Enrico II di Baviera: differenze tra le versioni

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[[Tietmaro di Merseburgo|Thietmar]] ci fornisce una cronaca di quegli eventi:
 
«Enrico, guadagnati a sé tutti i vescovi di [[Baviera]] e alcuni conti, accompagnato da essi raggiunse i confini del territorio dei [[Franchi]] e si accampò sui prati di Bisistindi per contattare i Grandi del territorio. Si recarono colà [[Willigis]] [[arcivescovo di Magonza]] col [[Corrado I di Svevia|duca Corrado]] e gli altri Grandi. Enrico tentò in tutti i modi possibili di tirarli dalla sua parte, ma quando si accorse che la loro posizione era unanime e che essi erano disposti a morire pur di restare fedeli al loro re e al giuramento prestatogli, per il timore di dover combattere con loro, fu obbligato a giurare che il 29 giugno si sarebbe recato nel luogo chiamato Rara e avrebbe restituito il bambino alla madre e ai [[Franchi]] stessi. Dopodiché ognuno tornò a casa propria, lieti gli uni, tristi gli altri.»<ref>{{Cita libro|autore=Tietmaro di Merseburgo|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=88|capitolo=Libro IV, 4|ISBN=978-8833390857}}</ref>
 
Dopo alcune vicende Thietmar conclude:
 
«Le imperatrici, che avevano fino ad allora implorato da Dio di essere consolate, si recarono a Rara e vi confluirono anche tutti i Grandi dell'Impero e del Regno. Enrico mantenne fedelmente la promessa.»<ref>{{Cita libro|autore=Tietmaro di Merseburgo|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=90|capitolo=Libro IV, 8|ISBN=978-8833390857}}</ref> Enrico il litigioso che ''in id elationis prorupit ut et rex dici et in regem benedici appeteret'', prendeva realisticamente atto che il suo tentativo era fallito.
Enrico il litigioso che ''in id elationis prorupit ut et rex dici et in regem benedici appeteret'', prendeva realisticamente atto che il suo tentativo era fallito.
 
Faticò ancora in seguito per recuperare almeno il Ducato di Baviera, già in suo possesso prima che [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]] lo imprigionasse per alto tradimento e dovette ancora una volta recarsi a Bisistindi per trattare coi Grandi lotaringi di Aquisgrana. Finirà col vedersi riconosciuto il possesso della [[Baviera]], favorito dal fatto che sua moglie [[Gisella di Borgogna|Gisla]] (o Gilda, a seconda dei traduttori) era figlia di [[Corrado III di Borgogna|Corrado III]] [[re di Borgogna]] e quindi nipote dell'imperatrice Adelaide.