Iran: differenze tra le versioni
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[[File:MohammadMossadeqAdibBoroumand.jpg|thumb|left|225x225px|[[Mohammad Mossadeq]]]]
Nel 1951 [[Mohammad Mossadeq]] giunse al potere
Nonostante l'aperta contrarietà di Mossadeq per il [[socialismo]], Winston Churchill – assolutamente determinato a difendere gli interessi britannici nel Paese [[Vicino Oriente|vicino-orientale]] – denunciò agli Stati Uniti che Mossadeq non era in grado di gestire un Paese in preda al caos e che stava "progressivamente propendendo verso il [[comunismo]]". In piena [[guerra di Corea]] gli Stati Uniti temevano che Mossadeq stesse involontariamente aprendo la porta a una penetrazione dell'Unione Sovietica. In quel periodo di [[guerra fredda]] caratterizzato da forti paure gli Stati Uniti finirono per accettare i piani britannici per far cadere Mossadeq. Il Regno Unito chiese aiuto agli Stati Uniti perché nell'ottobre 1952 Mossadeq aveva chiuso l'ambasciata britannica. Mossadeq si era indebolito sul piano interno, avendo perso anche il sostegno del "clero" sciita, allora guidato dall'[[ayatollah Kashani]], che non gradiva le sue riforme sociali.
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Al vertice del sistema costituzionale e politico vi è la guida suprema, eletta a scrutinio segreto da un'[[Assemblea di Esperti]], a sua volta eletta ogni otto anni dal 1983 a [[suffragio universale]] e diretto dal corpo elettorale. Il [[potere esecutivo]] spetta al [[Presidente dell'Iran|presidente]], eletto a maggioranza assoluta con suffragio universale. Il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon andamento del potere esecutivo. Va sottolineato che il potere del presidente della repubblica in un regime simile è fortemente limitato e condizionato. Le candidature devono essere approvate dall'Assemblea degli Esperti per le elezioni che si svolgono ogni quattro anni. Una volta eletto il presidente passa sotto il controllo del [[Consiglio dei Guardiani della Costituzione|Consiglio dei Guardiani]] che vaglia il suo operato e quello del governo. Spetta al presidente la nomina dei ministri (tranne quello della giustizia designato dalla guida suprema), che devono essere approvati dal parlamento, ma una volta in carica ricadono sotto il controllo del Consiglio dei Guardiani.<ref>{{cita libro|autore=Marcella Emiliani|titolo=Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991|anno=2012|editore=Laterza|p=344}}</ref>
Il [[potere legislativo]] spetta al parlamento iraniano, [[Monocameralismo|monocamerale]], chiamato [[Majles dell'Iran]], che è composto da duecentonovanta membri, eletti con voto diretto e segreto, anch'essi con mandato quadriennale. Tutta la legislazione deve essere vagliata sin dal suo inizio dal Consiglio dei Guardiani in base al principio della cosiddetta ''vilāet-e faqih'', ossia la «tutela del giurisperito», per controllare che le leggi non
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