Villa Castelnuovo (Palermo): differenze tra le versioni

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| note = All'interno del parco è situato il [[Teatro di Verdura]]
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{{Citazione|Chi di noi non ha visitato con religioso rispetto quella Villa che, presso alle falde del Pellegrino, rideva un tempo delizia campestre dei principi di Castelnovo, e che l'ultimo erede, Carlo Cottone, convertiva in recinto sacro alla libertà della patria e alla educazione del popolo?|[[Francesco Paolo Perez]], ''Orazione in morte di [[Ruggero Settimo]]'', 12 maggio 1863}}
'''Villa Castelnuovo''' è un parco storico sito nella [[Piana dei Colli]] di [[Palermo]].
 
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Durante i [[Moti del 1820-1821|moti indipendentisti]] scoppiati a Palermo nel [[1820]], tuttavia, le risorse che Cottone aveva destinato alla fondazione dell'Istituto furono incamerate dalla Giunta Rivoluzionaria e non più restituite al legittimo proprietario. Malgrado ciò, con ulteriori sacrifici, il principe commissionò all'architetto Antonino Gentile la progettazione e la costruzione del ''Gymnasium''.<ref name="Storia1"/> La cupola del grande edificio fu inoltre decorata da [[Giuseppe Varrica]] con quattro affreschi a tema mitologico-agreste. Fedele alla sua vocazione, sul cancello d'ingresso di Via Resuttana il principe di Castelnuovo volle fare incidere il motto "''E proprio delicio publica utilitas''".
 
Morto nel [[1829]] senza aver visto sorgere il suo istituto, Cottone aveva precedentemente nominato suo esecutore testamentario l'amico [[Ruggero Settimo]]. Sarà proprio quest'ultimo, dopo non poche difficoltà, ad inaugurare l'apertura dell'Istituto Agrario Castelnuovo il 14 novembre 1847.<ref name="Storia1"/> Appena due mesi dopo a Palermo scoppierà la [[Rivoluzione siciliana del 1848|Rivoluzione siciliana]] capeggiata dallo stesso Settimo, erede politico di Cottone.
 
Primo direttore dell'Istituto fu l'agronomo e botanico [[Giuseppe Inzenga]], che ne resterà alla guida per molti anni.