della modifica
Riga 148:
 
[[File:MohammadMossadeqAdibBoroumand.jpg|thumb|left|225x225px|[[Mohammad Mossadeq]]]]
Nel 1951 [[Mohammad Mossadeq]] giunse al potere colcon un progetto diper stabilire una concreta democrazia e di instaurare una monarchia costituzionale. Mossadeq fu eletto [[Primo ministro]] dal ''Majles'' all'unanimità per la sua nota avversione al rinnovo della concessione petrolifera dell'Anglo-Iranian Oil Company del 1933, dopo che un fanatico aveva assassinato il primo ministro Razmara, il quale era invece favorevole al rinnovo. Mossadeq procedette subito a nazionalizzare l'industria iraniana degli [[idrocarburi]], che era allora sotto il pieno controllo del Regno Unito. La reazione inglese fu molto dura e ne scaturì la [[crisi di Abadan]], un accanito confronto durato tre anni, nel corso del quale le potenze europee boicottarono il petrolio della Persia. Quest'ultima fin dall'inizio ritenne che gli Stati Uniti, i quali non avevano interessi nella Anglo-Iranian Oil Company, avrebbero sostenuto il suo piano di nazionalizzazione. La posizione degli [[Stati Uniti d'America nella crisi di Abadan]] registrò un'evoluzione, passando lentamente da un chiaro sostegno a Mossadeq, accompagnato da un invito a trovare una soluzione di compromesso con il Regno Unito, a un progressivo allineamento con le posizioni inglesi.<ref>S. Beltrame, ''Mossadeq. L'Iran, il petrolio, gli Stati Uniti e le radici della rivoluzione islamica'', Rubbettino, 2009.</ref>
 
Nonostante l'aperta contrarietà di Mossadeq per il [[socialismo]], Winston Churchill – assolutamente determinato a difendere gli interessi britannici nel Paese [[Vicino Oriente|vicino-orientale]] – denunciò agli Stati Uniti che Mossadeq non era in grado di gestire un Paese in preda al caos e che stava "progressivamente propendendo verso il [[comunismo]]". In piena [[guerra di Corea]] gli Stati Uniti temevano che Mossadeq stesse involontariamente aprendo la porta a una penetrazione dell'Unione Sovietica. In quel periodo di [[guerra fredda]] caratterizzato da forti paure gli Stati Uniti finirono per accettare i piani britannici per far cadere Mossadeq. Il Regno Unito chiese aiuto agli Stati Uniti perché nell'ottobre 1952 Mossadeq aveva chiuso l'ambasciata britannica. Mossadeq si era indebolito sul piano interno, avendo perso anche il sostegno del "clero" sciita, allora guidato dall'[[ayatollah Kashani]], che non gradiva le sue riforme sociali.
Riga 274:
Al vertice del sistema costituzionale e politico vi è la guida suprema, eletta a scrutinio segreto da un'[[Assemblea di Esperti]], a sua volta eletta ogni otto anni dal 1983 a [[suffragio universale]] e diretto dal corpo elettorale. Il [[potere esecutivo]] spetta al [[Presidente dell'Iran|presidente]], eletto a maggioranza assoluta con suffragio universale. Il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon andamento del potere esecutivo. Va sottolineato che il potere del presidente della repubblica in un regime simile è fortemente limitato e condizionato. Le candidature devono essere approvate dall'Assemblea degli Esperti per le elezioni che si svolgono ogni quattro anni. Una volta eletto il presidente passa sotto il controllo del [[Consiglio dei Guardiani della Costituzione|Consiglio dei Guardiani]] che vaglia il suo operato e quello del governo. Spetta al presidente la nomina dei ministri (tranne quello della giustizia designato dalla guida suprema), che devono essere approvati dal parlamento, ma una volta in carica ricadono sotto il controllo del Consiglio dei Guardiani.<ref>{{cita libro|autore=Marcella Emiliani|titolo=Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991|anno=2012|editore=Laterza|p=344}}</ref>
 
Il [[potere legislativo]] spetta al parlamento iraniano, [[Monocameralismo|monocamerale]], chiamato [[Majles dell'Iran]], che è composto da duecentonovanta membri, eletti con voto diretto e segreto, anch'essi con mandato quadriennale. Tutta la legislazione deve essere vagliata sin dal suo inizio dal Consiglio dei Guardiani in base al principio della cosiddetta ''vilāet-e faqih'', ossia la «tutela del giurisperito», per controllare che le leggi non sianocontrastino in contrasto colil Corano e la dottrina islamica, nell'accezione propria dello sciismo duodecimano. Il Consiglio dei Guardiani è composto da dodici membri, sei laici e sei religiosi: i sei membri laici del Consiglio dei Guardiani, giuristi nominati dal parlamento, si pronunciano solo sulla costituzionalità delle leggi, mentre i sei membri religiosi, nominati dalla guida suprema, esaminano la loro conformità con i dettami islamici.
 
La banca centrale dell'Iran è al 100% proprietà pubblica, senza la partecipazione al capitale da parte di soggetti privati. È sottoposta alla direzione, coordinamento e controllo del governo.