Veneti: differenze tra le versioni

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I Veneti si stanziarono inizialmente nell'area tra il [[Lago di Garda]] ed i [[Colli Euganei]]; in seguito si espansero fino a raggiungere confini simili a quelli del [[Veneto]] attuale, anche se bisogna considerare che la linea di costa del [[Mar Adriatico]] era più arretrata rispetto ad oggi. Secondo i ritrovamenti archeologici (che concordano anche con le fonti scritte), i confini occidentali del loro territorio correvano lungo il Lago di Garda, quelli meridionali seguivano una linea che parte dal fiume [[Tartaro-Canalbianco-Po di Levante|Tartaro]], segue il [[Po]] e raggiunge [[Adria]], lungo il ramo estinto del [[Po di Adria]], mentre quelli orientali giungevano fino al [[Tagliamento]].
 
Oltre tale fiume erano insediate genti di ceppo [[illiri]]co, anche se fino all'[[Isonzo]] la presenza veneta era tanto forte, che si può parlare di popolazione veneto-illirica.<ref>{{cita|Aspes|p.663|aspes}}.</ref> I confini settentrionali erano invece meno definiti e omogenei; il territorio veneto risaliva soprattutto i fiumi [[Adige]], [[Brenta (fiume)|Brenta]] e [[Piave]] verso le [[Alpi]], che fungevano comunque da confine naturale. La presenza veneta sulle Alpi è attestata soprattutto nelle [[Dolomiti]] del [[Cadore]], a [[Lagole]].
 
== Etnonimo ==
Ai Veneti ci si riferisce anche con i termini "Venetici", "Heneti" o "Eneti" (in [[greco antico]] Ἐνετοί). Sebbene nella storiografia, sia antica sia moderna, si impieghi correntemente il termine "Veneti" in opere di carattere non specialistico si ricorre talvolta al [[prefisso]] "paleo-" (="antico" > "Paleoveneti"), alla [[perifrasi]] "Veneti adriatici" o all'espressione "Venetici" per distinguere il popolo dell'antichità dagli attuali abitanti della [[regioni dell'Italia|regione italiana]] del [[Veneto]].<ref name="Villar490">{{cita|Villar|p.490|villar}}.</ref>
 
Il nome "Veneti" ricorre frequentemente nelle fonti classiche. [[Erodoto]] ricorda gli "Eneti" tra le tribù [[illiri]]che; [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] scrive di avere sottomesso i "[[Veneti (Celti)|Veneti]]" dell'[[Armorica]], gli unici tra i popoli della [[Gallia]] a padroneggiare l'arte nautica<ref>[[Gaio Giulio Cesare]], ''[[De bello Gallico]]'', III, 8, 1. Si vedano inoltre II, 34; III, 7-11, 16-18; VII, 75.</ref>; [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]<ref>[[Publio Cornelio Tacito]], ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'', 46, dove si chiede se i "Venedi" siano da classificarsi tra i [[Germani]] o tra i [[Sarmati]].</ref> e [[Plinio il Vecchio]]<ref>[[Gaio Plinio Secondo]], ''[[Naturalis historia]]'', IV, 97.</ref> localizzano i "[[Venedi]]" lungo il corso della [[Vistola]] confinanti con i [[Bastarni]], i [[Finni]] e i [[Sarmati]] mentre [[Claudio Tolomeo]] chiama ''Venedicus sinus'' il [[Golfo di Danzica]]<ref>[[Claudio Tolomeo]], ''[[Geografia (Tolomeo)]]'', III, 5,1.</ref>; [[Pomponio Mela]] cita il [[lago di Costanza]] come ''Venetus lacus''; infine "[[Venetulani]]" sono un popolo laziale scomparso citato ancora da Plinio il Vecchio.
 
La frequenza di questo [[etnonimo]] in diverse aree europee non va però spiegata con ipotetici legami storici e linguistici tra i diversi popoli che ne hanno fatto uso, quanto piuttosto con un'uguale derivazione, più volte ripetuta in modo indipendente, dalla medesima [[Radice (linguistica)|radice]] [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] ''*wen'' ("amare"). I "Veneti" (''*wenetoi'') sarebbero pertanto gli "amati", o forse gli "amabili", gli "amichevoli".<ref>{{cita|Villar|pp.415-16|villar}}.</ref>
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Civiltà atestina}}
La storia dei Veneti si può dividere in due periodi: uno antico, che va dalle origini fino al [[V secolo a.C.]], in cui è più evidente l'originalità culturale veneta, e uno più recente che va fino al [[I secolo d.C.]], che vede prima un influsso [[celti]]co, e poi una lenta assimilazione [[Antica Roma|romana]].
 
Nel periodo antico vi erano rapporti culturali con gli [[Etruschi]] sin dalla [[civiltà villanoviana|fase villanoviana]], con la [[Grecia antica|Grecia]] e l'Oriente. Nel periodo più recente i Veneti vennero a contatto prevalentemente a occidente con i [[Galli]]: a ovest si stanziarono i [[Galli Cenomani]] (con cui si sarebbero alleati, insieme ai Romani), a sud i [[Boi]] (con cui invece furono sovente in guerra) e a nord-est i [[Carni]], ad est e a sud-est rimasero prevalentemente in contatto con le popolazioni [[illiri]]che. Anche all'interno del Veneto vi fu qualche stanziamento di Galli, anche se in minima entità, probabilmente non sempre di tipo pacifico. L'influsso culturale [[celti]]co diventò comunque via via importante, e la cultura veneta lentamente mutò e si adeguò ai tempi; sempre importante si mantenne il rapporto con le popolazioni balcaniche di oltre Adriatico come quelle illiriche, con cui i Veneti venivano facilmente confusi dagli storici greci e che furono considerati parenti stretti dei Veneti fino al primo Novecento. Successivamente divenne decisivo il contatto con la civiltà romana, anche per i reiterati rapporti di alleanza che legarono i Veneti ai Romani e per la tradizionale ipotesi di parentela tra Veneti e Latini. La cultura veneta venne assimilata in quella romana già in età tardo repubblicana, anche se alcune specificità venete permasero, presumibilmente, nelle zone marginali anche in tarda età imperiale.
 
Nell'[[età del Bronzo]] fra il 1350 e il [[1150 a.C.]] i villaggi terramaricoli delle basse pianure venete entrano in vasti circuiti commerciali che coinvolgono le coste del [[Baltico]], l'area [[danubiano]]-[[Carpazi|carpatica]], l'[[Egeo]] e il [[Mediterraneo]] orientale. Nelle pianure del [[Veneto]] meridionale fra il 1150 e il [[900 a.C.]] sorge il grande centro preurbano di ''Frattesina'', crocevia di traffici fra il [[Baltico]], le [[Alpi Orientali]] e [[Cipro]], con sistema socio-economico fortemente gerarchizzato; quindi si sviluppano [[Villamarzana]], e poi [[Montagnana]].
 
Nel corso del X [[secolo]] crescono anche [[Treviso]], [[Oderzo]] e [[Concordia Sagittaria|Concordia]].
 
Nell'[[età del Ferro]], intorno all'[[800 a.C.]], sono abbandonati alcuni grandi centri del [[Veneto]] meridionale; parallelamente sono fondate [[Este]] e [[Padova]]. Fra l'800 e il [[600 a.C.]] i centri egemoni sono dominati da potenti gruppi dell'[[aristocrazia]]. Sorgono le prime grandi [[necropoli]] ai margini delle città. Nella media [[età del Ferro]] fra il 600 e il [[400 a.C.]] le potenti città-stato venete hanno territori ben definiti; le aree collinari e montane sono invece organizzate in distretti di tipo "cantonale". Le città-stato di pianura hanno sistemi viari [[ortogonali]] simili a quelli dell'[[Etruria]] padana. [[Este]] ha importanti rapporti con il mondo [[etrusco]], [[Padova]] con il mare e la frontiera nord-orientale.
 
Ad [[Altino]], nella [[laguna]] di [[Venezia]], ad [[Adria]] e a [[Spina]] i Veneti incontrano mercanti [[etruschi]] e [[greci]]. I patavini nel [[302 a.C.]] furono attaccati da una flotta spartana condotta da [[Cleonimo]], riuscendo però a respingerla in mare, non prima però di averle inferto gravi perdite.<ref name="TLX2">[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', X, 2.</ref>
 
Nella tarda [[età del Ferro]] fra il 400 e il [[200 a.C.]] popolazioni [[celti]]che invadono l'[[Italia]] settentrionale e parte del litorale adriatico. I Veneti alleati dei [[Civiltà romana|Romani]] partecipano nel [[222 a.C.]] alla [[battaglia di Clastidium]] contro [[Insubri]], [[Boi]] e [[Gesati]] (tribù dei [[Galli]]). Poi avviene un pacifico ingresso del mondo veneto nell'orbita politica e culturale di [[Roma]].<ref>[[Archeo (periodico)|Archeo]], ''Veneti antichi'', marzo 2013, pp. 74-75.
</ref>