Bressanone: differenze tra le versioni

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Fino al 1925 nel centro cittadino vi era un servizio di sorveglianza, organizzato dai cosiddetti "guardiani notturni". Costoro sorvegliavano l'ordine pubblico durante la notte, dopo aver chiuso le porte della cinta muraria. Inoltre dovevano avvisare in caso di incendi, furti e avvistamenti di nemici, oltre ad annunciare ad alta voce l'ora esatta. In particolare a Bressanone avvenne che uno dei guardiani morì improvvisamente, e la moglie ne prese il posto, dando così origine alla leggenda della "dama della torre".<ref>{{cita web|http://blog.brixen.org/it/page/4/| Blog Brixen|15 febbraio 2012}}</ref>
 
Durante il [[fascismo]], la città fu oggetto con l'intera regione di un processo di [[italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] forzata. Successivamente furono attuate le "[[Opzioni in Alto Adige|Opzioni]]", un accordo fra il Regno d'Italia e la Germania che obbligava i cittadini altoatesini a scegliere tra cittadinanza italiana e tedesca e tra rimanere nella provincia, accettando la definitiva italianizzazione, o trasferirsi oltreconfine. Nel [[1928]] al territorio comunale vengono aggregati i territori dei soppressi comuni di Millan (''Milland''), Sarnes (''Sarns''), Albes (''Albeins'') e Monteponente (''Pfeffersberg''), e la frazione di Elvas, staccata dal comune di [[Naz-Sciaves|Naz]]. Nel [[1941]] vengono invece aggregati i territori del soppresso comune di Sant'Andrea in Monte (''St. Andrä''). Dal 1943 al 1945 la città fece parte della ''[[Zona d'operazioni delle Prealpi]]''.<ref>Hans Heiss, ''Brixen 1943-1945 - ein Problemaufriß'', in «[[Der Schlern]]», 68, 1994, pp. 538-560</ref> Nel [[1964]] vi è una nuova sistemazione dei confini della diocesi che corrispondono da allora a quelli della provincia di Bolzano, e la sede della diocesi, rinominata in [[diocesi di Bolzano-Bressanone]], si spostò da Bressanone a Bolzano.<ref name=diocesi>{{cita web|url=http://www.bz-bx.net/pls/bolzano/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=22824 |titolo=Storia della diocesi Bolzano-Bressanone|accesso=16 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel 1950, per il timore di possibili manifestazioni antitaliane in piazza Duomo, la polizia ha ordinato di limitare gli spazi liberi nella piazza. L'allora sindaco, Natale Dander, fece realizzare le due aiuole, recentemente rimosse quando vi è stata l'ultima revisione dell'intera piazza. Un momento importante per la comunità italiana di Bressanone fu nel [[1952]], quando don Giuseppe Franco, [[canonico]] del [[Duomo di Bressanone]], pose la prima pietra dell'[[Oratorio (centro giovanile)|oratorio]] dedicato a [[Giovanni Bosco|don Bosco]]. Il complesso della struttura, dopo oltre cinquant'anni di attività è stato demolito nel gennaio [[2010]], per essere successivamente ricostruito nel [[2011]].<ref>{{cita web |1=http://www.donboscobressanone.it/storia.htm |2=Circolo ricreativo Don Bosco - Storia |3=15 febbraio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100415011604/http://www.donboscobressanone.it/storia.htm |dataarchivio=15 aprile 2010 |urlmorto=sì }}</ref>