Barocco siciliano: differenze tra le versioni

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[[File:Palazzo Biscari.jpg|thumb|upright=1.4|[[Catania]] e il Palazzo Biscari, iniziato nel 1702.]] [[Catania]] rimpiazzò [[Messina]] dopo la rivolta del [[1686]] come seconda città della Sicilia. Il grande [[terremoto del 1693]] danneggiò gravemente cinquantaquattro città e paesi e trecento villaggi. L'evento contò due principali sismi, il 9 e l'11 gennaio, i cui epicentri furono rispettivamente fuori Augusta (per l'esattezza tra [[Melilli]] e [[Sortino]]) e nel [[porto di Catania]], accompagnati da una serie di sciami di minore intensità; la città di [[Noto (Italia)|Noto]] fu completamente rasa al suolo, mentre la città di [[Catania]] fu danneggiata in modo molto grave. Fu stimato un totale di più di cento mila persone uccise. Altre città che subirono gravi danni furono [[Ragusa]], [[Modica]], [[Scicli]], [[Militello in Val di Catania|Militello]] e [[Ispica]]. La ricostruzione iniziò quasi immediatamente.
 
La sontuosità dell'architettura che stava per sorgere dal disastro è connessa alla politica della [[Sicilia]] del tempo; la Sicilia era ancora ufficialmente sotto il controllo spagnolo, ma in realtà era governata dalla sua aristocrazia autoctona. Questa era guidata da [[Giuseppe Lanza, duca di Camastra|Giuseppe Lanza]], [[duca di Camastra]], che gli Spagnoli avevano nominato [[viceré di Sicilia]] per appagare l'aristocrazia. È stimato che ci fossero più aristocratici per metro quadrato che in qualsiasi altro Stato. Nel [[XVIII secolo]] fu calcolato che c'erano duecento ventotto famiglie nobiliari, che fornivano alla Sicilia una classe di governo consistente di cinquantotto principi, ventisette duchi, trentasette marchesi, ventisei conti, un visconte e settantanove baroni; il ''Libro aureo della nobiltà siciliana'' (pubblicato per l'ultima volta nel [[1926]]) ne elenca ancora di più. In aggiunta a questi c'erano i più rampolli cadetti delle famiglie con i loro titoli cortesi di nobile e barone.